Capitolo 2.2

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Febbraio, 1773

-Con la benedizione del Signore, vi dichiaro marito e moglie- il sacerdote fece il segno della croce e benedisse le fedi sotto lo sguardo di Pugačev e della gente presente per la messa.

Il clima era piacevolmente freddo e non dava tanto disturbo nonostante si dovevano ancora indossare le pellicce, accompagnati da una canzone liturgica i due sposi percorsero la piccola navata ed uscirono fuori accolti dai cosacchi e dai bambini.

Liliya si girò verso Ivan, che la teneva stretta a sé, e lo guardò dritto negli occhi senza un vero motivo, quest'ultimo le sorrise aggiustandole il velo che teneva sulla testa.

L'abito che le avevano fatto indossare non era certo come quello che le aveva regalato la nonna prima della partenza ma era molto raffinato e fatto su misura per lei.

-Adesso siamo legati uno all'altra con il consenso di Dio, nessuno potrà separarci- le strinse la mano e la condusse verso la sala in cui si sarebbe svolto il banchetto nuziale, la ragazza camminava grazie al cosacco che la stava quasi trascinando, si sentiva persa, intrappolata, senza via di fuga, trattenne a stento le lacrime mentre si sedevano a tavola seguiti da tutti gli altri invitati pronti a divorare tutto il cibo sistemato accuratamente dalle cuoche sull'immensa tavolata.

Durante tutto il banchetto non disse neanche mezza parola ma solo il capo dei cosacchi se ne accorse, Ivan era intento a brindare completamente ubriaco con altri suoi compari ignorandola completamente, così stanca ed annoiata decise di prendere una boccata d'aria.

-Stai bene, sonze? (sole)­- le chiese Pugačev sedendosi sulla panchina in cui era seduta anche lei, sospirò affranta -Riuscirò mai ad accettarlo come marito?- l'imponente omone si accarezzò la lunga barba rimuginando sulle parole della giovane sposa -Credo che dovreste accettarvi entrambi per quel che siete, Ivan ha un carattere molto difficile segnato da eventi poco felici sia dell'infanzia che giovinezza, il padre era troppo austero e cieco per rendersi conto che se lo stava inimicando poco alla volta, quel bastardo è un libertino mentre il padre un fervido conservatore al servizio della Corona, come pensi sarebbe potuta finire se non con la sua diserzione? Ti assicuro che non è mai stato attratto da una donna per più di un giorno, deve aver trovato qualcosa in te che lo fa sentire bene, prova a guardare oltre le apparenze, sai, si nascondono mondi completamente differenti!- puntò il suo sguardo azzurrino sulla figura del biondo che nel frattempo cantava insieme ad altri cosacchi bevendo da vero incosciente, era sicura che l'avrebbe violentata essendo ubriaco fradicio, alcune lacrime le scesero silenziose inconsapevolmente -Tienigli testa, è l'unico modo per ricevere la sua attenzione- le strinse per qualche secondo le mani per poi rientrare a festeggiare con gli altri.

L'ansia la stava divorando, il suo corpo era scosso da tremiti sempre più violenti, era stesa sul letto con indosso solo una vestaglia in attesa che Ivan venisse a consumare la loro prima notte di nozze ma le ore passavano e del cosacco nessuna traccia.

La ragazza era terrorizzata, il solo pensiero le faceva salire le lacrime agli occhi, pregava Dio affinché le sue sofferenze potessero avere una fine, voleva solo vivere accanto alle persone che realmente l'amavano.

Dal canto suo Ivan si dimenticò completamente della sua giovane sposa, preferendo di gran lunga passare la notte nel letto di Tan'ka ubriaco marcio e senza alcuna vergogna.

Quando si svegliò il mattino seguente ed entrò nella casa che condivideva con Liliya non la trovò poiché quest'ultima stava già aiutando il medicus Luciano nella sua solita ronda giornaliera.

Verso mezzogiorno inoltrato Liliya rientrò in casa pulendosi dai fiocchi di neve che avevano ricoperto la pelliccia ed il copricapo -Ben tornata, moglie mia, ti sei ricordata di avere un marito?- le si avvicinò furente d'ira e le colpì il viso con uno schiaffo che la fece girare dall'altro lato e barcollare, si premette la guancia dolorante guardandolo con pura sorpresa negli occhi -Hai dei compiti da svolgere in questa casa e poi, se ti rimane tempo potrai andare a gironzolare con quel maledetto eretico dove ti pare! Che non succeda più una cosa simile, ci siamo intesi?- la prese dalle spalle a gliele strinse con forza -Sei solo una misera contadina, cerca di ricordartelo perché il tuo caro Viktor non verrà mai a salvarti!- la spinse via e se ne andò sbattendo forte la porta.

Il Vento della rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora