Una distorsione che apre le porte all'amore

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La Kurosano era andata in ritiro a Tokyo.

Si sarebbero allenati con la Nekoma e la Fukurodani per mettere in assetto una squadra più forte.

Arrivati a destinazione Shoyo e Tobio si erano uniti a Kenma e stavano parlando di quello che li aspettava in quei mesi.

Kei invece era rimasto incantato ad osservare il capitano della squadra, Kuroo, che sentendosi osservato portò lo sguardo su di lui che ebbe il buon gusto di arrossire imbarazzato distogliendo lo sguardo.

Non si vedevano da diverso tempo ed in quel momento si era accorto di quanto gli fosse pesato non poter vedere il ragazzo.

Quel pomeriggio stesso iniziarono ad allenarsi e fecero una prima partita proprio contro la Nekoma.

Kei ritrovandosi davanti Kuroo deglutì a fatica cercando di restare concentrato al meglio sul gioco.

Per tutta la partita il ragazzo dai capelli corvini si annotò mentalmente le pecche del giocatore biondo e gli avrebbe parlato una volta terminato dandogli dei consigli utili, ma per farlo gli serviva l'aiuto di un'altra persona.

Quando il pomeriggio d'allenamento terminò, Kuroo s'avvicinò a Kei prendendolo per il polso: «Aspetta. Devo spiegarti delle cose»

Il ragazzo sorpreso da quel gesto rimase indietro mentre la squadra si avviava verso gli spogliatoi per poter finalmente dedicarsi al riposo.

Kotaro li raggiunse poco dopo: «Come mai mi hai chiesto di restare?»

«Devo spiegare delle cose a lui e mi serve il tuo aiuto» disse semplicemente l ragazzo senza pensarci troppo.

«D'accordo» rispose lui tranquillamente.

«Andiamo sotto rette e ti spiego come fare un muro che regga anche agli attacchi più forti»

I tre si avviarono sotto rette, Kenma, che era rimasto da parte come richiesta del capitano s'avvicinò a loro ed iniziò ad alzare le palle a Kotaro che iniziò a fare varie schiacciate mentre Kuroo spiegava a Kei come muoversi su qualsiasi tipo di palla ed anche a come usare il muro per fare punto o come usarlo a suo favore per tenere la palla in gioco.

Il ragazzo biondo imparò rapidamente a leggere i tempi delle varie schiacciate e ad agire prontamente su ognuna di esse.

All'ennesima schiacciata riuscì a prendere la palla, ma quando tornò a terra mise male il piede cadendo a terra.

Preoccupato Kuroo l'avvicinò: «Tutto bene?»

«Sì. Almeno credo...» rispose lui.

Il ragazzo dai capelli corvini s'alzò tendendogli la mano, lui l'afferrò, ma ma rialzandosi sentì dolore e s'appoggiò di peso a lui sbilanciandosi in avanti. Notando che aveva alzato il piede da terra capì cos'era successo e lo prese in braccio sorprendendolo.

«Cosa fai?» gli domandò preoccupato tenendo il volto nascosto contro il suo collo.

«Ti sei preso una storta. È meglio fasciarla e metterci del ghiaccio, ma cerca di non sforzarla troppo» rispose il ragazzo dai capelli corvini.

Kei si lasciò andare ad un sospiro che fece scorrere al ragazzo lungo tutta la schiena un brivido.

Arrivati all'infermeria mise il ragazzo su uno dei letti e gli tolse la scarpa e la calza osservando attentamente la caviglia per poi prendere una pomata e mettergliela con cura per poi fasciargliela stretta e dopo averlo aiutato e mettersi meglio sul letto gli mise sopra una borsa con del ghiaccio facendolo rabbrividire.

Notando la cosa gli domandò: «Sicuro di stare bene?»

«Io e il freddo non andiamo d'accordo» ammise lui.

Il ragazzo dai capelli ridacchiò divertito, ma poi si mise seduto sul letto: «Sai pensavo che sei migliorato molto nonostante tutto»

«Ti ringrazio» rispose lui distogliendo lo sguardo mentre un leggero alone rosato gli colorava il volto.

«Kei, posso chiederti una cosa?» gli domandò il ragazzo dai capelli corvini.

«Sì...» rispose lui guardandolo nuovamente.

Kuroo gli posò una mano su la gamba e gli chiese: «Ho notato come reagisci ad ogni mio sguardo. È possibile che io ti piaccia?»

L'intensità di rosso sul volto del ragazzo biondo aumentò, ma poi ammise: «Sì. Solo che non volevo dirtelo perchè se non fossi ricambiato farebbe male»

«Capisco, ma devo confessarti che non vedevo l'ora di vederti e passare del tempo con te. Giocare con te e contro di te mi piace. Riesce a farmi stare bene ed avere il tuo sguardo su di me» ammise il ragazzo per poi avvicinarsi un po' di più al suo volto: «Mi piaci anche tu, Kei»

Non gli diede il tempo di rispondere che lo baciò con dolcezza sorprendendolo, ma il ragazzo biondo non ci mise molto a ricambiare quel bacio immergendo la mano nei suoi capelli corvini.

Quando s'allontanarono Kuroo tolse il ghiaccio dalla caviglia del ragazzo e lo prese recuperata la scarpa ci mise dentro la calza per poi dargliela e prenderlo in braccio.

«Potrei provare a camminare da solo» disse lui legandogli un braccio attorno al collo.

«No. Non devi affaticare la caviglia» rispose lui sorridendogli per poi aggiungere: «Preferisci tornare dai tuoi amici o passare la notte con me?»

«Forse dovrei avvisarli che resto con te così non si preoccupano troppo» ammise lui.

«Allora prima passiamo da loro e poi, dopo aver mangiato qualcosa, andiamo in camera a dormire» rispose lui a quelle parole. Durante il tragitto incontrarono Shoyo e Tobio che parlavano con Kenma.

Vedendoli i due sorrisero, Kenma aveva raccontato loro cos'era successo per questo il ragazzo dai capelli arancioni porse a Kuroo la borsa dell'amico dicendogli: «Lo affidiamo a te. Siamo certi che te ne prenderai cura»

Detto questo se ne andarono lasciandoli da soli.

Kuroo si era messo la borsa del compagno a tracolla ed alla fine l'aveva portato senza pensarci troppo fino alla mensa dove, dopo averlo adagiato su una delle tante sedie mettendogli sotto la caviglia la borsa in modo che restasse rialzata. Prese da mangiare per entrambi e tornò al tavolo mettendogli davanti il vassoio.

Se la presero con calma e poco dopo andarono nella stanza del ragazzo dai capelli corvini ed andarono a dormire.

Quella notte Kei s'accoccolò tra le braccia di Kuroo che lo strinse con dolcezza lasciando che si appoggiasse al suo petto sussurrandogli: «Se la caviglia ti fa male non esitare a dirmelo e ti aiuto»

«Va bene, Kuroo» rispose lui togliendosi gli occhi scivolando lentamente nel sonno.

Il ragazzo dai capelli corvini posò gli occhiali del ragazzo da una parte e s'addormentò anche lui cadendo in un sonno profondo. 

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