Yoongi si alzò dal letto senza avere voglia di fare nulla.
Odiava alzarsi la mattina, e la notte precedente aveva parlato fino a tardi con quel ragazzo, Jimin.
Gli aveva chiesto informazioni sull'Accademia, e poi avevano iniziato a parlare di tutto.
Gli era piaciuto parlare con lui.
Se solo avesse saputo com'era fatto, sarebbe andato a cercarlo.
Pensò anche di intrufolarsi a lezione prima del solito, mentre l'insegnante faceva l'appello, ma magari Jimin non voleva.
Gli aveva detto che era timido, e non voleva pressarlo, si sarebbe avvicinato quando si fosse sentito pronto.
Il ragazzo fece una doccia veloce, cercando di svegliarsi il più velocemente possibile, fece colazione e in mezz'ora di fuori dal suo appartamento.
Si infilò le cuffie nelle orecchie e camminò verso l'Accademia, che fortunatamente non era molto lontana da casa sua.
Si riteneva fortunato.
Aveva solo 22 anni e all'età di 19 era stato assunto a tempo indeterminato in un'Accademia prestigiosa, famosa in tutta la zona.
Ringraziò il suo talento nel suonare il pianoforte, o non sarebbe andato da nessuna parte.
Ma lavoro o non, quello strumento lo aveva accompagnato ed aiutato sin da piccolo.
Era lì quando lui si sentiva solo o triste, quando era felice ed euforico.
Era lì, in quella stanza ad aspettarlo, sempre.
Yoongi non era mai stato molto socievole, gli piaceva stare da solo, in silenzio o ascoltando musica.
Era stato quello il motivo per il quale a soli diciannove anni era andato via di casa e aveva cercato un posto in cui stare.
Inizialmente si era accontentato di un monolocale minuscolo lontano da tutto, poi grazie al lavoro era riuscito a prendere un appartamento vicino al centro e decisamente più spazioso.
Certo, non gigante, viveva da solo, ma pur sempre migliore del precedente.
Yoongi era sempre chiuso in se stesso, non esternava mai i propri sentimenti e nessuno riusciva a capirlo, se non Taehyung, il suo migliore amico.
A volte neanche lui lo capiva, ma gli voleva un bene dell'anima.
Non aveva praticamente mai avuto relazioni, l'unica cosa che poteva essere simile, era semplicemente del sesso occasionale con qualcuno, dopo una bevuta.
Lui stesso pensava fosse una cosa davvero triste, ma chi mai avrebbe voluto una persona così buia come lui?
Eppure Taehyung glielo diceva.
Taehyung sapeva che non era così.
Sapeva che dietro quella maschera da stronzo e freddo si nascondeva un cuore grande, una persona gentile e disponibile.
La conferma era stata la sua disponibilità ad aiutare Jimin.
Arrivò in pochi minuti all'Accademia, ed entrò nella piccola stanza che ormai gli apparteneva, una scrivania piena di fogli, spartiti e canzoni, un computer e una stampante.
Nulla di più.
Ma a Yoongi bastava quello.
Lesse il post-it lasciatogli dall'insegnante di danza moderna, in cui richiedeva delle canzoni precise da suonare durante la sua lezione.
"Mh..." si disse.
Poi aprì un raccoglitore, cercando i vari spartiti, li prese e uscì dalla stanza.
Si avviò verso l'aula in cui si sarebbe svolta la lezione di danza moderna.
In quell'ora sarebbe stata frequentata da ragazzi e ragazze che andavano dai 17 ai 18 anni.
Scosse la testa, ricordando che Jimin ne avesse 16, non poteva essere lì.
Ma perché continuava a pensare a lui? Neanche Yoongi lo sapeva.
"Yoongi oppa!" si sentì chiamare da una voce femminile.
Alzò gli occhi al cielo, odiava che qualcuno di cui non conosceva neanche il nome lo chiamasse così.
"Sì?" disse con calma.
Quella ragazzina avrà avuto massimo quattordici anni, che diavolo voleva?
"In terza ora sei con noi vero?" chiese lei facendo gli occhi dolci.
"Non lo so, che corso hai in terza ora?"
"Classica"
"Sì allora, sarò lì" rispose freddo.
"Oh, che bello, sei così bravo!" esclamò lei battendo le mani.
"Sì grazie, ora devo andare" si girò.
Ma che cazzo. Io cerco di essere freddo e loro mi cercano di più. Che hanno che non va?!
Si chiese scocciato entrando nell'aula di danza moderna.
Si sedette al piano e sistemò gli spartiti, aspettando che gli alunni entrassero, seguendo l'insegnante.
Notò quattro nuove persone.
Due ragazzi e due ragazze.
Lo sguardo di Yoongi andò a posarsi su quello di un ragazzo, particolarmente bello.
Era davvero minuto, però.
Subito l'altro distolse lo sguardo, e Yoongi si girò verso il pianoforte.
L'insegnante gli diede il via per suonare ed iniziò.
Di tanto in tanto alzava lo sguardo, alla ricerca di quel ragazzo.
Ballava davvero magnificamente, i suoi movimenti erano leggeri e perfetti.
Non che Yoongi se ne intendesse, ma era certo che il biondo fosse davvero, davvero bravo.
Il suo piccolo corpo si muoveva con grazia al ritmo della musica che Yoongi stava suonando, e ne rimase affascinato.
Doveva scoprire il suo nome.
E se fosse stato Park Jimin?
No, non poteva essere, non lo sapeva, era nuovo anche lui, sì, ma c'era un altro ragazzo nuovo al corso, e comunque Jimin era troppo piccolo per entrare in quel corso di danza moderna.
Ma Yoongi sbagliava.
Eccome se sbagliava.

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𝓐𝓬𝓪𝓭𝓮𝓶𝔂 [𝓶.𝔂𝓰+𝓹.𝓳𝓶]
عاطفية"È colpa tua se sto male...anche se ora sto bene" "E...perché?" "Tra le tue braccia sto sempre bene hyung" Dove Yoongi è un pianista che lavora all'Accademia artistica di Daegu e Park Jimin è un ballerino diciassettenne trasferitosi da poco in città...