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Un bacio. Bastò solo un bacio, per dare il via a qualcosa da cui difficilmente Jeongguk e Taehyung avrebbero potuto tirarsi indietro. I sorrisi, gli sguardi, la complicità creatasi in quel tardo pomeriggio primaverile scaldato dai raggi del sole tiepido e piacevole sulla pelle ambrata del biondo, i cui capelli guadagnavano riflessi dorati e meravigliosi agli occhi di Jeongguk, furono tutto ciò che rimase quando tornarono a casa, ognuno nella propria, ognuno alla sua vita, con il ricordo della sensazione di benessere infusa da quel contatto di labbra a lungo desiderato e finalmente ottenuto. Quel pizzico di sana malizia intrisa nel bacio aveva dato il tocco adeguato di desiderio capace di infiammare entrambi, più di quanto non lo fossero già.
Passò il weekend, durante il quale Jeongguk attese le risposte di Taehyung ai suoi sms con l'ansia di un perfetto sedicenne alle prese con il suo primo amore, forse perché, in un certo senso, Taehyung era davvero questo per lui nonostante tutte le sue esperienze, nonostante quel paio di cotte importanti e significative a scuola, nonostante la sua voglia di divertimento, sempre avuta, ma adesso improvvisamente placata. Gli sembrava che Taehyung potesse bastargli.
Il biondo, dal canto suo, sfruttava ogni momento utile per rispondere ai messaggi del bibliotecario, tutte le volte in cui Yoongi non lo osservava, era lontano oppure occupato. Yoongi in realtà lo era sempre, perché Yoongi semplicemente non lo amava, non lo desiderava, non vedeva altro in lui che un semplice oggetto, per giunta a dir poco inutile, ma pur sempre un suo possesso. Taehyung era abitudine per Yoongi, che non lo amava ma non voleva perderlo per nessun motivo al mondo. Ci aveva talmente fatto l'abitudine da aver ormai raggiunto uno stato di calma piatta e malinconica, molto vicina ad un'apatia per nulla rassicurante, scossa soltanto da Yoongi stesso. E Taehyung nonostante ciò si lasciava mordere dal senso di colpa e si nascondeva, rispondeva a Jeongguk di nascosto, poi guardava Yoongi che non gli diceva "ti amo" da tempo se non per giustificarsi quando le sue mani lo toccavano con violenza, colpendolo al volto, ma non solo.

« Io ti amo, lo capisci? » diceva sempre Yoongi, e Taehyung si era ritrovato spesso a chiedersi se fosse davvero un modo di amare, quello. Per amore reagiva così? Per questo gli faceva del male? Per questo il solo pensiero che il suo Taehyung potesse interessarsi a qualcun altro lo induceva a sfregiarlo, a ferirlo fino a farlo piangere? Sì, era questa la sua giustificazione, frutto di un rapporto ormai pieno di crepe, tenuto insieme da una colla scadente che prima o poi avrebbe ceduto e probabilmente nel peggiore dei modi per almeno uno dei due. « Tu sei mio, e di nessun altro. » diceva Yoongi, troppo spesso e con troppa rabbia, troppo rancore, troppa gelosia cieca e malata. Andava avanti da così tanto, ormai, che per Taehyung gli schiaffi di Yoongi erano divenuti normalità, a tal punto da pensare, qualche volta, di meritarseli pure, innescando un pericoloso meccanismo nella sua mente. Era qualcosa da cui non riusciva ad uscire, sebbene ci avesse provato davvero molte volte.

Taehyung era d'accordo con Jeongguk, per il lunedì successivo. Si sarebbero rivisti in biblioteca, poi avrebbero trascorso almeno un'altra ora fuori da lì, magari con una tazza fumante tra le mani nel bar più vicino. Taehyung proprio non riusciva a togliersi dalla testa il nuovo bibliotecario, a cui intanto era ormai stato confermato il lavoro, avendo superato il breve periodo di prova. Forse un po' lo doveva a Taehyung stesso, dal momento che era almeno il 70% del motivo per cui aveva fatto così attenzione nel tenersi quel lavoro senza farsi licenziare già durante i primi giorni.
Il giovane ed attraente biondo uscì dall'aula in cui aveva appena seguito una lezione di ben tre ore con aria stanca, tanto che avrebbe volentieri preferito tornare a casa e risparmiarsi lo studio, almeno quel giorno, ma il solo pensiero di poter rivedere Jeongguk in biblioteca lo spinse a recarsi lì senza pensarci due volte, pur potendolo aspettare fuori dal momento che non aveva intenzione di toccare libro lì dentro. Nonostante ciò, infatti, si avviò spedito in direzione dell'edificio che ospitava la biblioteca dell'Università da lui frequentata. Fu durante il tragitto, però, che qualcosa andò storto: Yoongi, il suo fidanzato, gli sorrise in lontananza, appoggiato alla sua auto sotto i raggi del sole ormai non più caldo come a mezzogiorno. Alzò la mano in segno di saluto e lo invitò implicitamente ad avvicinarsi.
« Oggi ho staccato prima da lavoro proprio per passare a prenderti, Taehyungie. » furono le sue parole, quando il biondo si avvicinò abbastanza a lui, costretto, perché avrebbe voluto essere da tutt'altra parte e con tutt'altra persona. Non avresti dovuto, hai rovinato tutto, pensò, ma naturalmente non disse nulla, si limitò a sorridere. Quando Yoongi lo baciò sulle labbra dovette ricambiare, seppur con riluttanza e un successivo sospiro. Da quando aveva baciato Jeongguk, ogni bacio scambiato con Yoongi era partito proprio dal più grande e mai da Taehyung. Sperò che non lo avesse notato, o avrebbe dovuto affrontarlo e non sarebbe stato facile, per l'ennesima volta, pur essendosi ormai abituato alla violenza fisica e psicologica di Yoongi. Con lui era un continuo rimanere in guardia e cercare di non provocarlo in alcun modo.
« Sali in macchina, dai, ti porto a casa. Sembri piuttosto stanco. » disse il più grande, ma ancora una volta Taehyung non rispose e si limitò a sorridere, scocciato oltre che incredibilmente dispiaciuto. Voleva, desiderava rivedere Jeongguk, ma sapeva di non potersi inventare la scusa di voler salutare un amico in biblioteca senza essere costretto a portarsi dietro il fidanzato. Non avrebbe potuto vederlo quel giorno, quindi. Forse quello successivo, ma non ne era neanche tanto sicuro.

HIDDEN WOUNDSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora