Epilogo

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Circa quattro mesi dopo.


Erano ormai trascorse parecchie settimane, ma quella terribile giornata sarebbe rimasta impressa nella mente di Jeongguk forse per tutta la vita. Il giovane bibliotecario, ancora molto scosso dal rifiuto di Taehyung stretto tra le braccia di Yoongi, si era lasciato andare a un pianto rabbioso e per questo, in preda a forti emozioni, non era riuscito a riprendere subito la guida della sua auto, troppo instabile per poter guidare con prudenza in quel momento. Non poteva crederci, non si capacitava delle parole che aveva appena ascoltato. Nulla di tutto ciò che stava vivendo gli sembrava vero e sperò di risvegliarsi presto da quel brutto incubo. I pugni contro il cruscotto quasi gli distrussero le mani, ma lui non sentiva niente, se non il dolore della perdita, l'ennesima, di qualcuno che credeva fosse ormai suo, e che amava fin troppo per poter voltare pagina in un batter d'occhio.

Col senno di poi, Jeongguk si maledì più volte per non aver davvero compreso cosa si celava dietro la messa in scena a cui aveva assistito. Si maledì per non aver voluto credere al fatto che Taehyung stesse palesemente mentendo mentre diceva di amare Yoongi e di voler rimanere con lui, si maledì per non aver affrontato quest'ultimo e per non aver portato via con la forza Taehyung da quel maledetto appartamento. Era stato testimone di ciò che un amore malato può causare, di ciò di cui è capace, e non aveva fatto abbastanza per evitare che accadesse ciò che si poteva sospettare da tempo.
Jeongguk aveva sempre pensato che prima o poi Yoongi avrebbe fatto seriamente del male a Taehyung, ma quel male che non guarisce nel giro di due giorni, ed era sempre stato terrorizzato dalla sola idea che allo studente potesse accadere qualcosa di davvero brutto. Purtroppo, non si era mai sbagliato, e mai come quella volta avrebbe voluto avere torto.
Nei giorni successivi a quel maledetto pomeriggio, si era chiesto più volte se avrebbe potuto evitare che Yoongi arrivasse a spingere Taehyung a tal punto da fargli perdere l'equilibrio, cadendo così rovinosamente lungo la rampa di scale che lo separava dal pianerottolo inferiore. Forse se non fosse andato via, tutto ciò non sarebbe accaduto. Fu l'unica cosa che riuscì a pensare e che gli pesava sul petto come il più pesante dei macigni. Arrivò a sentirsi quasi responsabile, per ciò che era toccato a quell'angelo. Sentì di essere stato incapace di proteggerlo fino in fondo.

Aveva quasi perso i sensi, Taehyung, a causa del forte colpo alla testa, da cui il sangue aveva preso ad uscire copioso in pochissimo tempo, sotto gli occhi atterriti e sconvolti di Yoongi che neanche si rendeva conto di ciò che aveva fatto. Jeongguk lo aveva trovato esattamente in quello stato, quando aveva ripercorso lo stesso tragitto per ritornare da dove veniva, e cioè dall'interno di quella palazzina da cui aveva sentito provenire delle urla che riconobbe appartenere a Taehyung immediatamente. Era accaduto una decina di minuti dopo che si era allontanato, rimanendo chiuso nella sua auto nel disperato tentativo di calmarsi. Sapeva che non poteva essere vero ciò che aveva sentito con le sue stesse orecchie dalla bocca di Taehyung, ma allo stesso tempo non aveva idea di cosa fare, ormai. Non più. Eppure fu Taehyung stesso, senza volerlo, ad aiutarlo a capire. Lo aveva sentito urlare qualcosa contro Yoongi, non aveva compreso esattamente cosa e lo scoprì solo alcuni giorni dopo.

La bocca di Taehyung era piena di sangue perché aveva urtato con forza lo spigolo di uno dei gradini proprio su quel punto del viso, durante la brutta caduta. Si era spaccato il labbro e una piccola ferita si era aperta anche sul mento, probabilmente ci sarebbe stato bisogno dei punti di sutura, sebbene questi fossero decisamente più urgenti alla testa.
Jeongguk non vide mai le reali condizioni del corpo di Taehyung, perché non lo mosse dalla sua posizione. Sapeva di non doverlo fare perché non era a conoscenza dei danni che quella tremenda caduta aveva potuto procurargli, ma a parte questo non avrebbe neanche potuto, perché Taehyung sembrava non riuscire più a muoversi ed ogni tocco per lui era puro dolore. A tratti pareva non respirasse, tanto che Jeongguk sospettò avesse delle lesioni alle costole, e sembrava completamente fuori dal mondo, sul punto di crollare, di addormentarsi per non svegliarsi più, proprio sotto gli occhi del bibliotecario.

HIDDEN WOUNDSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora