Capitolo 8 -Rose

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Mamma conosce il tizio

Il tizio è simpatico

Ma io di più

.

"Mamma c'è un tizio, qui, che dice di chiamarsi Lindor Salamandra!"

Consapevole del fatto di star facendo una grossa, grossissima figura di merda, esposi lo stesso la mia faccia stranita a quello che sembrava lo sguardo curioso del tizio che avevo davanti. Eppure, c'era da ammetterlo: quello che avevo difronte era un gran bel ragazzo, come si poteva perfettamente intuire dai capelli ramati che si ritrovava e dagli occhi celesti che, se fosse mai capitato, avrebbero potuto perfettamente entrare in contrasto con i miei, perché tendenti al blu e terrificanti alle volte.

E io non lo conoscevo. Me ne restavo semplicemente li a creare una specie di intesa fatta di sguardi curiosi. Fu per questo che desiderai ardentemente che mia madre si desse una mossa e che facesse capolino dalla cucina, magari con un gran bel vassoio di sandwiches in mano per darmi la possibilità di dileguarmi da quel momento più tosto imbarazzante.

La donna arrivò, senza sandwiches, dopo che l'avevo avvertita che alla porta c'era un tizio di cui non avevo per nulla capito il nome, infatti, a dimostrazione, c'era il fatto che lei aveva uno sguardo interrogativo in volto.

"Lindor-che cosa? Rosalin, ma che stai dicendo...?" Mia madre attraversò il piccolo corridoio che separava la cucina dalla sala principale munita di straccio e tanto di scopa, ma non appena vide chi si celava alla volta del portone, decise che quegli arnesi non sarebbero serviti.

Il suo sguardo da perplesso variò lentamente in uno sorpreso e incredulo. Si avvicinò di più nella mia direzione e osservò da capo a piedi quello che io riconoscevo come Lindor Salamandra.

I suoi occhi si accesero. "Lysander Scamander?" disse con un filo di voce, quasi commosso.

Vidi il ragazzo annuire con un piccolo sorriso accennato sul volto, per poi vederlo allungare una mano verso mia madre. "Signora Granger..." Aveva una bella voce, profonda e rilassante. La donna ricambiò il saluto stringendogliela. Ci fu uno scambio di sguardi tra di loro che io non capii, ma tutta questa tensione terminò quando Hermione Granger strinse dolcemente in un abbraccio il ragazzo, facendolo rimanere fortemente sorpreso.

"Caspita quanto tempo è passato, Lysander. È incredibile quanto tu sia cresciuto. Quanti anni avevi l'ultima volta che ti ho visto, undici? I tuoi come stanno? E tuo fratello? A scuola tutto bene? Hai una ragazza? Come mai sei qui?Sono così contenta di rivederti, caro." E fu così che la mia adorata mammina partì con la sua lunga, lunghissima lista di domande senza dare al povero ragazzo nemmeno la possibilità di fiatare.

Io me ne restavo in silenzio e, con sguardo un pò imbronciato osservavo la piccola rimpatriata felice. Avevo le braccia conserte e ogni tanto alzavo una mano per passarmela sulla guancia per poi sfiorarmi il piercing a cerchio che avevo sul lato destro del naso. Ricordo che mamma non voleva lasciarmelo fare perché credeva che il mio bel faccino non ne avesse bisogno, ma io sono una persona determinata e lo volevo ad ogni costo. Bé, sta di fatto che alla fine ha ceduto.

Non appena mia madre ebbe ricominciato a parlare amorevolmente con il ragazzo, decisi che era finalmente giunto il momento di spiccare parola perché mi ero stufata di restarmene in disparte senza entrare nel vivo della questione. "Bene, quindi tu sei il famoso..." Storsi le labbra. "...non ho idea di chi tu sia, Lindor Salamandra."

Il ragazzo distolse lo sguardo da mia madre per rivolgerlo a me e alla mia osservazione. Era evidentemente più alto di me, ma forse anche troppo perché in confronto a lui e la sua altezza io mi sentivo così piccola. Non aveva uno sguardo minaccioso, anzi sembra dolce e sereno tipico delle persone a cui piace scherzare. Avevo come la sensazione di aver già avuto modo di conoscerlo, ma effettivamente non riuscivo a ricordare, era famigliare per me quel viso.

Il biondo di cui non avevo capito il nome si decise a parlare rivolgendomi un largo sorriso. "Forse è meglio cominciare dalle presentazioni. Io so chi sei tu, mentre tu probabilmente no. Sono Lysander Scamander e non Lindor Salamandra o quello che è."

Annuii impercettibilmente con la testa e quando lui mi allungò la mano io gliela strinsi con forza. "Secondo me sei un camorrista di nome Lindor sotto copertura." dissi scrollando le spalle e lo guardai mentre si concedeva una risata.

"Mh, mi sa che ti sbagli." rise, sembrava davvero divertito dal mio commento che sicuramente mia madre avrebbe definito stupido. "immagino che io debba chiamarti Rosalin, o forse Susan."

Gli rivolsi uno sguardo serio. "Provaci e ti taglio le palle. Il mio nome è Rose, e gradirei fortemente che tu mi chiamassi così."

Sentii mia madre emettere una finta tosse che io ovviamente percepii come un rimprovero. Io non lo conoscevo e per questo motivo avrei dovuto usare dei termini più appropriati ed educati. Ma sinceramente, chi se ne frega? Si trattava di una ragazzo della mia età, dopotutto.

Mia madre, intanto, era sgattaiolata in cucina per prendere qualcosa da mangiare che poi avrebbe offerto quasi sicuramente al nostro 'ospite'. Pensandoci bene, anch'io avevo un certo languorino allo stomaco, per cui non rifiutai per nulla al mondo l'invito da parte di mamma che ci invogliava a raggiungere il salotto e accomodarci sul divano.

Io balzai con un agile scatto sul divano per cominciare a rimpiazzarmi della roba che ci stava servendo la donna. Lindor arrivò poco dopo e si accomodò sull'altro divano.

Mia madre sorrideva troppo, era visibilmente entusiasta e allo stesso tempo commossa nel ritrovarsi davanti quello che poteva benissimo essere suo figlio. Mentre io ero fortemente concentrata a sgranocchiare patatine e a sentire quei due che parlottavano su come andasse la loro vita.

Sbuffai leggermente. "Qualcuno ha intenzione di spiegarmi il perché tu sei qui e perché queste patatine fanno cagare?"

Lindor si era tolto il cappotto scuro che lo proteggeva dal freddo, per rimanere con addosso una pesante felpa grigia. Girò nuovamente il capo verso di me e mi rivolse uno sguardo comprensivo. "Se non sbaglio oggi hai ricevuto la fatidica lettera di 'accettazione' per la scuola di Magia di Hogwarts..." Annuii con il capo, ficcandomi una mano in tasca. "E come informava quest'ultima ti sarebbe stato mandato qualcuno che ti avrebbe aiutato nelle compere scolastiche e altro..."

"E immagino che quel qualcuno saresti tu. È per questo che sei qui." Trassi le mie conclusioni alla svelta.

Il ragazzo annuii. "Esattamente, sono qui per te." disse, poggiando i comiti sulle ginocchia in modo da congiungere le mani.

"Ma che carino." Voltai gli occhi al cielo, sollevando un labbro verso destra a mo di ghigno. Sapevo che mi stavo comportando da vera stronza, ma in qualche modo quel ruolo mi rendeva particolarmente forte.

"Dico sul serio." Si spinse indietro appoggiando la schiena contro il divano, . "E spero che possa sollevarti il fatto che già ci conosciamo."

Incastrai i miei occhi color notte in quelli di quel ragazzo tanto alto ma dall'espressione dolce. In qualche modo sapevo che stava dicendo la verità, lo intuivo dal suo viso che aveva un che di familiare. E finalmente una piccola e stupidissima lucina si accese nella parte più oscura e tenebrosa della mia mente. Come un piccolo puzzle, si formò nella mia mente, l'immagine sfocata e chiara di un ragazzino dall'aria vagamente nerd con tanto di occhiali e apparecchio per denti. E con lui c'ero anch'io con il volto imbronciato, trasparendo parecchia rabbia per colpa di quel bambino che a quanto pare continuava a seguirmi.

"Rosie ti dà fastidio se ti seguo?"

"Si, parecchio."

"Perfetto allora. Dove andiamo?"

Le labbra mi tremarono impercettibilmente.

"Benissimo Lysander Scamander. Mi perseguitavi all'ora e immagino che lo farai anche adesso."

L'altro sorrise.

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Continuo?

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