Lucy e le ragazze giravano per le strade del centro di Londra per comprare qualcosa per le giovani che sembravano non possedere altri abiti che quelli neri e spenti che
indossavano.
Mindy la teneva stretta, con la sua manina piccola e calda, e si fermava davanti a ogni vetrina con gli occhi sgranati e chiedendo a cosa servissero tutti quegli strani oggetti.
Era tutto nuovo agli occhi delle ragazze e sembravano avere paura di chiedere quello che desideravano, nonostante gli incoraggiamenti di Lucy.
Peccato che Cris non è qui con noi, pensò Lucy che lanciò un'occhiata verso unimbronciato Lucas, costretto ad accompagnarle, mentre si guardava attorno spaesato.
Avrebbe dovuto accompagnarle Cris ma all'ultimo si era presentato un imprevisto alla ristrutturazione della casa e aveva mandato Lucas a sostituirlo.
Guardandolo, con le spalle basse e il passo svogliato, non sapeva se dell'assenza di Cris fossero più dispiaciute le ragazze o lui.
Entrarono in un negozio alla moda per i vestiti femminili e riuscì comprare vestiti per ogni occasione, ignorando le proteste di Johanna ed Elizabeth che non volevano
spendere troppi soldi e gli sbuffi di Lucas.
L'unica entusiasta di spendere e provare decine di vestiti era Mindy che rideva facendo delle piroette davanti allo specchio.
“Possiamo prendere un vestito anche per Eureka, Lucy?” le chiese guardandola con i suoi immensi occhi azzurri.
“Eureka è un maschietto, non gli serve un vestitino” le rispose accarezzandole la testa e rimettendole un lungo ricciolo dietro l'orecchio.
La bambina sembrò trovare convincente la risposta e tornò a giocare con la bambola che avevano comprato in uno dei negozi che avevano già visitato.
Mentre si dirigevano alla carrozza alla fine della strada avvenne il disastro.
Un uomo ubriaco e malconcio si avvicinò a loro e urlò rivolto verso di lei.
“Lucy” il suo nome strascicato e calpestato: “Lucy non ti ricordi di me?”.
Guardando verso lo sconosciuto ai suoi occhi si palesarono l'uniforme rossa stropicciata e i disordinati capelli biondi.
Nonostante la barba e l'aspetto spaventoso Lucy lo riconobbe immediatamente.
“William?” chiese sconvolta: “William come ti sei ridotto?”
Una risata cattiva scosse le sue spalle adesso magrissime e guardandola con lo sguardo annebbiato dall'alcol e da chissà qualche altra sostanza le disse:
“Chi è questa donna? Non sei più tu. Tu adoravi i balli, le serate di gala. Adoravi la nobiltà e non saresti mai andata in giro con dei bastardi” lanciando un'occhiata di disprezzo a Lucas e allungando una mano a catturarle prepotentemente il polso e le disse con la voce carica di rabbia: “Tu adoravi me.”
Mentre la presa di William sul suo polso diventava sempre più forte e l'odore nauseabondo di sporcizia che proveniva dal corpo di William disturbava il suo olfatto, Lucy non poté fare a meno di pensare a quanto si sbagliasse.
Anche quando stavano insieme lei aveva iniziato a cambiare e lui non ne se ne era mai accorto.
Aveva continuato a illudersi che fosse ancora quella creaturina arrogante e interessata solo a possedere l'abito più alla moda.
Lui non l'aveva mai conosciuta davvero.
Non aveva mai conosciuto la nuova Lucy, quella che odiava la falsità e la vuotezza della nobiltà, quella che aiutava le cameriere a pulire il Club, quella che rideva con la servitù, quella che considerava il proprio maggiordomo l'unica figura paterna della propria vita.
E neanche lei l'aveva mai conosciuto davvero.
L'uomo che credeva di amare non era esistito se non nei suoi sogni da ragazzina.
Non era mai esistito il cavaliere senza macchia e senza peccato, non era mai stato abbastanza coraggioso da rischiare ogni cosa per lei e lei non l'aveva mai amato veramente.
Non l'aveva amato di quell'amore pazzo e folle, profondo e disperato con cui amava Cris.
Quell'uomo testardo, forte e coraggioso che ogni giorno si svegliava al suo fianco e le
donava i suoi sorrisi e il suo amore.
L'uomo che si era battuto per lei, che conosceva i suoi difetti e l'amava anche per quelli e, pensando al bambino che cresceva che dentro di sé, l'uomo che le aveva regalato la vita.
L'uomo da cui sarebbe voluta tornare, pensò mentre si dibatteva per liberarsi dalla sua presa.
“Smettila. Non vedi che stai terrorizzando tutti?” e una piccola folla iniziava a riunirsi nei paraggi per osservare la scena.
Mindy iniziò a urlare e piangere, terrorizzata, e Johanna ed Elizabeth la guardavano con gli occhi sgranati mentre Lucas cercava di allontanarlo.
“Non vi preoccupate, ragazze” tranquillizzare le ragazze fu l'unico pensiero di Lucy, nonostante la presa di William si facesse sempre più stretta e la convinzione che
davanti a lei ci fosse un pazzo disperato si stesse facendo strada dentro di lei.
“Lasciatela stare” scattò subito Lucas mentre lei cercava inutilmente di allontanarsi da lui.
“Zitto bastardo, voi non potete neanche rivolgermi la parola” urlò William fulminando con lo sguardo Lucas.
“Amico ve lo chiedo cortesemente: lasciatela andare” la voce di Lucas che tratteneva a stento la rabbia.
“Non sono un vostro amico” si beffò di lui William, ridendo e tremando insieme.
“Fidatevi non vorreste mai essere un mio nemico” gli sussurrò Lucas con gli occhi illuminati dalla furia e poiché quell'uomo non accennava a liberare Lucy, fece girare
il suo bastone e colpì ripetutamente la gamba di William.
Il militare lasciò la presa così rapidamente che Lucy sarebbe piombata a terra se Johanna non si fosse affrettata a sorreggerla.
Gli unici suoni che si udirono furono le urla di dolore di William e la minaccia non tanto velata di Lucas di liberarsi di lui la prossima volta che avesse incrociato le loro
strade.
Salirono sulla carrozza e si diressero verso il Club veloci come il vento.
Mindy piangeva piano tra le braccia di Elizabeth e Johanna continuava a stringerla delicatamente tra le sue braccia.
“State bene?” le chiese con voce ansiosa Lucas.
“No che non sta bene” gli rispose infastidita Johanna: “E' appena stata aggredita, non può stare bene”
Lucy sorrise a entrambi e stringendo le mani di Johanna le disse:
“Non ti preoccupare, sto bene” e guardando Lucas che giocava nervosamente con il
suo bastone: “Grazie a voi e al vostro fedele bastone sto bene”
L'uomo la guardò e dopo essersi accertato che non avesse alcuna ferita fece un sospiro di ringraziamento.
“Sapevo che prima o poi tutte questo maledetto bastone mi sarebbe servito a qualcosa” e i suoi occhi brillarono di soddisfazione e orgoglio.All'entrata del Club trovarono Cris che li aspettava e tutti si immobilizzarono sulla soglia, non ancora pronti ad affrontare la furia che lo avrebbe invaso appena avesse scoperto l'accaduto.
Tutti tranne Mindy, che corse a rifugiarsi tra le sue braccia e gli raccontò ogni dettaglio.
Una memoria dannatamente fervida per una bambina così piccola, pensò imprecando Lucas.
“Una persona cattivissima.” continuava a dirgli Mindy mentre Cris fissava il suo sguardo su Lucy e su di lui.
“Eccolo” Lucas si chinò a sussurrare a Lucy.
“Cosa?” chiese la donna appoggiandosi a lui.
“Lo sguardo del Diavolo” e la sua voce era rassegnata e divertita insieme.
“Lucas” la voce carica di tensione di Cris risuonò per il salone.
“Cosa, Cris?” chiese Lucas mentre invitava le donne a precederlo: “La piccoletta non ti ha detto quanto sono stato bravo con il bastone?” e guardando con occhi pieni di
delusione Mindy le disse: “Non sono forse stato bravo? Perché preferisci sempre lui?” e la sua voce offesa e triste strappò un sorriso anche a Mindy.
“Ragazze, andate dalla signora Robinson. Vi ha preparato uno spuntino” e quando
tutte e tre ebbero lasciato la stanza: “E voi due mi racconterete tutto” e avvicinandosi a Lucy e abbracciandola protettivamente: “Non prima che ti abbia visto un medico”
Lucy alzò i suoi luminosi occhi blu e dedicandogli un sorriso lo rassicurò:
“Sto bene, Cris. Non c'è bisogno del medico” e poi guardando verso l'amico continuò: “Ci ha difeso Lucas.”
Ringraziando l'amico con lo sguardo e respirando il profumo dolce di Lucy tentando di contenere la sua furia disse:
“Voglio comunque sapere ogni cosa e voglio che un medico ti visiti”
Ascoltò il racconto tenendo stretta sua moglie tra le braccia e osservando il livido che si stava formando sul suo polso.
Un'imprecazione silenziosa si formò sulle sue labbra al pensiero che avrebbe tanto voluto essere lui quello a difendere le sue donne.
Quel piccolo vigliacco avrebbe avuto una punizione ancora peggiore dei colpi di Lucas.
Ma era comunque orgoglioso dell'amico e del modo in cui era riuscito a difenderle senza spaventare nessuna di loro e portandole sane e salve a casa.
Quando quella notte fecero l'amore la possedette con un'energia nuova e disperata.
Come se volesse lasciare su di lei e dentro di lei il suo marchio.
Il marchio del suo possesso.
A ogni spinta che lo portava sempre più dentro di lei le sussurrava:
“Sei mia” una spinta, un bacio e un sussurro: “Sei mia. Mia moglie. Mia donna. Sei solo mia.” come una litania che accompagnò tutta la loro notte di passione.
Lucy si strinse a lui con il corpo soddisfatto dal godimento e guardandolo negli occhi e baciandolo così come lui le aveva insegnato, muovendo le labbra per farsi più
spazio nella sua bocca e intrecciando la lingua alla sua in dolce inseguimento d'amore, gli disse:
“Ho scelto te. Ho sempre scelto te. Il giorno del nostro matrimonio e tutti i giorni della nostra vita insieme” e prendendogli il viso tra le mani: “Più ti conosco, più sono felice di aver scelto te. Scelgo sempre te. Ogni giorno della mia vita sceglierei te” e
poi come rispondendo alle sue parole gli disse prima che il sonno scendesse su di loro: “E sono tua. Tua come tu sei mio”
La gelosia e la furia cieca, che si erano impadronite di lui quando aveva saputo dell'accaduto, furono cancellate dalla dolcezza delle sue parole.
Si addormentarono così, l'uno stretto all'altro, beandosi del calore del loro amore.
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Il Diavolo e la Luce
Historical Fiction!COMPLETA! Se avessero chiesto a Lucy Northwood con chi voleva sposarsi lei con certezza avrebbe risposto: William Sherwood. Ama quell'uomo fin da quando era piccola e ha già fatto i piani per il proprio futuro. Peccato che i debiti accumulati dal...