CAPITOLO 7

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Mi sveglio sentendo la luce penetrare dai vetri della finestra e ricadere sui miei occhi. Li apro lentamente e la stessa fonte di luce mi abbaglia facendo fatica a mantenerli aperti.

Mi giro lentamente verso la direzione del ragazzo affianco a me. Lo sento respirare fortemente e solo in quel momento noto il suo braccio cingermi la vita da sopra le coperte. Io sotto e lui sopra. Avevamo dormito insieme, eravamo stati tutta la notte uno affianco all'altro. Ci eravamo addormentati insieme. Osservo ogni suo dettaglio mentre alcuni flashback della sera prima mi ritornano alla mente.

*FLASHBACK*

"Chi è la donna che è con te in questa foto?" gli chiedo prendendo tra le mani il quadretto che è posto sulla sua scrivania.

"Mia mamma" dice a denti stretti distogliendo lo sguardo dal mio. Cosa c'era che non andava bene? Cosa avevo fatto adesso?

"Che bella signora che è" mi complimento cercando di smorzare la tensione, tensione che non capivo.

"Che era... è morta. E' morta in un incidente stradale quando avevo 14 anni" dice tutto d'un fiato. <Ed ecco perché dovrei imparare a stare zitta ed a cucirmi la bocca qualche volta.> si, dovresti Scarlet. Mi informa la mia mente sempre pronta.

"Oddio scusami Carter non lo sapevo" lo vedo annuire e guardare un'altra volta il soffitto. Cosa c'era di così interessante in quel muro sospeso? "Da quanto gareggi?" gli chiedo per cambiare discorso, per farlo tranquillizzare.

"Da 8 anni. Da quando avevo 14 anni. Sembra troppo impegnativo per un bambino ma era l'unica cosa che mi faceva e mi fa svagare. E' l'unica cosa che mi fa distogliere l'attenzione dai miei problemi. Mentre gareggio scarico la tensione, non penso ad altro se non a vincere, se non a prendermi quei fottuti soldi. Ed era così anche da piccolo, lo facevo per soldi, per non restare senza niente dopo la sua morte." mi maledico per la seconda volta in pochi minuti. Perché ero così sfacciata?

"Avevi paura di rimanere solo?" continuo.

"Sono solo." dice.

"Non è vero, non lo sei."

"E' impossibile non esserlo quando ti ricopri solo di solitudine, quando hai una maschera per non affezionarti troppo, quando sei avvolto dalle tenebre" sputa tutto in pochi secondi ed io rimango senza fiato.

"Mi piacciono le cose impossibili perché si vede subito chi scappa e chi resta e ci prova" termino io, dandogli un bacio sulla guancia.

*FINE FLASHBACK*

Era pieno di angoscia, di dolore, di sofferenza. Aveva solo 14 anni e gli era stata strappata via la madre. Chissà dov'era il padre. Chissà se aveva rapporti con lui. Mi rigiro nel letto più volte, continuando a ricordare momenti della sera precedente.

*FLASHBACK*

"Adesso tocca a te piccola. Raccontami un po' di te" mi dice appena mi sdraio affianco a lui, per la seconda volta.

"Non c'è molto da dire su di me, diciamo che conduco una vita normale, vado a scuola e passo il mio tempo con i due miei migliori amici. Uno di loro è George che tu già conosci" gli spiego girandomi di lato come aveva precedentemente fatto lui.

"Quindi niente ragazzo" mi chiede senza lasciar trasparire nessuna emozione.

"Nessun ragazzo per mia fortuna" continuo ricordandomi della mia passata esperienza.

"Perché?" mi chiede accigliato.

"Penso tu lo sappia" confesso ricordandomi le sue chiacchierate con Leonard. Davvero mi voleva far credere che non sapesse niente? Lui sapeva tutto e l'avevo capito.

ETERNAMENTE TUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora