La mattina dopo quando la signora Robinson le disse che Lucas desiderava parlarle fu
quasi tentata di nascondersi nella sua stanza ed evitarlo.
Stava aspettando suo marito
per fare colazione e Cris era l'unica persona che volesse vedere.
Cercando di racimolare un minimo di compostezza disse alla governante di fare entrare il signor Pittsburg.
L'uomo indossava un abito che sembrava più adatto a una serata elegante e la camicia bianca era tutta spiegazzata.
Le profonde occhiaie che segnavano il suo volto erano un'ulteriore conferma che con ogni probabilità che quella notte non fosse mai andato a dormire.
Con i capelli biondi e gli occhi grigi non poteva essere più diverso da suo marito ma in quel momento a Lucy sembrò di rivedere Cris.
Il Cris dei primi tempi del loro matrimonio, l'uomo che non dormiva mai abbastanza, spaventato di amare e ferito dal passato.
“Dovete perdonarmi, Lucy” esordì Lucas appena entrato nella stanza.
“Perdonarvi?” chiese lei quasi confusa.
“Vi ho giudicato senza conoscervi” e giocherellando distrattamente con il suo bastone: “Pensavo che foste una di quelle donne interessate solo ai soldi di Cris e invece mi sbagliavo”
Reprimendo un sospiro di sollievo Lucy si azzardò a chiedere:
“Potrei sapere cosa vi ha fatto cambiare idea?”
“Ieri vi ho visti” e la guardò finalmente negli occhi: “Stavo anch'io per andare in aiuto di Cris ma voi mi avete preceduto e vi ho visti. Voi siete... voi siete speciale. Voi
lo rendete felice”
Un rossore grato ed emozionato illuminò le sue guance e allungando la mano gli fece segno di accomodarsi al suo fianco al tavolo della colazione.
“Possiamo... potremmo diventare amici?” gli chiese guardando i suoi occhi stanchi.
Un sorriso timido si posò sulle labbra di Lucas.
“Amici” disse stringendo una piccola mano tra le sue possenti.
“Lucas?” lo chiamò mentre quello prendeva posto.
“Sì?” le rispose subito.
“Come fate a pensare che Cris sia felice? Quando lo guardo vedo sempre un fondo di tristezza nei suoi occhi. Anche quando ride” concluse assorta.
“Triste?” chiese Lucas sconvolto: “Io quando lo guardo al vostro fianco nei suoi occhi vedo solo la felicità” e dopo guardandola negli occhi: “Non l'ho mai visto così felice in tutta la sua vita. E fidatevi: di vita io e lui ne abbiamo condivisa”
“Che cosa avete condiviso? Cosa vi hanno fatto?” insistette lei allungandosi verso Lucas.
Un silenzio strano calò tra di loro.
Il Lucas allegro e irriverente capace di conquistare tutta la buona società con un sorriso non c'era più.
Forse quel Lucas non esisteva davvero.
Forse il vero Lucas era quell'anima triste e persa.
“Siamo figli di nobili nati fuori dal matrimonio e condannati all'inferno” disse Lucas alzando le spalle quasi incurante: “Niente avrebbe potuto ferirci di più di quel posto”
Un sussulto scosse le spalle della giovane.
Inferno.
Anche Cris lo aveva chiamato così.
Stava per continuare a dirgli che anche loro meritavano di più: la felicità, l'amore e tutto ciò che desideravano ma proprio in quel momento arrivò suo marito che fu
felice di vedere l'amico.
“Lucas, che piacere vederti” e avvicinandosi a loro sorridente: “fermati a fare colazione con noi”
“Sì, fermatevi Lucas” lo pregò lei quando lo vide tentennare.
Lucas accettò il loro invito e consumò in silenzio la sua colazione mentre gli altri due continuavano a parlare e a stuzzicarsi di nascosto.
Non aveva mai visto qualcuno innamorato come loro.
Così profondamente, così sinceramente.
Non riuscivano proprio a stare lontani, a non toccarsi e continuavano a guardarsi e a ridere.
La parte più sola del suo cuore si chiese se ci fosse una speranza anche per lui.
Affondò i denti in una focaccia al miele, allontanò quel pensiero e continuò a bearsi dei riflessi della loro felicità.
STAI LEGGENDO
Il Diavolo e la Luce
Historical Fiction!COMPLETA! Se avessero chiesto a Lucy Northwood con chi voleva sposarsi lei con certezza avrebbe risposto: William Sherwood. Ama quell'uomo fin da quando era piccola e ha già fatto i piani per il proprio futuro. Peccato che i debiti accumulati dal...