Tra i primi manoscritti della letteratura giapponese i più importanti sono il Kojiki, il Nihon Shoki, e il Man'yōshū, raccolta di poesie dell'VIII secolo. Tutti vennero scritti in caratteri cinesi.All'inizio del periodo Heian venne creato il sistema di trascrizione fonetica detto kana (formato da hiragana e katakana). Il Taketori monogatari (竹取物語? "Storia di un tagliabambù") è considerato il primo racconto della letteratura giapponese.Una descrizione della vita di corte dell'epoca Heian viene data da Sei Shōnagon nel Makura no sōshi (枕草子 "Note del Guanciale"), mentre il Genji monogatari (源氏物語 "Storia di Genji") di Murasaki Shikibu è considerato il primo romanzo della storia. Durante il periodo Edo la letteratura divenne l'arte dei chōnin (letteralmente "gente di città"), la gente ordinaria. Non era più, quindi, prerogativa degli aristocratici. Il cosiddetto Yomihon, ad esempio, divenne famoso, dando prova di questo cambiamento. Il periodo Meiji segnò il declino delle forme tradizionali della letteratura; infatti è proprio in questo periodo che la letteratura giapponese integrò le influenze occidentali. Natsume Soseki e Mori Ōgai furono i primi scrittori della letteratura giapponese moderna. Vennero seguiti da Akutagawa Ryunosuke, Tanizaki Jun'ichirō, Yasunari Kawabata, Mishima Yukio fino ad arrivare a Murakami Haruki e Banana Yoshimoto. Il Giappone vanta due scrittori vincitori di un Premio Nobel: Yasunari Kawabata (1968) e Ōe Kenzaburō (1994), mentre tra gli scrittori contemporanei conosciuti e pubblicati in Italia spiccano fra gli altri Banana Yoshimoto (Kitchen, Honeymoon, H/H, Tsugumi, Arcobaleno, Amrita), e Murakami Haruki (Norwegian Wood, Underground, La ragazza dello Sputnik).