CAPITOLO 16

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SCARLET POV.

"Dove mi stai portando Kim?" le dico mentre mi lascio trascinare verso un locale fuori città. Dove mi stava portando? Cosa stava cercando di fare e di dirmi?

"Tra poco lo vedrai" mi dice rivolgendomi un veloce sguardo, ma ritornando subito con gli occhi sulla strada e le mani sul volante.

"Kim è un po' inquietante" annuncio appena scende dall'auto. Sento un'aria gelida percorrere la mia pelle ed una piogerellina fine invadere la mia vista. Un tempo adatto per venire in questo posto sperduto al mondo. Come faceva a conoscere un luogo così orribile, così ripugnante? Alle mie orecchie arrivano solo le grida di gente ubriaca che risiede all'interno del locale, ai miei occhi arrivano solo quelle poche persone che stavano lasciando quel posto, non curandosi del loro aspetto trasandato. Al mio sguardo, la vista del sangue nelle loro magliette, ed al mio olfatto, l'odore dell'alcool mischiato a quello della pioggia che stava continuando a scendere. Ero veramente terrorizzata all'idea di entrare in quel posto, ancora più terrorizzata di quando, per la prima volta, ero entrata in quello spiazzale dove quegli aggeggi infernali gareggiavano. Ero ancora più impaurita, pensando solo a quei volti sconosciuti, appiccicati alla mia figura, per la grande folla presente.

Ringrazio il cielo appena scruto Dunkan venirci incontro e salutare la mia migliore amica con un bacio sulle labbra. Sorrido a quella vista, ricordandomi ormai del suo passato, il passato che si era finalmente lasciata alle spalle.

"Lei cosa ci fa qua?" chiede alla sua ragazza, indicando me.

"Lei deve sapere." pronuncia queste parole, senza che io riesca a comprendere, senza lasciarmi un minimo indizio.

"Non credo sia una buona idea. Se la vede qua ammazza prima me e poi te, lo sai Kim." continua Dunkan rivolgendo gli occhi solo alla mia amica. Ma si erano accorti che c'ero anche io o era come se non esistessi? Incrocio le braccia sul mio petto, ed aspetto che il siparietto di fronte a me finisca.

"Dan lo sai anche tu che prima o poi lo verrà a sapere. Non è meglio prima che dopo?" sbraita la ragazza visibilmente arrabbiata. Mi siedo su una ringhiera poco distante, continuando ad ascoltare il discorso dei due, ma ormai esausta per chiedere l'ennesima spiegazione.

"Magari glielo voleva dire lui" sbraita anche il ragazzo ora. Non era un buon segno.

"Dan entriamo e basta. Deve sapere, deve sapere cosa fa per sua sorella, per far felice sua sorella" continua la mia amica ed un flash della settimana precedente, torna a farsi strada tra i miei ricordi.

<Scar lui non è sempre così. Sembra cattivo ma sotto sotto è buono, credimi> mi aveva detto Kim quella mattina, senza darmi altri indizi, indizi che lo potessero scagionare, o lo potessero mettere in buona luce. Mi ci stava portando ora? Mi stava per far vedere una parte del suo mondo riguardante la sorella? Perché allora ero finita fuori da un locale pieno di persone ubriache che non si reggevano in piedi? Tutto questo non aveva senso.

"E credi che dimostrarglielo in altro modo sia la cosa migliore? Davvero credi che vedendolo combattere, si potrà ricredere su di lui?" esattamente quello che... no, aspetta, combattere? Chi aveva mai parlato di combattere? Mi alzo in piedi e solo in quel momento si accorgono nuovamente della mia figura. Puntano entrambi i loro sguardi su di me, ed io finalmente, ringrazio il cielo, per avere un attimo della loro attenzione.

"Combattere? Cosa vuol dire combattere?" chiedo con un filo di voce, mentre dentro di me provavo solo rabbia, rabbia per tutto quello che pian piano stavo scoprendo, per un nuovo mondo di cui non facevo parte, ma che, evidentemente, ne faceva parte Kim.

"Combattere si. Combatte nella boxe, anche io lo faccio. Quasi tutti quelli che gareggiano in auto lo fanno" mi spiega calmo Dunkan. Sgrano gli occhi a sentire quelle parole, riuscendo solo a proferire un sussurro subito dopo.

ETERNAMENTE TUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora