Fu un rumore proveniente da fuori la finestra a svegliare Yoongi, che aprì gli occhi con lentezza, lamentandosi.
Volse lo sguardo assonnato verso la finestra e notò la pioggia bagnare i vetri.
Merda, non avevo chiuso le serrande
Si maledì mentalmente, per poi fare mente locale e ricordarsi ciò che era successo il pomeriggio precedente.
Il fastidio dovuto a quel risveglio venne ripagato quando volse lo sguardo alla figura minuta di Jimin, la testa poggiata sulla sua spalla e una mano sul suo petto, stretta in un pugno.
Gli occhi chiusi, le sue ciglia folte proiettate lievemente sulle guance a causa della penombra della stanza, le labbra carnose leggermente dischiuse, dalle quali uscivano dei sospiri quasi impercettibili.
Sembrava davvero un bambino, e Yoongi quasi si sentì in colpa per ciò che era successo ore prima, ma non doveva sentirsi colpevole.
Gli aveva detto di amarlo, non era mai capitato in vita sua che provasse amore per qualcuno, ma Jimin era stato in grado di sciogliere il suo cuore e prenderne possesso completamente, facendolo innamorare perdutamente.
Sorrise a quella vista e gli scostò i capelli dalla fronte, per poi lasciarvi un dolce bacio e cominciare ad accarezzargli la nuca.
Si girò verso la sveglia, che segnava le sei del mattino.
Avevano dormito per più di dodici ore, e credeva che Jimin avrebbe dormito ancora di più, ma non voleva allontanarsi da lui.
Ed effettivamente rimase in quella posizione, con il minore tra le braccia, per altre due ore, sonnecchiando di tanto in tanto.
Poi lo sentì muoversi leggermente e mugolare, così aprì gli occhi e continuò ad accarezzare i suoi capelli e la sua schiena nuda.
"Mh..." Jimin aprì un occhio, e ci mise vari istanti prima di ricollegare il tutto ed alzare la testa verso il maggiore. "Yoonie..."
"Buongiorno piccolo" sorrise dolcemente, facendo scontrare i loro nasi.
"Giorno..." mugolò lui, strofinando la guancia contro la sua spalla e circondando i suoi fianchi con il braccio.
"Come ti senti?" domandò Yoongi continuando a coccolarlo e guardandolo curiosamente.
Jimin arricciò il naso, sistemandosi meglio tra le sue braccia e sentendo ancora il dolore attanagliargli il corpo.
"Mi fa male tutto..." si lamentò stringendosi a lui ed arrossendo. "Però sto bene, sì...tu?"
"Hai appena detto che ti fa male tutto però..." lo guardò Yoongi, con preoccupazione e dispiacere.
"Il corpo, intendo, io sto benissimo" si corresse, e sorrise lievemente mentre lo guardava. "Ora, posso sapere come stai tu?"
Yoongi rispose al sorriso e gli baciò la punta del naso. "Anche io, benissimo davvero" rispose con voce roca. "Starei meglio se mi dicessi ancora due paroline, però"
Jimin sentì le guance arrossarsi e nascose il viso contro il suo petto, mugugnando qualcosa di incomprensibile che fece ridere il maggiore.
"Non ho capito cos'hai detto, Jiminie" disse poi, portando due dita sotto il suo mento e facendogli alzare il viso.
Il minore sbuffò, per poi avvicinare il viso al suo e guardare i suoi occhi scuri, in cui si perdeva ogni volta.
"Yoongi-ssi...ti amo tanto" sussurrò a fior di labbra, chiudendo gli occhi.
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𝓐𝓬𝓪𝓭𝓮𝓶𝔂 [𝓶.𝔂𝓰+𝓹.𝓳𝓶]
Romance"È colpa tua se sto male...anche se ora sto bene" "E...perché?" "Tra le tue braccia sto sempre bene hyung" Dove Yoongi è un pianista che lavora all'Accademia artistica di Daegu e Park Jimin è un ballerino diciassettenne trasferitosi da poco in città...