Nella mia stanza, ora, c'è un bel buco
Auguro alla mia vicina di strafogarsi
La mia gentilezza non ha eguali.
.
Mancavano solamente due giorni e credevo di essere diventata matta. I giorni erano praticamente volati come vento, e io avevo avuto soltanto il tempo di sradicare la carta da parati sul muro della mia stanza. Bé, a dirla tutta, fu soltanto un piccolo incidente, un disguido tecnico...credo. Mia madre si trasformò in una specie di furia imbestialita e dovetti sorbirmi tutte le sue imprecazioni. Secondo lei soffrivo di iperattività, di conseguenza, non riuscivo a stare quieta neppure un minuto, il ché in parte era vero. Pensai che mia madre sapesse sparare cavolate alla stessa velocità della luce, perché il motivo era un altro! Se lei non mi avesse ordinato di disornare la mia stanza, non avrei mai tentato di togliere quel quadro da muro, il quale, mi aveva opposto resistenza ed io praticamente avevo strappano una parete. In effetti, persi miseramente contro quel quadro. Me ne feci una ragione, nonostante, ormai, avessi un grazioso buco grande quando la mia testa accanto all'armadio.
Dopo quel piccolo inconveniente, fui felice di constatare che avevo terminato il mio iniziale compito, ovvero, quello di ammucchiare tutta la mia roba all'interno di scatoloni e tutti i miei indumenti in una valigia. Riuscii addirittura ad abituarmi a tenere la bacchetta nella tasca dei pantaloni; fu una sensazione strana, dopo tutto era da tempo che non ne facevo uso, infatti mi ritrovai stupita finanche del fatto che fossi riuscita a trovarla.
Sono sicura che abbiate pensato che io non fossi in grado di fare praticamente nulla, dopo anni di lungo "riposo", lontana dalla magia. Credo di dovervi deludere. In realtà, mia madre aveva avuto la santa pazienza di mettersi vicino a me e, anche se controvoglia, continuavo a esercitarmi in qualche stupido incantesimo. Certo, magari non avevo studiato granché di magia e madonne appresso, però quel poco che basta lo sapevo. Dopo tutto sarei ritornata ad Hogwarts, e lì avrei avuto modo di recuperare. Cominciavo ad agitarmi ogni volta che ritornavo su quell'argomento. In verità il problema non era Hogwarts in sé e neppure coloro che la frequentano, ma i miei amici lo erano. Ci avevo messo davvero tantissimo tempo a farmi degli amici in quella che era la mia nuova città e nella scuola. E Isabelle Redon ne era la dimostrazione. Infondo mi sarebbe dispiaciuto non rivedere mai più finanche Thomas Grier, quell'idiota. Odiavo vivere con quella preoccupazione.
Quella mattina era più tosto soleggiata, e nonostante fosse il penultimo giorno di permanenza in quella città, avevo tanta voglia di cambiare aria. Ne era a dimostrazione il fatto che mi stavo preparando per andare a scuola, il mio ultimo giorno di scuola. Mi vestii in modo molto semplice; contornai gli occhi con un filo di matita e in pochi minuti ero pronta per uscire. Mi ero caricata sulle spalle il mio zaino scolastico, pronta ad affrontare per l'ultima volta tutto quello che sono abituata a frequentare da quattro anni a questa parte. In quella mattinata avrei avuto la possibilità di fare tutto quanto per un ultima volta. Ero agitata, ecco. E non ce n'era motivo perché io di certo non avevo uno splendido rapporto con i ragazzi della mia scuola, a parte Isabelle e Thomas.
Prima che potessi finalmente uscire da casa, la voce di mia madre mi richiamò all'appello. La donna indossava un paio di jeans scuri e un maglioncino blu, con i capelli sciolti aveva una certa aria più giovanile. Aveva un paio di guanti in mano, ed ebbi paura che se avessi fatto qualcosa di sbagliato me li avrebbe tirati addosso.
"Rose, dove stai andando?" mi domandò.
Secondo i miei gusti, quella domanda era davvero fuori luogo. Dove poteva andare una ragazza di sedici anni con uno zaino in spalla alle otto di mattina? Sulla variante, non credo. "Sto andando al poligono di tiro, sai, è la mia passione." dissi, con la mia solita ironia. "Mamma, sto andando a scuola. Ma che domande fai?!"
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EUPHORIA -scorose
Fiksi PenggemarDal momento in cui realizzai che Cupido aveva tutta l'intenzione di rifilarmi una delle sue stupidissime freccette nel didietro, mi sentii in dovere di prendere un lanciafiamme e scagliarglielo contro facendo un bell'arrosto di angioletto indemoniat...