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CAPITOLO1
Prima di quella notte il giovane Peter non era mai entrato in una casa da gioco. Non era mai stato chiamato Conte di Northwood. Non aveva mai saputo quanto alto fosse il debito di suo padre.
Era una notte piena di prime volte per lui. Era così fuori luogo in quelposto, con la giacca ordinata e gli stivali lucidi. Eppure doveva entrare, doveva giocare e vincere la più grande somma fosse mai stata vinta in una casa da gioco di Londra per permettere a sua sorella e a sua madre di non perdere tutto.
L'onore, il titolo e la rispettabilità del loro nome. La loro casa.
"Signore, volete un'altra carta?"
Era quasi certo che il tremore delle sue mani non potesse essere visto dagli altri ma lui lo notava benissimo.
Stava perdendo e non aveva neanche i soldi per pagare questo altro debito. Come aveva potuto pensare di poter vincere? Stava seriamente pensando di affogare il suo dolore in un altro bicchiere di quel liquore che una signorina da una scollatura profonda gli aveva offerto quando sentì una mano posarsi pesante sulla sua spalla.
"Il signore per stasera smette di giocare"
Trai borbottii e gli insulti da parte dei suoi avversari si sentì alzare dalla sedia e portare lontano dal tavolo.
"E 'inutile che vi lamentiate, i debiti saranno tutti pagati"
Mentre camminava muto dietro lo sconosciuto non poté fare a meno dichiedersi chi fosse l'uomo disposto ad accollarsi tutti i suoi debiti e che cosa avrebbe voluto in cambio.
Entrò dentro una stanza nascosta agli occhi dei giocatori della sala ma con una vista che permetteva di controllare tutta la casa da gioco.
"Signore, vi ho portato il ragazzo come mi avevate chiesto"
Albuio non si era neanche accorto che ci fosse qualcun'altro nella stanza. Quando i suoi occhi iniziano ad abituarsi al buio, vide che c'erano due uomini intenti a fumare lunghi sigari. La luce venne improvvisamente accesa e lo vide. Era l'uomo che tutti lì sotto indicavano come il proprietario della casa da gioco: Christopher Orson.
"Siete il giovane Conte di Northwood?" chiese una voce profonda e bassa.
"Sì, signore"
"Ilvostro defunto padre vi ha lasciato parecchi debiti"
Il giovane non ritenette necessario rispondere, tutti a Londra conoscevano le condizioni economiche in cui si trovava la sua famiglia.
"Esiete venuto nel mio club per prendere esempio da vostro padre? O speravate davvero di vincere?" gli chiese quasi ironico.
"Io...io signore, mi dispiace ma..." si ritrovò a balbettare Peter non sapendo cosa rispondere.
"Voi non avete idea di come riuscire a ripagare i creditori che vi stanno alle costole? Se volete, io potrei aiutarvi" gli disse l'uomo fissandolo con i suoi profondi occhi scuri.
"Davvero, signore?" e non riuscì a evitare un tono sorpreso.
"Conte, voi avete proprio qualcosa che io desidero" disse Christopher facendosi rigirare il sigaro oziosamente tra le mani.
Il pomo d'Adamo del giovane a ogni domanda dell'uomo seduto davanti alui saliva e scendeva ad una velocità sempre maggiore.
"Abbiamo venduto tutte le nostre proprietà e quelle che non abbiamo potuto vendere sono intoccabili, si tramandano con il titolo"
Una risata forte scosse le spalle muscolose del suo interlocutore.
"Non voglio le vostre stupide proprietà, ne ho già collezionate così tante che potrebbero bastare per altri due o tre uomini come voi. Io voglio vostra sorella" il tono di voce, serio e irremovibile, e lo sguardo fisso gli confermarono che quell'uomo non scherzava.
"Mia sorella?" chiese con gli occhi sgranati e la paura che attanagliava le sue carni.
"Dannazione, Cris neppure tu puoi arrivare a tanto" disse l'altro uomo che, fino a quel momento, era rimasto zitto.
Con uno sguardo irato Cristopher si era alzato dalla sua poltrona e aveva fulminato quello che poteva definirsi il suo unico amico.
"Taci Lucas, non sono affari che ti riguardano"
Lucas non riconobbe, in quell'uomo, l'amico con cui pochi minuti fa fumava tranquillamente il sigaro che gli bruciava tra le dita.
Era ritornato.
Era ritornato il ragazzino insaziabile che aveva conosciuto al collegio.
Era ritornato il Diavolo.
"Allora Conte, che ne dite? Vostra sorella in cambio dei vostri debiti. Tutti i vostri debiti" il tono di voce basso e persuasivo così pronto a non lasciargli scampo.
Il giovane Peter Northwood non poteva fare a meno di sentirsi mancare l'aria. Doveva scegliere tra sua sorella e i debiti? E si poteva davvero vendere o comprare una persona?
"Non state a pensare troppo. Non ho tutto il tempo del mondo" disse Cristo quasi stufo di aspettare la sua risposta.
Sì. Si poteva vendere una persona.
E quando Peter lasciò il club alle sue spalle si era appena disfatto di tutti i pesanti debiti di suo padre e aveva venduto sua sorella a Cristopher Orson, il più ricco bastardo di Londra.
Avevano davvero ragione a chiamarlo Diavolo.
I suoi occhi, occhi neri come un pozzo senza fondo, erano proprio gli occhi di un Diavolo.
Era un'altra prima volta per lui. Era la prima volta che incontrava il Diavolo e al Diavolo non si poteva mai dire di no.
*NOTE AUTRICE*
Come vi sembra questa nuova storia? Ha un inizio interessante?
Anche voi morite dalla voglia di conoscere qualcosa in più del Diavolo?
Se il capitolo vi è piaciuto vi chiedo di lasciare un voto e un commento!! Grazie mille, mi state aiutando tantissimo :-)
Il prossimo capitolo lo pubblico domani :-)
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Il Diavolo e la Luce
Historical Fiction!COMPLETA! Se avessero chiesto a Lucy Northwood con chi voleva sposarsi lei con certezza avrebbe risposto: William Sherwood. Ama quell'uomo fin da quando era piccola e ha già fatto i piani per il proprio futuro. Peccato che i debiti accumulati dal...