Secondo giorno all'Accademia, Jimin credeva che fosse una struttura davvero bella ma decisamente troppo ampia e vasta.
Spesso si era perso in quelle poche ore, alla ricerca delle aule dove avrebbe dovuto seguire i suoi corsi, nonostante fosse provveduto di una sorta di mappa.
Ma Jimin era così, non si era mai riuscito ad orientare molto bene, ed era solo il secondo giorno in quella scuola.
Era stato costretto a chiedere ad Hoseok più volte dove fossero le stanze.
Avrebbe di gran lunga preferito avvicinarsi a Yoongi e chiedere a lui, ma proprio non se ne parlava, avrebbe fatto una figuraccia.
Entrò nell'aula in cui avrebbe dovuto seguire la lezione di storia dell'arte, completamente solo, e si guardò intorno.
Subito si creò un silenzio imbarazzante, e Jimin sentì le sue guance riscaldarsi.
Una ventina di studenti, tra ragazzi e ragazze, si girarono verso di lui, e lo osservarono.
"Oh, e chi abbiamo qui?" esclamò un ragazzo, decisamente più alto di lui, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi. "Com'è che ti chiami, bel faccino?"
"i-io sono...P-Park Jimin" balbettò lui, sentiva già le gambe tremargli.
Perché devo essere sempre così?!
"Park Jimin, mh... sei un nuovo studente, vero? O studentessa? Sai, non si riesce a capirlo con chiarezza" rise il tipo, girandosi verso i suoi amici, che seguirono la sua risata.
Jimin abbassò lo sguardo ai suoi piedi, mordendosi il labbro inferiore con forza.
Non anche qui, per favore
"Hey, ti ho fatto una domanda, esigo una risposta" lo punzecchiò l'altro con un dito.
Il biondo deglutì. "Sono uno...uno studente" disse poi a bassa voce.
"Wow, e quanti anni hai, dodici? Perché dalla voce e dal viso, se proprio sei maschio, allora sei piccolo" ghignò il ragazzo più alto. "Mi sa che hai sbagliato corso, eh?"
"No, h-ho sedici anni" distolse lo sguardo Jimin.
Ma perché dovevano sempre prenderlo tutti in giro?
Cosa aveva che non andava?
Aveva un corpo decisamente minuto, sì, e la sua voce non era profonda, anzi, ma santo cielo, come potevano davvero scambiarlo per una ragazza o per un dodicenne?!
Per prendersi gioco di lui, certo, come avevano sempre fatto e come avrebbero continuato a fare.
Lo facevano a Busan, credeva davvero che in una nuova città sarebbe cambiato tutto?
Quello era uno dei motivi per i quali non voleva avvicinarsi a Yoongi: non voleva farsi vedere da lui, non voleva essere preso in giro anche da lui.
"Dai Doyun, lascialo stare, è appena arrivato" interruppe una ragazza dai capelli rosa, toccandogli una spalla con delicatezza.
"Mh..." mugugnò lui. "Capito frocetto? ti lascio stare solo perché me lo dice lei"
Frocetto.
Era davvero così palese? Forse sì, ma non c'era bisogno di utilizzare un termine così dispregiativo.
Jimin sospirò, ringraziando la ragazza con un semplice sguardo, e si sedette al banco, completamente solo.
Sperò che quello fosse l'unico corso che avrebbe dovuto passare con quel Doyun, ma sapeva che non poteva essere così, i corsi erano tanti, troppi, e di sicuro lo avrebbe ritrovato da qualche parte.
Il giorno prima aveva conosciuto persone buone e gentili con lui, e ora quel ragazzo che aveva la faccia da stronzo e pure il carattere.
Chiuse gli occhi per un istante, cercando di scacciare via i brutti pensieri, inutilmente.
Sarebbe stato solo in quel corso, solo contro chissà quante persone che sarebbero andate dietro a Doyun.
Avrebbe dovuto imparare a resistere da solo, ma come, quando per una vita aveva avuto al suo fianco Jungkook, il suo migliore amico, che lo aveva sempre protetto e sostenuto?
Quel trasferimento non ci voleva proprio, era una buona, buonissima opportunità per Jimin, ma lo aveva allontanato dall'unico vero amico che aveva, e che già gli mancava terribilmente.
Poi pensò ad Hoseok, e si rincuorò.
Quel ragazzo era davvero gentile, lo stava aiutando senza stancarsi delle sue continue domande, e lo faceva tornare di buon umore.
Sprizzava allegria e spensieratezza da tutti i pori, era sempre sorridente, estroverso e socievole.
Jimin lo invidiava, lui amava fare amicizia, ma la sua timidezza rovinava sempre tutto.
Ma chissà, magari diventando amico di Hoseok sarebbe riuscito ad uscire dal suo guscio e conoscere le persone senza prima fare figuracce.
Avrebbe tanto voluto essere sicuro di sé ed avvicinarsi a Yoongi, presentarsi e parlare con lui.
Gli piaceva chattare, quindi perché non parlare faccia a faccia?
Era strano, Jimin sapeva che sarebbe stato strano parlare con un dipendente dell'Accademia, ma Yoongi non era un professore, non insegnava qualcosa, accompagnava le lezioni e basta.
E poi non aveva mica 40 anni, era ancora un ragazzo, potevano tranquillamente parlare e diventare amici, se non amici almeno conoscenti.
Anche lui era stato davvero gentile con Jimin, e meritava di conoscerlo, ma il più piccolo era davvero terrorizzato all'idea di fare brutta figura.
Fu proprio mentre pensava questo che l'insegnante entrò in aula, posando la sua valigetta sulla cattedra.
Il suo sguardo cadde su Jimin.
"Dunque, tu dovresti essere Park Jimin, vero?" chiese, inclinando leggermente la testa verso sinistra.
"Sì signore, s-sono io" rispose timidamente lui, sentendo delle risatine provenire dal fondo della classe.
"Bene Jimin, spero che tu possa passare un buon anno qui nell'Accademia" sorrise l'uomo.
Jimin annuì, almeno una persona gentile in quell'aula.
Tirò fuori un quaderno dal suo zaino, con l'astuccio, notando gli altri fare lo stesso, ed il professore iniziò la sua spiegazione.
Hi people, come state? Spero bene! Come vi sembra la storia? fatemelo sapere, mi raccomando! Btw...VOGLIAMO PARLARE DI SINGULARITY NO MEGLIO DI NO OKAY HO AMATO QUEL VIDEO, IL SOUND É PERFETTO PER LA VOCE PROFONDA DI TAEHYUNG, CIOÈ CAPITE IO AMO OKAY BASTA CIAO
All the love xx
Clau
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𝓐𝓬𝓪𝓭𝓮𝓶𝔂 [𝓶.𝔂𝓰+𝓹.𝓳𝓶]
Romance"È colpa tua se sto male...anche se ora sto bene" "E...perché?" "Tra le tue braccia sto sempre bene hyung" Dove Yoongi è un pianista che lavora all'Accademia artistica di Daegu e Park Jimin è un ballerino diciassettenne trasferitosi da poco in città...