Capitolo 30

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Yassin

Esco dal bagno lentamente, guardandomi intorno come fossi un ladro.
La vidi, lì,  seduta a mangiare come non lo avesse fatto da anni.
Sorrisi avvicinandomi al tavolo, sedendomi il più  lontano possibile da lei.

Anche se continuavo a scappare, sapevo benissimo che prima o poi dovevo dirglielo- prima che lo scoprisse da sola.

- Yassiiiiin- urlò mio fratello vicino a lei.
- Youssef, non urlare!- dissi facendo il finto infastidito.
- Vieni con me e Sahar al parco?
- No- risposi secco iniziando a mangiare.
- Ma perché?- disse triste e sorpeso.

Persino Sahar rimase perplessa, non avevo mai detto di no a mio fratello. A tutti ma non a lui.
È troppo prezioso per me.
- Sono stanchissimo e vorrei riposare. Poi sta sera dobbiamo andare dallo zio, te lo ricordi?- mi giustificai.

Non stavo mentendo: ero davvero stanco e quella sera, come tutte i sabati sera, dovevamo cenare con la nostra grande famiglia.
E questo significava che dovevo vederla, ancora una volta, e desiderarla senza potermi avvicinare a lei.

Il primo amore non si dimentica mai. Ed è proprio vero. Quella dea non voleva svanire dalla mia mente nonostante io stessi per avere un bambino.

Quest'ultimo mi fece sorridere e non passò  inosservato a mama.
- Weldy, cosa ti fa sorridere così tanto?
- Sto per divenrare padre, mama. Ancora non ci credo- esulto.

Sentì lo sguardo suo che mi bruciava la pelle, ma non mi girai.
Sorrideva anche lei. Lo intravidi con la coda dell'occhio.

- Sono così felice per te figlio mio- disse con gli occhi lucidi.
Sorrisi baciandole la fronte e iniziando a mangiare.

Iniziavo a sentirmi in colpa perché la stavo evitando. Non era poi tutto colpa sua.
Alzai lo sguardo lentamente incontrando subito i suoi bei occhi marroni che mi fissano.
In uno sguardo leggevo le sue emozioni.
Un mix tra tristezza, perplessità e felicità.
Le sorrido per rassicurarla ritirandomi poi nella nostra stanza.

- Yassin- disse dopo essere entrata ed essersi chiusa la porta alle spalle.
- Ma hai lavato i piatti o te stessa?- dissi guardando la sua maglietta bagnata sulla pancia.
Qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa pur di non parlare di ciò che mi accadde quella mattina.

- Voglio andare a comprare dei vestiti per nostro figlio- disse contenta come una bambina che riceve dolci.

- Va' pure- alzandomi e- tieni- porgendogli carta da credito dissi.

Mi esaminò per qualche secondo ed uscì dalla stanza delusa.
Ed ecco che in me tornò quel senso di colpa che mi tormenta da quella mattina.

Sahar's Story [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora