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Era passato un anno.
Un fottuto anno.
Il periodo più brutto della sua vita, probabilmente, così squallido che nemmeno trovava un singolo aggettivo per descriverlo se non ripugnante.

Jimin era stato rinchiuso in prigione pochi giorni dopo che ebbe fatto sesso nella chiesa con Jungkook;
Una stupida vecchia signora aveva spifferato tutto alla polizia e gli  aveva  fatto causa, trascinandolo così nella merda e a quindici anni di prigione per infrazione del proprio voto e per aver 'dato cattivo esempio ad anime pure' sfoggiando la sua omosessualità.
Stronzate.

Dio non aveva mai detto che amare fosse sbagliato.

E poi no, cazzo, lui quindici anni non ci stava in quel buco.

Era pieno zeppo di persone raccapriccianti, anche se doveva dirlo, era stato fortunato con il suo compagno di cella; si chiamava Sehun ed era un ragazzo relativamente tranquillo, pieno di tatuaggi e cicatrici fuoriposto, finito probabilmente li per spaccio di Marijuana e  infrazione di molteplici leggi, insomma, la normalità in quel posto.

Sicuramente meglio di Bang Yongguk, un ragazzo dai capelli corvini, lo sguardo di fuoco e dal carattere terribilmente presuontuoso, nell'anno che era trascorso, aveva abusato Jimin violentemente più e più volte, giocando con il suo corpo fine, sgretolandolo fra le sue labbra rosse.

Le sue mani sul suo corpo bruciavano ancora come marchi indelebili, i suoi baci, ogni qualvolta glieli rubava, gli davano il voltastomaco.

Ormai la sua pelle non reagiva nemmeno più alle cattiverie ed alla violenza che gli inferivano, subiva e subiva senza più emettere alcun suono di lamento, c'aveva preso l'abitudine.

Una sola cosa egli non poteva permettersi di sopprimere, l'amore per Jungkook.

Non vi fù momento, instante, ed attimo in cui Jimin non pensasse a Jungkook.

Il modo brutale con cui gliel'avevano strappato l'aveva condotto a notti insonni, in cui le lacrime bruciavano, salate, contro il suo misero cuscino stropicciato e sgualcito e la bocca si riduceva ad urla mute ed invocava, innumerevoli volte, il nome del moro.

Jimin si nutriva dei ricordi meravigliosi che permanevano nel suo animo, vivi, giacchè necessitava di Jungkook.

Jungkook era il suo universo, il suo peccato supremo, la sua macchia nell'animo candido.

Mai aveva amato un peccato così, mai pensava che sarebbe arrivato a considerarlo un suo vizio, ma alla fine lo era.

Ne era dipendente, e in quell'anno aveva sofferto come se gli avessero strappato dal petto il cuore, ancora pulsante.

Ed ora, dopo quell'inferno, tutto stava per cambiare radicalmente.

I due giovani s'erano promessi che Jungkook avrebbe preso il posto di lavoro come carceriere dopo un anno, per non destare sospetti, e di fatto era semplice, aveva dovuto solo cambiare identità e modificare, nel modo più possibile, il suo aspetto estetico.

Ed ecco che le parole desiderate da 365 giorni giunsero all'orecchio di Jimin.

"È arrivato un nuovo carceriere" pronunciò il suo vicino di cella proprio prima di svaccarsi sulla propria brandina ed accendersi una canna. "Dicono che sia dannatamente scopabile"

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VI PREGo SCUSATEMI PER IL TEMPO IMMENSO Che c'ho MESSO AD AGGIORNARE.
Scusate.
+ non sapevo se avessi già messo questa parte, perchè wattpad è rincoglionito.

Lasciate una stellina a dta povera crista (che sarei io) :p

Diabolic ーJikook🍒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora