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Jenna

Osservo Marc, mentre tranquillamente arrotola gli spaghetti.
Ha insistito per portarmi fuori a cena, anche se gli avevo detto che potevamo vederci in un locale meno impegnativo rispetto al ristorante italiano che ha scelto.
Al telefono ha detto che si trattava di qualcosa di importante, ma da quando siamo arrivati non ha detto nulla di veramente rilevante.
-Perché volevi vedermi, stasera?- gli domando.
Lui alza gli occhi azzurri, indica i miei spaghetti ancora intatti.
-Non mangi?- chiede, all'improvviso preoccupato.
Sospiro. Non ho fame stasera. Credo sia perché temo che Marc abbia scoperto qualcosa riguardo le mie indagini su Luana Decastillo. Non sono stata affatto discreta, anzi. Forse chiedere a Madison se la conosceva è stato un errore. Potrebbe avergli chiesto qualcosa quando mi è venuto a prendere ieri sera per portarmi in spiaggia.
-Sai che non sopporto quando rispondi ad una domanda con un'altra domanda.- dico alla fine, cercando di tenere il punto.
Marc distoglie lo sguardo dal mio, posa la forchetta sul bordo del piatto ed inizia a parlare.
-Ho saputo oggi pomeriggio dal mio agente che qualcuno è interessato ad un mio quadro. È un affare importante, soprattutto considerando la crisi del mercato negli ultimi anni.
Gli sorrido, e finalmente il nodo allo stomaco si scioglie. Non ha scoperto niente.
-È una notizia fantastica. Sono davvero felice per te, te lo meriti.
Sorride anche lui, ma è ancora preoccupato per qualcosa.
-Starò via una settimana, forse di più.
Ma... Non voglio che tu stia da sola, quindi mi farebbe piacere se riallacciassi i rapporti con Frederick e Camila.
Mi impietrisco:- Marc...
-Lo so che non sei ancora completamente pronta, e anche io avrei voluto aspettare di più.- mi interrompe.- Ma Jenna... lui è il tuo migliore amico. C'è sempre stato per te, e ora ha una figlia che non hai neanche mai visto.
È un mese che sto cercando di farti capire che non sei pericolosa. Hai agito in quel modo, uccidendo Malcom, per auto difesa. Lo sai. So che lo amavi, ma era un farabutto.
Non rispondo, e lui sospira, frustrato.
-Jenna... Mi dispiace, ho esagerato.
Scuoto la testa.
-No, hai ragione. Ti sto facendo passare un inferno, non posso permettere che continui così. Sono disposta ad incontrare Frederick e Camila, a patto che tu sia con me.
Sorride, ora più rilassato:- Certo che sarò con te. Non c'è bisogno neanche di chiederlo.

***

Quando usciamo dal ristorante l'aria fredda mi investe all'improvviso.
È strano. A Los Angeles fa sempre caldo, ma questa corrente mi ricorda casa.
Marc è al mio fianco, camminiamo in silenzio verso la sua auto.
Fra poco meno di trenta minuti incontrerò di nuovo suo fratello, e la piccola Juliet.
Dovrei essere emozionata, ma la preoccupazione sovrasta qualsiasi altra emozione.
Quando entriamo nella sua auto mi perdo a fissare i dettagli dell'abitacolo.
Mi è sempre piaciuto stare in macchina con lui.
La postura rilassata mentre guida, lo sguardo attento diretto oltre il parabrezza... tante piccole cose che mi hanno sempre conquistata.
Oggi non è diverso, ma per la prima volta da quando ci siamo rincontrati mi accorgo di quanto sia ancora affascinante.
Indossa una camicia a maniche lunghe blu notte ed un paio di pantaloni eleganti. Sta bene, anzi molto bene.
Il colore dei suoi occhi è in contrasto con il blu della camicia, ed è difficile togliergli gli occhi di dosso.
Mi viene di nuovo in mente la storia di Luana Decastillo.
Come è possibile che Marc, così affascinante, non abbia neanche una ragazza che lo corteggi?
-Qualcosa non va?- mi chiede, prima di inserire nel quadro le chiavi.
Solo in quel momento mi accorgo che lo stavo fissando.
Arrossisco, poi scuoto la testa:- Niente. È che... Mi sembra così strano che tu non abbia una ragazza. Sei carino, sei intelligente, sei praticamente il prototipo di ragazzo perfetto.
Sorride, poi si volta verso di me:- Non la pensavi così quando mi hai lasciato, qualche anno fa.
Le sue parole rimangono sospese fra di noi, in una nuvola di imbarazzo.
Non rispondo, ma distolgo lo sguardo dal suo.
Marc mette in moto l'auto:- Non ho avuto nessuna dopo di te.
Non che non sia uscito con qualche ragazza, ma... continuavo a confrontarle con te, cercavo te nelle altre.
Dopo qualche tempo ho preferito lasciare perdere, e mi sono dedicato completamente all'arte. Ora sto bene così, non sento la necessità di avere qualcuno con cui dover condividere ogni cosa.
Te sei di nuovo nella mia vita, anche se non come sei anni fa, e penso proprio che sia meglio così.
Quando troverò un'altra donna che valga il mio tempo, non esiterò a conquistarla.
Ma per adesso...
Non completa la frase, e forse è meglio così.
Non rispondo perché sono troppo in preda all'imbarazzo. Anche se abbiamo accennato più volte alla nostra relazione finita, non ne abbiamo mai parlato così apertamente.
-Quando ti ho rivista alle Hawaii...- continua, ed il mio cuore inizia a battere ancora più forte
Dove vuole arrivare?
-...all'inizio è stato difficile. Non eri cambiata di una virgola, tranne che per la durezza con cui mi guardavi. Io ero ancora così innamorato di te, e credevo veramente che avrei potuto aggiustare le cose.- dice, poi si interrompe e parcheggia davanti alla casa di Frederick e Camila.
Prima di continuare a parlare mi guarda e per quanto io lo voglia, non riesco a distogliere gli occhi dai suoi. E' una strana sensazione. Ho paura di quello che potrebbe dire, ma allo stesso tempo sto morendo dalla voglia di saperlo. All'improvviso sento la necessità di scoprire quale ruolo ho giocato e sto ancora giocando nella sua vita.
-E' per questo che quella sera ti ho fermata, quando stavi per andare a correre.
Ero uscito a fumare perché ero troppo agitato, e stavo pensando a te così ardentemente che quando ti ho vista uscire dall'albergo ho creduto fossi frutto della mia immaginazione. Invece eri lì, ma quando mi hai sputato addosso quelle parole mi sono sentito un completo idiota.
Sei sempre stata troppo speciale, come potevo pretendere che dopo un anno tu fossi ancora innamorata di me? Ed io mi sono sentito un cretino per averti trattato in quel modo. Ho lasciato che l'unica donna che mi aveva fatto sentire diverso, che aveva imparato a capirmi, se ne andasse via. Come si fa ad essere così stupidi?
Sospiro. I miei occhi sono ancora incatenati ai suoi. Ho paura che da un momento all'altro possa baciarmi, ma la cosa che più mi spaventa è che probabilmente non mi tirerei indietro.
Per questo decido di parlare, per mettere subito le cose in chiaro.
-Marc, se provi ancora qualcosa per me...
-Voglio aiutarti, ma non perché sono ancora innamorato di te. Voglio aiutarti perché mi sono pentito di averti trattato in quel modo assurdo, perché sei ancora una ragazza intelligente e perché sono tuo amico, ed è mio dovere aiutarti ad uscire dal tunnel in cui sei precipitata.
Sospiro. In un certo senso sono contenta che mi abbia interrotto. Cosa stavo per dire? Non riesco nemmeno a ricordarlo.
Senza indugiare troppo scendo dall'auto, e dopo qualche secondo sento il suo sportello chiudersi alle mie spalle.

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