CAPITOLO 30

2.2K 78 11
                                    

                   

UNA SETTIMANA DOPO

SCARLET POV.

"Mamma sono qua fuori, tra quanto arrivi?" chiedo al telefono mentre aspettavo fuori dall'ospedale, pronta per tornare a casa, finalmente pronta per riprendere la mia vita. Era stata una settimana infernale, chiusa in quelle quattro mura bianche, chiusa senza avere nessun contatto con l'ambiente esterno, nessun contatto che mi potesse far sorridere. Solo Kim era venuta a farmi visitare, solo Kim era sempre stata al mio fianco, giorno e notte in quella settimana orribile, difficile da dimenticare. Solo Kim, apparte i miei genitori, mi era stata accanto, come d'altronde, aveva sempre fatto.

Ora che stavo pensando a lei, la vedo uscire da dietro un arbusto con in mano un mazzo di rose rosa. Le mie preferite, e lei lo sapeva eccome. Sorrido a 32 denti vedendola così goffa, mentre mi raggiungeva, con quell'enorme bouquet tra le braccia. La abbraccio dopo pochi secondi, intravedendo, dietro di lei, la figura di Dunkan. Sì, oltre a lei, era venuto anche il ragazzo moro a farmi visitare molto spesso ed eravamo diventati molto amici. Lui cercava di parlarmi di Carter ed io ogni volta deviavo il discorso, non volendo rientrare su quell'argomento troppo complicato. Non avevo ancora avuto la forza di affrontare quello che mi aveva detto, non avevo ancora avuto la forza di capire cosa sapesse, di capire cosa c'entrasse nella faccenda riguardante mio fratello. Avevo paura a scoprirlo, avevo veramente troppa paura di riuscire a farmi ancora del male, non pronta a quello che mi avrebbe confessato, non pronta a quello che mi doveva dire.

Kim mi aveva giurato di non sapere niente di questa storia, mi aveva giurato sulla persona a lei più cara: la mamma. Ed io le avevo creduto, le avevo creduto ciecamente. Non avrebbe mai fatto niente che andasse contro l'unica persona che l'aveva cresciuta, non avrebbe mai promesso una cosa del genere se non ne era totalmente sicura. Le credevo, le credevo con tutta me stessa. Le avevo creduto da quando, quella mattina era venuta a farmi visitare, e poi, non si era più staccata da quel letto. Non mi aveva più lasciata un secondo.

"Come sta la mia infortunata?" cerca di tirarmi su il morale, mentre provo a camminare con quelle stampelle troppo di intralcio.

"Bene, ora bene. Sta arrivando mia mamma" le comunico in poche parole. I miei genitori erano venuti a conoscenza di ogni cosa, erano venuti a conoscenza della pallottola che mi aveva perforato lo stinco, erano venuti a conoscenza della vera identità di Carter, erano venuti a conoscenza di tutto quello che mi stava accadendo ed io, come sempre, ero estremamente e decisamente fottuta e segregata in casa. Era stato inevitabile ammetterlo, era stato inevitabile dal momento che erano entrati in quella stanza di ospedale, non appena Carter l'aveva lasciata. Non ero riuscita ad omettergli niente, non ne avevo le forze. Loro mi avevano confortata, mi avevano aiutata e mi avevano abbracciata, come non facevano da molto. Poi, ho visto la paura nei loro occhi, ho visto la stessa paura che avevano avuto sette mesi prima con mio fratello. Ho visto il timore, il panico ed il terrore impossessarsi dei loro volti, non appena avevo finito di raccontare tutto l'accaduto.

<Tu quel ragazzo non lo rivedrai più> mi aveva detto mio padre, ed io non potevo che essere più d'accordo con lui. Era sbagliato per me, eravamo due mondi che non si potevano unire, eravamo due mondi che non avrebbero potuto funzionare insieme. Ci facevamo troppo male. Invece di lottare, lottare insieme, eravamo sempre uno contro l'altro, sempre pronti a gridarci dietro, sempre pronti a deludere l'altro.

Fisso Dunkan, che ora si trovava dietro la figura di Kim. Sapevo che mi voleva dire qualcosa, sapevo che non aspettava altro che aprire bocca per confessarmi quello che aveva in testa. Ma non ero pronta, non ero pronta a sentirlo parlare di lui, non ero pronta a sentire quello che aveva da dire. Sapevo che sarei crollata nell'esatto momento in cui lui avrebbe pronunciato il suo nome.

ETERNAMENTE TUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora