Capitolo 18

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Giunse il momento di tornare in Italia. Yassin partì due settimane prima per il lavoro, insieme a suo padre.

Le cose tra di noi non andavano molto bene. Cioè non abbiamo mai litigato, ma a volte sembrava molto freddo con me. 

Il nostro volo è stato appena annunciato. Per nostro intendo anche mia suocera e il suo fratellino più piccolo.

---TRE ORE DOPO---

Mi guardai intorno per vedere da qualche parte, ma non c'era da nessuna parte.

-Voleva venire lui a prendervi, ma il suo capo aveva bisogno si lui.- disse suo padre, capendo a cosa sto cercando.

Sorrisi e salì in macchina, delusa. Certo è il suo lavoro, ma proprio oggi?

-Allora, cosa avete fatto in questi giorni che non c'eravamo io e Yassin? Non ci avrete mica traditi.

Scoppai in una risata rumorosa perché non m l'aspettavo proprio una frase del genere da lui. Cioè è un uomo abbastanza serio e alla "vecchia".

-E smettila di dire cavolate!- disse sua moglie alzando gli occhi al cielo.

Sorrisi. Sono davvero una bella coppia.

La casa si trovava in un paesino vicino all'aereoporto. Però fino a sta sera non la vedrò poiché siamo invitati dallo zio di Yassin e da quel che ho capito non ci siamo solo noi. E in effetti non ho capito male. La casa era quasi piena. Alcune persone mi sono famigliari- probabilmente sono stati al nostro matrimonio- altri no.

Salutai tutti e mi accomodai vicino a mia suocera. Tutti gli occhi erano puntati su di me.

-Hai proprio scelto bene Fatima! E' davvero bella, Yassin sarà felice- disse d'un tratto una di loro. Spero proprio che lo sia.

In tutta la sua bellezza, Yassin entrò nella stanza puntando, subito, gli occhi subito su di me.

-Ahlan SiYAssin!- disse contenta una ragazza di circa 17 anni.

Si voltò verso di lei e la salutò con un cenno di mano. Fece lo stesso con tutte le altre donne, sue zie, e poi arrivò da sua madre, da cui si fermò per un po' di più.

-Mi sei mancato così tanto figlio mio, come stai?- disse lei abbracciandolo forte.

-Sto bene mamma, non vedi?- disse ridendo e cercando di staccarsi.

Quando, finalmente, lo lasciò andare mi salutò dandomi due baci sulla guancia.

-Siete davvero carini insieme! Macha'allah- esultò un'altra ragazza, molto carina. Alta, magra, jeans e maglietta lunga e il velo. Truccata leggermente, ma, secondo me, è bella anche senza.

Le sorrisi timidamente e vidi con la coda dell'occhio che anche lui era in imbarazzo.

Alzai gli occhi sulla ragazza che lo salutò quando era entrato. Lo stava guardando sorridendo. Poi guardò me come volesse uccidermi. Fantastico, sono qui da circa un'ora e già mi odiano.

-- Dopo cena --

-Sahar, andiamo.- disse Yassin entrando nuovamente nella stanza.

Mi alzai rapidamente prendendo la mia borsa.

Salutai tutti e mi diressi verso di lui. 

-Ci vediamo dopo, io rimango ancora un po' qui.- disse Fatima.

Annuì ed uscì seguendolo.

Si voltò per assicurarsi che lo stessi seguendo, mi prese per mano e accellerò il passo.

Salimmo in macchina e nessuno dei due osò dire qualcosa, fino a casa.

-Questa è la nostra camera, il bagno è da quella parte- disse indicandomi due porte.

La casa era molto grande e il balcone dava su un bel prato verde e sulle montagne. E' buio quindi non riesco a vedere bene.

Corsi in bagno per farmi la doccia, ma mi ricordai, solo dopo essermi bagnata i capelli, che i miei vestiti erano rimasti nella macchina di suo padre. Mi misi l'accappatoio e aprì leggermente la porta.

-Yassiiiiin!- urlai, sperando che non si sia addormentato.

-Cosa c'è?- disse uscendo dalla camera.

-I miei vestiti sono rimasti nella macchina di tuo padre...

Rientrò in camera e uscì dopo poco tempo con in mano dei vestiti, suoi.

-Tieni- disse lanciandomeli.

-Grazie...- dissi anche se so che non mi avrà sentito, perché era già rientrato in camera.

Sbuffai e ritornai a docciarmi.

Sahar's Story [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora