Capitolo 2

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San Pietroburgo, 1773

Venne gettata dentro ad un carro ricoperto di paglia, per attutire il colpo, ed imbavagliata per evitare le urla.
«Ti conviene rimanere in silenzio» le disse un cosacco prima di sedersi sul posto di guida e frustare i cavalli che partirono a galoppo facendola sballottare da una parte all'altra con violenza. Le lacrime uscirono senza che se ne accorgesse, sapeva perfettamente chi era il mandante di quel losco rapimento e il solo pensiero di quello che le avrebbe fatto le metteva un terrore nell'anima mai provato prima.

Era stata una stupida, avrebbe dovuto attendere Viktor seduta in quel divanetto senza farsi influenzare da Aleksandra che oltretutto l'aveva lasciata sola in mezzo a tanti volti a lei sconosciuti.

Cercò di alzarsi per quel che le permetteva l'ampio abito e dopo molti sforzi riuscì a sedersi e guardarsi intorno, con lei non vi era nessuno ma per poter scappare doveva riuscire a slegare le corde alle caviglie, azione, che risultava abbastanza difficile da effettuare avendo i polsi legati.

Ci provò ugualmente con una crescente adrenalina che le arrivava fino ai polpastrelli delle mani, era notte fonda e vedere quel che stava facendo diventava praticamente impossibile ma non si arrese neanche quando dopo ore di viaggio il carro rallentò la sua corsa per poi lentamente fermarsi in una folta vegetazione in cui si potevano notare piccole fiaccole ed alcune tende.

Prima che qualcuno venisse a prenderla decise di tentare la fuga, si tolse la corda che la teneva ferma e sgusciando dal carro si mise a correre nonostante era consapevole di non conoscere i dintorni e di essere in visibile svantaggio.

Si girò ma l'oscurità non le permetteva di vedere, le vesti a causa dei rovi si strappavano facilmente, i capelli liberati dall'enorme parrucca caduta al momento della cattura le coprivano il volto, il tremore si stava velocemente impossessando del suo minuto corpo, era Gennaio ed il freddo era ormai diventato rigido e troppo intenso da gestire senza adeguate pellicce e copricapo, vestiario che in quel momento lei non possedeva.

Aveva i piedi gelati ed il respiro si faceva sempre più pesante causandole bruciore all'altezza dei polmoni ma poco le importava, non voleva avere nulla a che fare con quel cosacco, la morte sarebbe stata meno dolorosa.

Non le importava di morire di ipotermia o sbranata dai lupi, l'unico suo vero obbiettivo era quello di fuggire il più lontano possibile e cercarsi un nascondiglio dove poter riprendere le forze prima che qualcuno la trovasse.

La vegetazione, per quel che riusciva a scorgere, era la stessa dovunque il suo sguardo si andava a posare, un alto manto innevato rendeva difficili i movimenti e rendeva pesanti le vesti che si andavano a mano a mano a bagnare per via dello sciogliersi della neve. Le forze cominciarono a mancarle e fu lì lì per cadere ma qualcuno la prese giusto in tempo e la strinse forte a sé «Credevo che questo freddo ti avrebbe fermato dal fare avventatezze ma mi sono sbagliato, guarda come tremi, contadinella...» la profonda voce del biondo cosacco le arrivò alle orecchie come un fulmine a ciel sereno, non riusciva a capacitarsi da dove fosse sbucato, e di come avesse fatto a non sentire i suoi passi stanarla come un segugio.

Ivan la avvolse in una calda coperta che riuscì a placare di poco il freddo che si sentiva fino alle ossa, poi, la prese in braccio e cominciò ad incamminarsi verso l'accampamento tenendo ben salda la presa sul corpo della ragazza.

Liliya era stremata, le mancavano le forze anche solo per tenere gli occhi aperti infatti, dopo pochi istanti le si chiusero facendo così poggiare la testa sul petto caldo del giovane uomo che intanto gioiva dalla felicità nell'aver, finalmente, tutta per sé la ninfa dei suoi sogni.

Come aveva previsto, quella notte stessa le salì la febbre facendola cadere in un sonno delirante che non poteva curare nessun medicinale presente nella valigetta del medicus del campo, le venivano cambiati i panni sulla fronte e venne coperta con più di tre coperte e pellicce per cercare di non creare altri sbalzi di temperatura «Dagli dell'acqua, ha bisogno di essere idratata» ordinò il medico italiano intento a preparare un impacco di erbe da farle bere prima che la temperatura corporea potesse salire ancora, subito il cosacco si alzò ed andò a riempire una piccola ciotola d'acqua fresca per poi tornare al suo capezzale e alzarle di poco la testa per farle ingoiare il liquido senza strozzarla «Falle bere quanto riesce a piccoli sorsi» gli raccomandò l'anziano continuando ad aggiungere altre erbe all'intruglio per poi schiacciarle ben bene, Liliya dopo aver bevuto sembrò tranquillizzarsi e di questo Ivan ne fu sollevato, le prese una mano inerme tra le sue portandola alla bocca per baciarne il dorso, era fredda e se non fosse per la consapevolezza che respirasse poteva passare per morta.

«Aprile la camicia da notte sul petto, devo poggiarle questa, sbrigati deve assorbire più calore possibile!» dopo qualche attimo di esitazione, fece come richiesto ed il medico poggiò un panno pieno di erbe aromatiche bollenti sul delicato petto della giovane per poi coprirla nuovamente con le coperte «Con questo dovrebbe evitare una polmonite, è stata davvero incosciente! Tienila d'occhio, io torno tra tre ore esatte, non ti addormentare, ogni mezz'ora falle bere un po' d'acqua!» se non fosse per il fatto che l'uomo era un guaritore esperto, era più che sicuro che gliel'avrebbe fatta pagare per il tono usato, ma in quel momento doveva pensare alla donna che aveva tanto desiderato al suo fianco «D'accordo» andò a sedersi lì vicino ma la sua forza di volontà di starsene civilmente fu presto rimpiazzata da un altro desiderio, più profondo e di maggiore urgenza, si tolse gli stivali ed il pellicciotto dopodiché scostò di poco le lenzuola e si stese vicino al corpo inerme di Liliya, lo avvolse con il braccio sinistro facendoli aderire alla perfezione, con la mano destra fece poggiare il capo imperlato di sudore sul suo petto per poi baciare la parte superiore con delicatezza.

«Finalmente mia, dolce Liliya...»

Angolo Autrice
Salve!
Ecco a voi il nuovo capitolo della storia, spero vi sia piaciuto,
A presto!

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