Capitolo 36

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La osservavo mentre mi guardava disgustata che mangiavo quegli spaghetti contro dati di cozze e polipo.

Sorrisi incoscientemente e per un attimo dimenticai tutto ciò che successe tra noi.
Ricordai di quanto io ero innamorato di lei e lei pure. Ricordai quanto lottai per accettare che lei non ci fosse più e che ero rimasto intrappolato con una donna che nemmeno volevo, che facevo finta di volere al mio fianco.

Quel momento bello, ma breve fu interrotto dalla voce di Alfred.
- Allora ragazzi, cercate di svolgere questo lavoro bene e di avere molto successo. Va bene?-disse con il suo accento francese.

- Tu non ci sarai?- disse lei mentre tossiva per l'acqua che le stava andando di traverso.

- No, ho altro da fare. Sono sicura che ve la caverete.

Annuì senza dire niente. Era abbastanza infastidita. E ciò mi fece sentire un vuoto allo stomaco. Dopotutto, era ovvio che avrebbe voluto più rivedermi.

Ci alziamo dal tavolo in silenzio per poter pagare e ritornare al lavoro.

- Bene, ora potere iniziare il vostro lavoro nel tuo ufficio- disse Alfred rivolgendosi alla ragazza in parte a me.

Annuì e mi fece segno di seguirla.
Così feci.

Era tremendamente bella, concentrata sul lavoro. Ero così rilassato dalla sua voce che non mi resi nemmeno conto che era l'ora di tornare in Hotel.

- Ora devo andare, ci vediamo domani?- chiesi guardandola nei suo occhi. Quegli occhi che solo io riuscivo a far brillare, che in quel momento non riuscivo più a decifrare le sue emozioni.

- Va bene, a domani- disse distogliendo lo sguardo per poggiarlo sul suo cellulare che squillava.

- Pronto?- disse- Che cosa!? Sto arrivando!- continuò attaccando e infilando il telefono nella borsa.
- Che succede?- chiesi preoccupato
- Ehm... ho dei problemi in famiglia, devo correre a casa ora.
- Vuoi un passaggio?- chiesi.
- No grazie, prenderò un taxi.
- Non credo che arriverà subito, soprattutto a quest'ora. Forza andiamo.

-Va bene- rispose non avendo altra scelta.

- Dove abiti?- chiesi mentre mi allacciavo la cintura.

Mi indicò la via e subito sfrecciai verso il suo appartamento.

- Grazie mille-disse una volta sotto casa sua.

- Niente, se hai bisogno chiamami.- dissi, ma ormai lei aveva chiuso la portiera.

Quando stavo per partire vidi il suo telefono sul sedile illuminarsi.
Lo afferai per riportarglielo, uscendo dalla macchina.

Bussai alla porta aspettando che mi aprisse.
La porta di aprì e vidi...

Sahar's Story [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora