Niente di più prezioso

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Dopo quella mattinata densa di confessioni né Lucy né Cris erano più tornati sull'argomento che aveva così tanto segnato l'infanzia, e anche il resto della vita, di suo marito.
Non aveva mai conosciuto l'amore, neanche quello dei suoi genitori, e Lucy sapeva che quel dettaglio doveva avere contribuito a forgiare l'uomo che era adesso.
Un uomo forte, imponente, insaziabile negli affari come nella vita. Lo stesso uomo che le faceva battere il cuore sempre un po' più forte e sospirare di piacere. L'uomo
che, nonostante tutte le previsioni, era perfetto per lei. Li separava solo lo spazio tra le loro scrivanie e vedendolo intento a osservare dei documenti non riuscì a evitare di
sorridere. Una speranza sempre più forte nasceva dentro al suo cuore: insieme potevano essere felici. Un lieve bussare la distolse dai suoi pensieri.
Un giovane lacchè entrò nella stanza e consegnò a Cris un grosso malloppo di corrispondenza.
“Vuoi una mano con tutta quella posta?” gli chiese subito pronto ad aiutarlo.
“No, grazie” disse lui scorrendola veloce tra le mani: “Sono solo conti e qualche inutile invito a ricevimento. Niente che mi interessi davvero”
“Ricevimento?” con un tono di aspettativa e desiderio.
Non usciva dal Club da mesi e vedere altre facce e tornare tra la nobiltà come una donna felicemente sposata con un uomo bello e ricco, molto più ricco delle persone che l'avevano derisa, era d'un tratto una prospettiva davvero allettante.
Suo marito fece un cenno distratto di assenso. “Vorrei partecipare a uno di questi ricevimenti” e quando Cris la guardò sorpreso disse: “Solo a uno” lo pregò.
“Pensavo che li odiassi” le disse suo marito che continuava a guardarla attentamente.
“Odio i ricevimenti. Li odio tutti. Però vorrei tanto prendermi la mia rivincita sui loro sussurri infamanti e le diffamazioni. Vorrei che ci vedessero” fu la risposta convinta
di Lucy.
“E che cosa pensi che vedrebbero?"
“Una coppia felice” rispose la ragazza con gli occhi splendenti.
Un sorriso amaro comparve sulle labbra di Cris.
Lui sapeva che non avrebbero mai visto quello.
Il loro amore e la loro felicità sarebbe stata deliberatamente ignorata e lei era troppo ingenua e innocente per sapere quanta cattiveria c'era al mondo.
Anche al prossimo ricevimento a cui avrebbero partecipato ci sarebbero stati sussurri infamanti che l'avrebbero ferita.
Non era più la figlia di un conte indebitato fino al collo. Era la moglie di un bastardo.
Di un ricco bastardo. Nessuno della nobiltà li avrebbe accettati.
Lucy gli si avvicinò e prendendo posto sulle sue ginocchia gli chiese:
“Portami a un ricevimento, uno qualsiasi, ti prego”
“Lucy e la tua caviglia? Non vorrei che la sforzassi troppo” aggrappandosi disperatamente all'ultima sua speranza.
“No... non sento più dolore da molti giorni”
Sospirando pesantemente e accarezzando dolcemente le sue spalle baciò le sue labbra
invitanti e acconsentì. E promise a sé stesso che nessuno avrebbe umiliato sua moglie. Non se lui poteva evitarlo. Non se c'era lui a proteggerla.
Lucy sentì il suo sospiro, vide la sua faccia contrita e si ritrovò a chiedersi il perché di tale reazione. Cosa turbava suo marito?
“Forse tu non sai ballare?” e non gli diede neanche il tempo di ribattere stringendogli le mani con gli occhi pieni di aspettativa: “non devi preoccuparti. Ti insegnerò io ogni
passo”
Un sorriso scaltro spuntò sulle labbra di Cris pensando a quanto potevano essere eccitanti le lezioni di ballo con Lucy, i loro corpi vicini, stretti l'uno all'altro, con tutti i punti più sensibili che si sfioravano in un crescendo di sensazioni e desiderio.
Il ballo, con la persona giusta, poteva essere il preludio perfetto all'intimità e sua moglie l'avrebbe scoperto presto.
Si diressero insieme verso il salone principale del Club dove ogni sera la società di Londra sperperava le proprie ricchezza.
Era così grande e spazioso da essere una stanza perfetta per ballare.
Lucy iniziò a spiegargli i passi base tra le risatine delle cameriere e l'interessamento dei croupier che osservavano sua moglie muoversi con eleganza e cercavano di
imitare i suoi passi dalla grazia innata.
Cris fece di tutto per celare la sua bravura nel ballo: si finse imbranato, dimenticò i passi e la strinse sempre un po' più di quello che fosse consentito dall'etichetta.
Quando sua moglie lo guardò con le guance arrossate, il respiro affannoso e gli occhi scuriti dal desiderio Cris cercò di nasconderle il sorriso soddisfatto che si stava
aprendo sul suo viso. “Vedi, Lucy? Sono proprio un imbranato” si lamentò lui.
Aggiustandosi il vestito sua moglie si affrettò a consolarlo. Peccato che anche la sua voce suonasse roca e in preda all'eccitazione:
“Non dire così, Cris. Hai già imparato molti passi e hai il senso del ritmo”
Proprio mentre stavano per riprendere la lezione l'inconfondibile ticchettio di un bastone precedette l'ingresso di Lucas nella stanza.
Riuscì a percepire che sua moglie
si irrigidiva tra le braccia e socchiudendo gli occhi e guardandola attentamente la vide un po' turbata.
Si chiese cosa fosse successo tra i due e perché né Lucy né Lucas gli avessero accennato nulla.
“Cris" e facendo un cenno verso sua moglie: "Lucy. Che piacere vedervi alzati di prima mattina”
“Lucy mi stava insegnando a ballare” si affrettò a dire subito Cris.
Con un sopracciglio alzato e un'occhiata verso l'amico di sempre, Lucas disse:
“Ma davvero?” chiese con una lieve inclinazione ironica.
“Davvero” gli rispose Lucy prontamente: “ed è anche molto portato”
Il fatto che Lucy prendesse quasi inconsciamente le sue difese rese Cris ancora più orgoglioso di sua moglie. Mentre lei si faceva aiutare a spostare un divano che a quanto pare intralciava i suoi progetti di insegnargli il valzer, si avvicinò a Lucas e insieme si servirono da bere.
“Cris ma tu sai ballare” gli sussurrò all'orecchio Lucas e bevendo il whisky tutto d'un fiato disse più forte: “E anche dannatamente bene”
Fingendo di assaporare il suo drink e continuando a guardare Lucy gli rispose semplicemente:
“Sì... ma non toglierei mai questo piacere a mia moglie”
Un verso di disapprovazione fuoriuscì dalla gola di Lucas:
“Ti sei ammattito come tutti gli altri mariti”
Una risata forte scosse le spalle di Cris, così forte che la stessa Lucy si voltò verso di loro con uno sguardo interrogativo.
“Quando avrai una moglie anche tu capirai, Lucas”
“Non credo che mi sposerò mai” sentenziò quello convinto.
Posando il suo drink ancora intatto iniziò ad avvicinarsi a sua moglie poi, come ripensandoci, si voltò di nuovo verso Lucas e gli disse:
“Un giorno la troverai”
“Chi?” gli chiese impaziente Lucas.
“La donna giusta. La donna per cui sarai disposto a fare pazzie” e poi sorridendogli fiducioso: “la donna che ti farà ammattire”

Il giorno del ricevimento era arrivato e Lucy guardava il suo guardaroba continuando a mordersi le labbra.
Non poteva fare a meno di chiedersi come era stato possibile che si fosse dimenticata di non avere il guardaroba adeguato per un'occasione così elegante.
Non poteva indossare i suoi vestiti informali e gli unici vestiti eleganti che avevano erano bianchi,
puri e da nubile.
E lei ormai era tutto fuorché pura e nubile.
“E se mettessimo una fascia colorata a quel vestito?” chiese Mary, la cameriera personale che Cris aveva insistito ad assegnarle.
Voltandosi a guardare la cameriera, una giovane originaria della campagna inglese a cui si era affezionata subito, scosse piano la testa e sospirò piano.
“Sarà sempre un vestito bianco”
Mentre entrambe si deprimevano osservando impotenti gli altri vestiti sentirono un leggero colpo di tosse che annunciò la presenza di Cris.
“C'è forse qualche problema, mia signora?”
Lucy si voltò a guardarlo e, trattenendo il suo istinto di correre tra le sue braccia e piangere dalla disperazione, gli disse:
“Non ho l'abito adatto”
Lui era appoggiato alla porta, con le braccia incrociate sul petto possente e la guardava sfiorandosi pensieroso la leggera ricrescita della barba.
“Vorresti dire un abito elegante e adatto a una uscita serale?”
A un breve cenno di assenso di Lucy, lui aprì la porta della sua cabina armadio e godendosi la sua faccia stupita disse:
“Forse questi vestiti potrebbero fare al caso tuo?”
Degli urletti di felicità precedettero l'arrivo di Lucy e Mary nel suo guardaroba.
Entrambe guardavano i vestiti su misura con gli occhi brillanti e ridendo felici ed emozionate.
Lucy si avvicinò verso di lui sorridendo:
“Come fai?”
Un sopracciglio di Cris si alzò:
“A fare cosa?”
“A rendermi così felice” e allungandosi per dargli un bacio veloce: “Sempre più felice”
Una risata salì alle labbra di Cris mentre stringeva tra le braccia sua moglie.
“Ho solo chiamato una sarta e scelto qualche vestito per te”
Lo sguardo scettico e divertito di Lucy lo fece sentire bene.
“Mi hai comprato un'intera boutique”
Fingendosi rammaricato:
“Sono sempre stato un insopportabile indeciso”
Continuando a guardare le montagne di vestiti alla moda che Mary stava
sparpagliando sul loro letto si avvicinò al corpo di suo marito e gli sussurrò all'orecchio:
“Grazie. Davvero grazie” e poi le sue mani scesero sempre più giù in carezze provocanti: “Forse stanotte mi insegnerai come dimostrarti tutta la mia gratitudine”
Inghiottendo ripetutamente e respirando profondamente Cris fermò la discesa delle sue mani.
“Stanotte” nella sua voce era palese tutta l'aspettativa e il desiderio che lo divoravano.
Quel sentimento era così forte che si impose di uscire dalla stanza prima di possedere sua moglie davanti agli occhi della sua cameriera.

Il Diavolo e la LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora