Capitolo 1.2

915 36 7
                                    

San Pietroburgo, 1772

«Non è possibile che non siate riusciti a prendere quei maledetti!» tuonò l'Imperatrice Caterina II battendo la mano sul tavolo «Possibile che un analfabeta riesca ad avere la meglio su un esercito almeno il doppio del suo? Questa situazione è intollerabile, esigo una spiegazione plausibile da tutti voi! Comandante Pëtr Aleksandrovič, voi come la spiegate questa disfatta?» l'uomo si alzò in piedi in quanto nominato dalla zarina «Vostra Grazia, abbiamo fatto il possibile, ci hanno raggirato, egli non si trovava nella mischia, sospettiamo che possa tendere un agguato alle porte di San Pietroburgo» gli occhi gelidi della regina guardarono tutti come se li volesse impiccare «Voi comandante, vi siete fatto raggirare da due contadinotti i quali non sanno distinguere un fucile da una balestra?! Mi sembra di avere a che fare con dei bambocci, vi dovrei chiamare ministri? Meritavate di essere cacciati senza alcun ripensamento! Come posso contare sulla vostra efficienza in guerra se non riuscite a sedare neanche una ribellione? Ultimo avvertimento, voglio quel verme morto!» senza aggiungere altro uscì dalla sala dirigendosi nella propria stanza per potersi calmare, non riusciva proprio a crederci che quel maledetto cosacco riuscisse a tenerle testa.
Ancora si ricordava di quel lontano 1762 quando salì al trono come Caterina II Alekseevna, Imperatrice e Autocrate di tutte le Russie.
L'ascesa al trono non fu facile, dovette lottare con gli ostacoli che la separavano dal potere.
Era nata a Stettino nel 1729 con il nome di Sofia Federica Augusta da Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst e Giovanna di Holstein-Gottorp, entrambi prussiani.
Fin da piccola si rivelò essere vivace, estroversa e cocciuta, in alcuni momenti anche impudente come quella volta in cui giocando con il suo cugino di secondo grado, Carlo Pietro Ulrico, finì per picchiarlo perché quest'ultimo non voleva ammettere di aver perso.
A quattordici anni fu scelta dalla Zarina Elisabetta Petrovna per divenire la moglie del nipote Pietro, lo stesso con cui anni prima invece di giocare finiva sempre per litigare.
L'accoglienza fu calorosa in quanto Federica, come la chiamavano in Prussia, entrò nelle grazie della Regina per la sua spiccata intelligenza ed eleganza.
Qualche tempo dopo però si ammalò misteriosamente facendo credere ad un tentato avvelenamento da parte di un ministro francese e della sua amante italiana, Gemma, i quali volevano sbarazzarsi della principessa tedesca che sarebbe potuta essere fonte di futuri disaccordi tra la Francia e la Prussia.
Dopo un mese di convalescenza, Federica cercò di avvicinarsi al futuro marito regalandogli un pregiato set di soldatini per i quali l'erede al trono andava pazzo.
L'iniziale gratitudine fu sostituita dall'indifferenza, l'uomo continuò a dimostrarsi freddo nei suoi confronti.
Egli provava un'antipatia innata per la sua vecchia compagna di giochi anche se quest'ultima, come egli, era di sangue prussiano.
Nel 1744 si celebrarono le nozze che per sette anni non furono consumate.
La regina desiderosa di avere un degno erede al trono che non fosse Pietro, il quale si era dimostrato troppe volte contrario alla Russia e favorevole al governo di Federico II di Prussia, aveva minacciato la povera Federica, che intanto si era convertita alla fede ortodossa e cambiato il nome in Ekaterina Aleskeevna, di mandarla in convento e di mettere Pietro in carcere.
Il bambino non arrivava ed Elisabetta esasperata fece in modo che Ekaterina cadesse nella tentazione di avere un amante cosa che successe, intanto Pietro si operò ai genitali per poter risolvere la sua fimosi cosa che fece finalmente finire a letto i due coniugi.
Nel 1754 nacque Paolo Petrovič, l'erede tanto atteso dalla Zarina la quale non poteva avere figli suoi.
Lo prese sotto la sua ala facendolo vedere ai genitori dopo ben tre anni dalla nascita, per poche ore il giorno del suo compleanno.
Pietro non rivolse più la parola alla moglie che si consolava con il principe polacco Stanislao II del quale rimase incinta.
Il marito di carattere violento sapendo che il bambino che ella portava in grembo non era suo in uno scatto di rabbia le tirò addosso una statuetta di marmo che le causò una ferita alla testa e una brutta caduta rischiando di avere un aborto.
Nacque una femmina che fu chiamata Anna ma che non visse per più di anno.
Ekaterina si rattristò molto della perdita che era avvenuta nello stesso periodo della morte di sua madre.
Ad un ballo in maschera la Zarina Elisabetta si sentì male preannunciando quello che, con tanta ansia, stava aspettando Pietro: la morte.
Il 5 gennaio 1762 Elisabetta esalò il suo ultimo respiro rendendo suo nipote il nuovo Zar di tutte le Russie.
Il popolo era sicuro, come del resto se lo aspettava Ekaterina, che salendo al trono il marito di conseguenza ci sarebbe salita anche lei, ma non fu così.
Il suo odio per la moglie lo portò a decidere di mandarla in convento poiché in quel periodo si era innamorato di una ragazza aristocratica che voleva rendere sua moglie ed imperatrice.
Intanto Ekaterina che aveva avuto un altro figlio, Aleksej, dal comandante Grigirij Orlov, stava radunando le Guardie Reali dalla sua parte per poter spodestare il marito.
Dopo sei mesi di preparativi, lo Zar Pietro III su costrizione lasciò il trono in favore della sua ex moglie.
Fu imprigionato e ucciso dai fratelli Orlov i quali divennero i fedeli braccio destro della nuova sovrana.

Ora la Grande Autocrate doveva vedersela con le conseguenze della Guerra dei Sette anni e con l'Impero Ottomano che minacciava da vicino i Balcani da sempre suo obbiettivo territoriale.
Pugačëv rimaneva sempre una spina nel suo fianco, quell'alfiere da quattro soldi si era permesso di disertare e mettersi contro la Corona.
Andò alla finestra e il suo sguardo cadde sui giardini reali dove Paolo si stava esercitando con il cavallo.
Aveva sempre avuto qualche dubbio sulla sua paternità dato che in quel periodo le fece da amante un giovane soldato fedele alla vecchia sovrana ma sapeva bene che il padre poteva essere anche il marito con il quale consumò il matrimonio pochi giorni dopo.
Sergey, così si chiamava il suo vecchio amante, era convinto della sua paternità ma si sposò e la lasciò sola.
Doveva sposare Paolo il prima possibile con una principessa tedesca, pensò tra sé e sé.
I fianchi della regina furono circondati da due braccia possenti «Katia, cosa vi preoccupa?» la voce di Grigorij le arrivò alle orecchie calmandola «Certe volte penso di non essere abbastanza per questo regno, i dubbi mi assillano e mi lasciano con l'amaro in bocca» l'uomo cominciò a lasciarle languidi baci sul collo «Siete perfetta, non dovete cedere a certi crucci della vostra mente, Pugačëv tra poco sarà un lontano ricordo, ho ordinato al comandante Viktor Egorovič di seguire le sue tracce e portarlo al patibolo il prima possibile» le loro bocche si unirono e non ci fu più bisogno di parole, i loro corpi avrebbero parlato al posto loro.

Angolo Autrice

Buonasera,
Ecco il nuovo capitolo!
Abbiamo conosciuto meglio la sovrana Ekaterina, cosa ne pensate?
A presto😘

Buonasera,Ecco il nuovo capitolo!Abbiamo conosciuto meglio la sovrana Ekaterina, cosa ne pensate?A presto😘

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Il Vento della rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora