CAPITOLO 8
In un giorno di pioggia Lucy stava per sposarsi.
In una chiesetta appena fuori da Londra e al cospetto dei pochi invitati.
“Lucy, allora sei pronta sì o no?” la voce di suo fratello Peter arrivava forte e chiara oltre il separé che era stato posto in una nicchia della sacrestia.
Si concesse un'ultima occhiata al suo bellissimo abito da sposa, pieno di pietre preziose e che, con il suo color avorio, metteva in risalto i suoi lunghi boccoli dorati, e iniziò a percorrere la navata al braccio del fratello.
Il percorso che la condusse fino al suo futuro marito le sembrò breve come lo spazio di un respiro.
O forse fu lungo e lei non se ne accorse perché il respiro l'aveva trattenuto fino dal momento in cui aveva visto Cristopher.
Quell'uomo alto e dalla carnagione scurita dalle ore passate a lavorare all'aria aperta, che con il suo vestito dal taglio austero e semplice, così diverso dall'abbigliamento
frivolo e pomposo degli uomini della nobiltà, l'aspettava e le rivolgeva uno sguardo carico d'orgoglio.
Sotto quello sguardo Lucy non poté fare a meno di arrossire.
Un rossore così innocente e adorabile che affascinò ancora di più Cristopher.
Al suo fianco Lucy vide di sfuggita il testimone dello sposo, l'uomo che le era stato presentato da Cristopher come il signor Lucas Pittsburg.
Stavano quasi per pronunciare le loro promesse quando un frastuono fuori dalla chiesa interruppe la funzione.
Fu quando la porta dell'edificio sacro venne spalancata che Lucy si irrigidì sul posto e Cristopher si voltò con uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque.
“Lucy” disse una voce lacrimevole e disperata: “Lucy non puoi sposarlo.”
“Padre la prego, vada avanti.” intimò Cristopher svelto al celebrante.
“No prete, non potete andare avanti. Io amo questa donna e questo matrimonio non deve essere celebrato.” continuò la voce infervorata di William che si avvicinava sempre di più all'altare.
Il prete preso tra i due fuochi, non sapendo bene come comportarsi, disse al nuovo arrivato:
“Fratello, calmatevi...”
“Lucy non devi sposarlo" le disse William guardandola negli occhi: "Lui è un mostro. Ho appena scoperto che è stato lui a impedire di sposarci. E' lui che ha convinto mio
fratello a non darci i suoi soldi.”
Lucy nel frattempo si era voltata verso William e negava con la testa.
“William stai inventando tutto. Sei forse impazzito?”
“Io sarò pure impazzito ma chiediglielo. Chiedi all'uomo che stai per sposare se non ha fatto di tutto per separarci!” il corpo rigido e tremante di rabbia.
Lucy guardò negli occhi Cristopher e nei suoi occhi vi trovò ogni risposta.
Capì che William aveva ragione.
Capì che l'uomo davanti a lei era ancora il Diavolo e non aveva mai smesso di esserlo.
Neanche con lei.
Aveva solo indossato una maschera per tutto il tempo.
Una maschera perfetta per convincerla a fidarsi di lui.
“Come avete potuto?” gli sussurrò piano. Così piano che la risata forte e quasi disperata che scosse il corpo di Cristopher impedì di sentire la sua domanda al resto dei presenti.
Occhi neri profondissimi fissavano i suoi.
“Se vi avesse voluta veramente, se vi avesse voluta anche solo la millesima parte di come vi voglio io, niente avrebbe potuto fermarlo. Niente.” quasi urlò Cris e la paura
di perderla vibrò forte nella sua voce.
Una sola lacrima solcò la guancia di Lucy mentre il suo cuore si divideva in due parti.
La prima, la parte ferita da un amore tradito, dava ragione a Cristopher e ammetteva che se William l'avesse voluta davvero avrebbe dovuto battersi per lei proprio come si
era battuto l'uomo che le stava davanti.
L'altra parte del suo cuore, quella parte così nuova e sconosciuta per Lucy, voleva che Cristopher negasse tutto.
Voleva così disperatamente che lui si difendesse, voleva che le dicesse che la persona di cui aveva appena iniziato a fidarsi esisteva veramente e, soprattutto, voleva che le
dicesse che il loro incontro su quel balcone era stato dettato dal destino e non dalle sue macchinazioni.
Ma Cristopher non avrebbe negato nulla. Lei riusciva a leggere la colpevolezza nei suoi occhi. Colpevolezza ma nessun pentimento.
Il Diavolo non poteva pentirsi di essere un Diavolo.
“Lucy scappa via con me.” la scongiurò un'altra volta ancora William.
E mentre lei, confusa, cercava di capire cosa fare dopo aver sentito quelle parole, Cristopher fulminò William con lo sguardo e lasciò la prese sulle sue mani.
Le mani che fino a quel momento aveva tenuto strette tra le sue.
Un improvviso freddo si impadronì di lei.
"Andatevene se è questo che desiderate." le disse lui con la voce carica di tensione mentre si allontanava da lei.
Dal viso scuro e duro come la pietra di Cristopher, la ragazza capì che stavolta lui non avrebbe interferito, l'avrebbe lasciata libera di prendere la sua decisione.
Libera di lasciare quella chiesa.
Libera di scappare via con William.
Libera di scegliere.
E lei scelse.
Non per paura che Cristopher non pagasse i debiti del padre.
Non perché William le aveva spezzato il cuore.
Non perché qualcuno la stava costringendo.
Scelse Cristopher proprio perché le aveva dato, per la prima volta, l'opportunità di scegliere.
Riprese le sue grandi mani tra le sue e voltò le spalle al William. Voltò le spalle al suo passato.
Un piccolo sorriso illuminò il volto di Cristopher.
Il suo primo sorriso.
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Il Diavolo e la Luce
Historical Fiction!COMPLETA! Se avessero chiesto a Lucy Northwood con chi voleva sposarsi lei con certezza avrebbe risposto: William Sherwood. Ama quell'uomo fin da quando era piccola e ha già fatto i piani per il proprio futuro. Peccato che i debiti accumulati dal...