Capitolo 22

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- Hai intenzione di rimanere girata e non guardarmi?- disse facendomi girare la testa verso di lui.
- Si!- risposi per poi girarmi di nuovo.

Stavamo tornando a casa ed ero ancora furiosa per la storia della cameriera.
- Mi vuoi dire almeno che cosa ho fatto?
- Me lo chiedi anche? Dovresti saperlo!- gridai.

Si fermò di scatto vicino ad una ragazza, abbastanza famigliare.
- Ahlan SiYassine- squittì.
La guardai bene per cercare di riconoscerla, capendo dopo che era sua cugina.

- Oh ciao Sahar! Non ti avevo vista- disse girando la testa verso di me.
Si come no, sono così piccolina che non mi ha vista. Phff.
La guardai cercando di fare il sorriso più amichevole che io posso fare.

- Vuoi un passaggio a casa?- le chiese Yassin.
Ma sta un po' zitto.
- Oh sì mi farebbe piacere. E sarei ancor più contenta se Sahar mi lasciasse sedere vicino a te.

COSA!?
Ma io ti stacco i capelli uno ad uno brutta vespa.
Scesi dalla macchina prendendo anche Youssef.
- Sahar dove stai andando?- chiese il mio adorato marito.
- Voglio fare una passeggiata. Accompagna la pure- risposi sorridendo.
Scommetto che, quella Barbie, starà facendo i salti di gioia.

Iniziai a camminare con Youssef in parte che giocavo a sparare agli uccelli che passavano.

Giunsimo in poco tempo a casa.
Mi misi il pigiama e iniziai a preparare le lasagne.
- Sahar dopo vieni a guardare con me i cartoni?- chiese il piccoletto.
- Certo tesoro.
È così tenero.
Misi le cena nel forno e mi misi sotto le coperte vicino al bambino.

Il cancello si aprì e subito dopo sentìil rumore dei passi di qualcuno, che non poteva essere nessun' altro se non lui, salire le scale.
Entrò in casa salutando sua madre, che stava uscendo insieme a suo padre, e andando in camera senza rivolgermi ne parola ne sguardo.

Dopo poco entrai in camera pure io e, facendo come ha fatto lui, prendo una felpa ed esco. Lahla i kabbar lik Shan.

Mentre apparecchiavo, uscì dalla stanza, andando a sedersi vicino a suo fratello.

Misi le porzioni sui piatti e lì portai in sala.
Iniziammo a mangiare in silenzio.

- Mmh- commentó Youssef mettendo l'indice sulla guancia.
Gli diedi tanti bacini sulla guancia.
- Lui no, perché è brutto- disse riferendosi a suo fratello.
- A me ci pensa sta sera- disse facendomi l'occhiolino.
- No lei è mia- disse il bambino abbracciandomi.
- È mia moglie, non la tua- gli rispose facendogli la linguaccia.
- Tranquillo Youssef, sono tua
- Zitta tu o ti porto al fiume- mi minacciò Yassin.
Che paura sto tremando.

Mi alzai per prender un'altra porzione.
Tbarkellah 3lia, sono usciti davvero buoni.
- Dopo ingrassi- disse Yassin dogliendomi il piatto è mettendomi davanti a lui, iniziando a mangiare.
Mi alzai e andai a prendere un'altra porzione.
Mi guardò male.
Esplodi, mica ti ascolto.

Sparecchiai e lavai i piatti, poi mi rimisi sotto le coperte a guardare la tv.
- SAHAAR, VIENI QUI- gridó lui dalla camera.
- NON HO VOGLIA
- SE NON VIENI TI VENGO A PRENDERE IO
- CHE PAURRAAA
Esce dalla stanza, venendo dritto verso di me.
Mi attacco a Youssef abbracciandolo forte.
- Cos'è questa roba?- disse mostrandomi dei graffi sulla sua schiena, sorridendo malizioso.
- Non lo so- mento.
- Sicura che non me li hai fatti tu?- chiese sorridendo.
- Vai via, lei è mia- urlai di nuovo il bambino.
- La notte grida il mio nome non il tuo- disse facendogli la linguaccia.

Imbarazzo vieni a me.
- SMETTILA DI FARE L'IDIOTA, VAI DALLE TUE BAMBOLINE- grido andandomene in camera.
Chiudo la porta a chiave e mi sdraio sul letto ripensando alla ragazza della gelateria e a sua cugina di cui non so ancora il nome.

- SAHAR APRÌ LA PORTA. SE NON LA APRÌ LA ROMPO ED ENTRO.

Non rispondo.
- VA BENE NON APRIRE. TANTO CI ENTRO LO STESSO.
Lo sentì allontanarsi.
Presi il telefono per chiamare Safa', sua sorella.

La porta del balcone si aprì facendo entrare Yassin.
Mi alzo di scatto per uscire dalla stanza, ma mi prese per il polso e mi sbatte alla porta.
Continuai a gridargli di lasciarmi e piano piano le lacrime iniziarono ad uscire dai miei occhi.
- CALMATI CAZZO- urlò iniziando a baciarmi.
Lui lo sa. Lo sa che il mio punto debole è lui. Lo sa che se le sue labbra toccano la mia pelle mi sciolgo e mi dimentico del mondo intero.
Si stacca da me e io mi lamento.
Sorrise guardandomi negli occhi.

- Sono solo tuo- mi sussurra.
Riprende a baciarmi e senza mai staccarsi mi prese in braccio portandomi sul letto.
Con una mano mi alza il lembo della magliette e pian piano me la sfila.
- Yassin- dissi tra un bacio e l'altro- Youssef- continuai.
- È arrivata mamma, non ti preoccupare.- disse togliendosi la maglietta.
- Sei mia.- disse iniziando a baciarmi di nuovo.
- Voglio sentirti urlare il mio nome, è così bello sentirtelo dire.
- Yassin- e gli diedi un bacio sul collo- Yassin- dissi dandogliene un'altro- Yassin- dissi affogando nel suo collo.
- Yassin...ti amo- sussurrai con il respiro appannato.

Sahar's Story [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora