9.

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C'erano tante cose, di Taehyung, che piacevano a Jeongguk. La prima che lo aveva colpito, fin dall'inizio, erano i suoi riccioli di un biondo cenere scuro, di una tonalità non troppo calda, abbastanza simile al colore della sua pelle, chiara ma non pallida. Su questo sfondo spiccavano bene gli occhi molto scuri, profondi, seppur caratterizzati da un velo di tristezza, causato da un malessere di cui Jeongguk sapeva ancora davvero poco. Poi c'era la sua bellissima voce, dotata di un timbro piuttosto cupo e, in teoria, per nulla dolce; eppure Taehyung sapeva renderla di zucchero comunque, specie quando sussurrava, cosa che era costretto a fare ogni volta che i due chiaccheravano in biblioteca. La sua voce, Jeongguk la adorava, e avrebbe dato chissà cosa per sentirla più spesso. Era rilassante, pacata, scura e allo stesso tempo capace di illuminarti le giornate. E poi Taehyung era bello, bello come il sole, con quelle ciocche ribelli sulla fronte e gli occhiali sulla punta del naso perfetto, la camicia mai completamente abbottonata e un portamento elegante di natura che avrebbe potuto far invidia ai più famosi modelli del mondo.
Jeongguk provò a definirlo, mentalmente, ma non riuscì a formulare nulla. Sapeva solo che Taehyung gli trasmetteva calore. Ecco, Taehyung era caldo, era l'acqua tiepida della doccia che ti fa sospirare piacevolmente dopo una giornata stancante, la coperta termica in pieno inverno che ti avvolge e ti coccola conducendoti tra le braccia di Morfeo. Gli faceva quell'effetto anche il solo scambiarsi qualche sms con lui, e non poterlo vedere a causa di Yoongi, quel giorno, lo innervosì incredibilmente. Dovette attendere il giorno successivo quindi, nella speranza di avere l'effettiva possibilità di rivedere il biondo. Per fortuna, la possibilità si trasformò in realtà già al mattino, come previsto dal bibliotecario che, secondo i suoi calcoli, aveva immaginato di poter incontrare Taehyung intorno alle undici.

Come ormai d'abitudine, Jimin lasciò che fosse Jeongguk ad occuparsi della sistemazione interna della biblioteca, almeno per un po', sebbene in quel momento toccasse a lui. Era arrivato Taehyung, il che significava permettere a Jeongguk di stare il più vicino possibile allo studente pur continuando a lavorare e permettendo a lui di studiare, o almeno così sembrava, dal momento che erano entrambi un po' troppo attratti l'uno dall'altro per non lasciarsi distrarre quando si incrociavano.
All'ingresso, d'istinto si limitarono ad un saluto distaccato, ma carico di sguardi e sorrisi che parlavano molto più delle semplici parole. La chimica tra loro era palpabile. Quando poi Taehyung entrò per studiare e vide arrivare il moro poco dopo, probabilmente pronto a fornirgli i libri che gli servivano, gli sorrise ancora una volta. Jeongguk riuscì a non sbagliare i titoli dei due manuali di filosofia antica che occorrevano a Taehyung, che annuì compiaciuto e lo lasciò andare, aspettando con ansia il suo ritorno insieme ai libri. Appena possibile, il biondo bloccò il suo polso così da trattenerlo ancora un po'. Jeongguk, dal canto suo, non si fece di certo pregare e si fermò volentieri.
« Mi dispiace per ieri. Yoongi non mi ha avvisato, l'ho trovato qui fuori e... » iniziò Taehyung, osservando dal basso il giovane bibliotecario, essendo seduto. « Sì, insomma, ho dovuto seguirlo. » continuò, dopo una breve pausa proprio durante quella frase, accompagnata da un sospiro. Gli aveva già fornito una spiegazione appena gli era stato possibile, la sera precedente, ma preferì farlo anche di persona, pur ripetendo qualcosa che Jeongguk sapeva già.
« Stai tranquillo, Tae, ho capito. Grazie per avermi avvisato. » lo rassicurò il moro con uno di quei sorrisi capaci di far cadere ai suoi piedi chiunque, Taehyung compreso. Il sorriso di Jeongguk era probabilmente un punto debole per lo studente, che ogni volta non faceva altro che ammirarlo per tutto il tempo possibile. Lo adorava, gli trasmetteva allegria, sapeva di freschezza e gioventù spensierata, e Jeongguk era ancora più bello quando sorrideva, specie se mostrava i denti perfettamente allineati dagli incisivi appena sporgenti.
« Mi dispiace. » ripeté, con aria quasi triste, pur avendo sorriso di rimando al ragazzo un attimo prima. Voleva essere perdonato per qualcosa che, in effetti, non era proprio nulla di grave, ma Taehyung si sentiva comunque in colpa. Jeongguk approfittò della liberazione del suo stesso polso per portare le dita ad accarezzargli una guancia, ma con le nocche e non con i polpastrelli, non volendo in alcun modo lasciare granelli di polvere provenienti dai libri su quella pelle perfetta e morbida, bellissima. Taehyung rimase estasiato da quel contatto, tanto che dovette fare un'ulteriore pausa, a quel punto, godendosi pienamente la carezza del bibliotecario, così sincera e carica di un sentimento appena nato ma già intenso. Taehyung lo sentiva, che Jeongguk provava qualcosa. Lo sentiva, ma soprattutto ricambiava. « Lo stesso vale quando non rispondo subito ai tuoi messaggi. A volte non posso perché c'è lui nei paraggi, non perché non mi va di parlare con te. Se dipendesse da me neanche dormirei, pur di chiacchierare. » finalmente continuò, volendo precisare qualcosa a cui teneva molto. Il suo sguardo era di nuovo dispiaciuto, triste.
« Certo, lo capisco. » annuì Jeongguk, incredibilmente infastidito dall'ostacolo rappresentato dal fidanzato dello studente, ma preferì non mostrare alcuna emozione negativa, volendo concentrarsi solo sul bellissimo angelo che aveva davanti e che lo osservava continuamente, senza mai distogliere lo sguardo. Sembrarono passare minuti interminabili, durante i quali i loro sguardi rimasero incatenati l'uno a quello dell'altro. Non mostrò alcun segno di tensione, non avrebbe potuto neanche volendolo, perché il solo essere così vicino a Taehyung spazzava via ogni genere di emozione negativa.
Fu Jeongguk a spezzare la magia, alla fine. Una velocissima occhiata in giro, assicurandosi dell'assenza di occhi indiscreti, e si concesse per la seconda volta il sapore di quelle labbra a suo parere meravigliose. Un bacio svelto, rubato, che Taehyung non poté nemmeno ricambiare pur volendolo perché non ne ebbe il tempo, ma che lo fece sorridere come un bambino. Era il loro secondo bacio, quello, e non immaginavano sarebbe stato uno dei primi di una lunga, lunghissima serie.

HIDDEN WOUNDSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora