Capitolo 1.6

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L'uomo, rincuorato dalla giovane, decise di parlare con i familiari di lei in modo da non suscitare crepe all'interno del loro nucleo.
Il fratello, come si era aspettato, non aveva nessuna intenzione di mandarla in un posto così lontano e soprattutto non si fidava dei suoi uomini e di come si sarebbero potuti comportare nell'avere vicino una donna indifesa.
Se non fosse stato per la madre, che intervenne nella discussione dei due uomini, Liliya non sarebbe partita.
La donna, infatti, fece ragionare il figlio facendogli capire che la sorella, giovane com'era, doveva fare le proprie esperienze e questa richiesta risultava sfornata al momento giusto visto le molteplici incursioni che i cosacchi stava effettuando in quel territorio.
Zoya aveva sempre voluto abbandonare il proprio villaggio per vedere il mondo oltre quelle pianure ma venne scelta come domestica dell'allora Pan del villaggio confinante, dov'era cresciuto il suo defunto marito.
Lavorò per quasi due anni sperando che qualche bel cosacco l'avrebbe chiesta in sposa ma non accadde perché a farsi avanti fu il povero falegname Igor Igorovič.
I genitori, che volevano liberarsi almeno di uno dei dieci figli, consentirono il matrimonio.
Da quel momento la giovane perse ogni speranza di poter, un giorno, sfuggire alla povertà in cui viveva.
«Marat, smettila di pensare come tuo padre, Liliya non ha bisogno di questo posto!»
Il figlio maggiore si girò verso quella donna che assomigliava tanto alla sorella con i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri «Madre, come potete permettere questo? È solo una bambina, non sa niente della vita! Vive nella sua favoletta fatta di giochi e ragazzate! Non posso acconsentire a tale richiesta» Liliya arretrò fino a nascondersi dietro al soldato, voleva andarsene, scoprire il mondo, vivere la vita delle principesse e dei principi «Posso ben comprendere il vostro astio nei confronti della Corona, ma posso assicurarvi che nessuno le torcerà un singolo capello, rimarrà sotto la protezione della mia famiglia come se vi appartenesse.
Vi assicuro che riceverete ogni mese una sua lettera e un po' di denaro» a quel punto anche gli altri due fratelli accettarono la proposta, avere una sicurezza economica a quei tempi così duri era necessaria come l'acqua nelle terre aride.
«Ti supplico! Fratello, ti supplico, lasciami partire...» chiese la ragazza gettandosi ai suoi piedi mentre le lacrime scendevano sul suo bel volto.
«Parti pure, ma se lo farai...A casa non ci tornerai più, quando tutta quella gentaglia si stancherà di te e del tuo bel vedere e ti getteranno via come un vecchio straccio, ricordati, andrai a vivere per strada insieme a tutta la gente disprezzata dai tuoi cari nobili!» inveì ferocemente contro di lei scrollandosela di dosso, prese la falce e se ne andò al campo senza mai girarsi indietro, quello fu l'ultima volta che Liliya, a sua insaputa, vide suo fratello.

Prima della partenza, nonna Inna, chiamò a sé la nipote «Liliya, mia cara bambina, apri quella cassapanca e tira fuori quel che c'è dentro» ella fece quanto detto cominciando a prendere tutto quello che trovava al suo interno.
In superficie trovò un abito da sposa impreziosito da perle, ricami e stoffe preziose, sotto ad esso il copricapo ricucito di perline e ghirigori di stoffa con un velo abbastanza lungo anch'esso molto raffinato, trovò ancora delle scarpette ed alcuni gioielli, un corredo nuziale di candido lino ed un portagioie.
«Nonna! Che meraviglia!» esclamò entusiasta da tanta ricchezza, toccò con estrema delicatezza i bordi dell'abito sorridendo felice «Era di mia nonna, lo mise una volta sola per poi conservarlo con tutto il suo corredo, mia madre me lo regalò quando mi sposai con tuo nonno ed io decisi di tenerlo per la prima nipote femmina che sarebbe nata, ti chiedi il perché non l'ho dato a tua cugina Teklya? Non se lo meritava affatto, tu invece, mia cara nipote, te lo sei meritato con le tue buone azioni nei miei confronti e verso gli altri, cosa che quello scorbutico di Marat non riuscirà mai a capire» andò ad abbracciarla con le lacrime agli occhi per la commozione «Mi mancherai, tesoro, ma so che il tuo posto non è qui ma vicino ad un uomo ricco e bello come il sole che riuscirà a renderti felice per tutta la vita» si salutarono con tristezza mentre nel cielo cominciavano ad apparire le prime stelle.

Il Vento della rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora