7.

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Sono già circa le due di notte quando Jeongguk chiede ciò che Taehyung si aspettava ma che avrebbe preferito non sentirsi chiedere mai. È impossibile, però, dal momento che Jeongguk ha quella domanda in testa da quando ha saputo della relazione di Taehyung. Non ha avuto il coraggio di chiederglielo in quel momento, forse un po' troppo euforico per aver sentito Taehyung affermare di desiderarlo ugualmente, e non poco, nonostante tutto.
« Perché sei interessato a me, se hai un fidanzato? » scrive il moro, anche se con un minimo di esitazione. Taehyung tarda nella risposta, tanto da indurre Jeongguk a scrivere ancora. « Non fraintendere, mi piaci da morire ed essere ricambiato è fantastico, ma non capisco... ».
A quelle parole, in un certo senso, Taehyung si tranquillizza. Sa bene che Jeongguk ha tutto il diritto di chiedere e sapere, così come ha il diritto di rinunciare a Taehyung e spostare la sua attenzione altrove, magari su una delle bellissime studentesse che gli fanno la corte. Il biondo ne ha una paura matta ed è consapevole del fatto che sia molto probabile che accada. Nonostante la forte attrazione e la speranza di poter avere qualcosa di più con Jeongguk, mette già in parte il cuore in pace preparandosi ad una possibile simile svolta. Insomma, se lo aspetta, sarebbe la reazione più "normale". Non sa ancora che Jeongguk non ci ha pensato neanche per un attimo, a lasciar perdere per dedicarsi a qualcun altro.
« Hai ragione a chiederlo, Guk. » digita in risposta. « Io non amo Yoongi, e lui non ama me. Stiamo insieme da molto tempo, ma da un po' ormai non ci amiamo più. » continua, e aggiunge ancora. « Insomma, siamo più due coinquilini. » Taehyung spera con tutto se stesso in un responso positivo, da parte dell'altro. Il cuore di Jeongguk fa un balzo quando legge. Ha sorriso fino a poco prima, adesso non lo fa più. Non è triste, ma ci rimane un po' male.
« Oh, vivi con lui quindi... » scrive, e riceve conferma. « Mi stai dicendo che il vostro rapporto è più un'abitudine ormai? » continua poi, provando a non soffermarsi sul fatto che in quel momento probabilmente Taehyung sia sotto lo stesso tetto di quello che, comunque, è il suo fidanzato. Gli provoca fastidio, e la cosa lo stupisce perché non gli era mai successo con nessuno.
« Sì, credo di sì. Ma non è questo che mi spinge verso di te. Tu mi piaci da impazzire indipendentemente dalla mia relazione con Yoongi. » gli risponde Taehyung, come a voler sottolineare ancora una volta, forse l'ennesima, il suo interesse per il moro. Quest'ultimo si lascia prendere di nuovo da un sorriso compiaciuto, ricambiando con parole simili ed andando avanti ancora un po' nella conversazione, quando di colpo non riceve più risposta. Così, nel giro di poco, si addormenta. È molto tardi.
Intanto Yoongi, a fianco di Taehyung, ha aperto gli occhi nel cuore della notte e ha sorpreso il biondo impegnato in una vivace conversazione. Taehyung si è fatto prendere dalla leggerezza e, nella sua innocenza, non è più stato ben attento a Yoongi che dormiva accanto a lui, estremamente vicino. Yoongi gli chiede cosa ci faccia col cellulare acceso a quell'ora e Taehyung è costretto a metterlo via, non potendo più rispondere a Jeongguk, nemmeno per avvisarlo. Gli lascia credere di essersi addormentato, quindi, pur di non rischiare che Yoongi veda, ed inventa una scusa proprio con il fidanzato, un attimo prima di tenerselo buono abbracciandolo e riaddormentandosi sul suo petto, sebbene non sia più il suo posto sicuro, quello, ormai da un po'. Yoongi ricambia la stretta e il piccolo pensa di essere salvo, di averla scampata anche quella volta, ma Yoongi è riuscito a vedere molto più di quanto Taehyung crede, e non gli è piaciuto affatto.

« Come fai ad essere sempre qui ogni volta che ci sono io, hm? » domandò il biondo, sorprendendo alle spalle il bellissimo bibliotecario impegnato nell'allineare alcuni volumi piuttosto pesanti e polverosi. Gli aveva sussurrato all'orecchio, ma Jeongguk sembrò aver gradito, nonostante un lieve sobbalzo. Non si era proprio accorto dell'arrivo di Taehyung, che lo aveva cercato di proposito, abbandonando la sua postazione di studio per raggiungerlo tra i corridoi deserti, molto più interessato a lui che agli appunti da rivedere, quel giorno.
« È un modo carino per dirmi che non mi vuoi tra i piedi, Tae? » gli rispose con un sorriso, voltandosi dalla sua parte per avere una visione celestiale: Taehyung quel giorno era bello e sensuale come sempre, alto tanto quanto lui, un fisico asciutto da far invidia ai modelli più famosi ed un portamento che neanche un nobile cresciuto a pane e galateo avrebbe potuto avere, a detta di Jeongguk. Non credeva di aver mai visto un ragazzo tanto fine ed aggraziato, ma allo stesso tempo particolarmente accattivante e dotato di un'elegante sensualità, che non sarebbe stata volgare neanche volendolo. Gli faceva un certo effetto ogni volta che lo vedeva, non sapeva spiegare con esattezza il perché. Certo, Taehyung era particolare, ma c'era qualcosa di lui che aveva rapito Jeongguk fin dal primo momento.
« È un modo carino per dirti che non vedo l'ora di venire in biblioteca per vederti. » fu la risposta dello studente, sussurrata senza troppi sorrisi e mordendosi le labbra proprio sotto gli occhi del moro. Non farlo mai più, potrei non farcela, pensò, e a fatica riuscì a trattenersi dal morderle lui stesso. Lo avrebbe fatto volentieri e sembrava che Taehyung lo avesse capito. Le loro voci erano ridotte a mormorii flebili, dato il luogo in cui si trovavano, ma soprattutto erano entrambi nascosti. Attorno a loro non c'era anima viva e il silenzio regnava, complice anche l'ora, una delle più tranquille.
« Ho il calendario delle tue lezioni, con quello so quando potresti esserci e quando no, così prendo i turni di lavoro in cui penso di poterti trovare qui. » ammise Jeongguk, senza vergogna, posizionando le mani venose ai fianchi dello studente coperti dalla morbida e leggera lana di cui era fatto l'aderente dolcevita che indossava, nero, un altro colore che Jeongguk non gli aveva ancora visto addosso e che reputò perfetto su di lui. Come ogni cosa ormai, gli diceva Jimin ogni volta che esprimeva un apprezzamento su qualcosa che riguardava Taehyung.
Jeongguk aveva davvero trovato il calendario delle lezioni del biondo dopo aver chiesto il nome esatto del suo corso di studi, e poi lo aveva analizzato in maniera tale da adattare i suoi turni di lavoro in biblioteca, che per fortuna poteva gestirsi tranquillamente con Jimin e gli altri colleghi.
« Ma sei diabolico! » esclamò Taehyung con una risata compiaciuta e un sincero stupore, colpendo piano la spalla di Jeongguk per gioco e provocando anche a lui un sorriso, un attimo prima di portare la stessa mano al suo volto, così da sfiorargli la guancia morbida. Non riuscì proprio a trattenersi dal farlo, fu come d'istinto, e in quel momento furono davvero troppo vicini, quei due. Jeongguk non accennò ad allentare la presa sui fianchi dell'altro, che dal canto suo non voleva di certo allontanarsi.
« Oh, questo è niente, Tae. » gli sussurrò dritto sulle labbra, attirandolo un po' a sé, abbastanza da azzerare la poca distanza rimasta tra loro.
« Ah no, Guk? » rispose l'altro, mentre entrambi si avvicinavano pericolosamente come due calamite, sempre di più. Piano, con estrema lentezza. Le loro labbra si sfiorarono appena. Mancò poco, così poco... Lasciati baciare, pensò il moro, mai stato tanto teso per un semplicissimo bacio in vita sua. Ne aveva dati così tanti, e senza pensarci troppo. Fallo, ti prego, rispose con gli occhi Taehyung, che proprio non capiva cosa fosse capace di fargli quel ragazzo, anche con così poco. Possibile che sentisse il corpo andare in fiamme ogni volta che lo aveva così vicino?

HIDDEN WOUNDSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora