Avendo preso in prestito dalle vicine culture strumenti, scale e stili, la musica giapponese è particolarmente eclettica. Molti strumenti musicali come il koto (simile al salterio) o la biwa (specie di liuto) vennero introdotti nel IX secolo e X secolo. L'accompagnamento del teatro nō nasce nel XIV secolo, e la musica popolare folcloristica con lo shamisen (chitarra a 3 corde a plettro) nel XVI secolo. La musica occidentale venne introdotta nel XIX secolo, ed è ormai diventata parte integrante della cultura giapponese. Per molto tempo i musicisti giapponesi si sono nutriti di elementi prevalentemente germanici; dopo la prima guerra mondiale i favori si sono, invece, volti sempre più verso la musica francese e italiana. Successivamente con l'avvento della globalizzazione anche i giapponesi si sono scoperti anglofili, imitando la musica pop e rock d'oltre oceano e cantando in inglese. Sono nati così negli anni ottanta due filoni (interconnessi al punto che spesso si contaminano l'un l'altro) che vengono definiti j-pop (legato soprattutto al fenomeno delle idol) e j-rock (che si suddivide a sua volta in diverse sotto categorie), dove la lettera J sta appunto a indicare la parola japanese ("giapponese"). Accanto a j-pop e j-rock si è sviluppato più recentemente anche l'hip hop giapponese. Il karaoke è una delle attività da tempo libero più praticate in Giappone, con appositi locali a esso dedicato in cui si canta all'interno di piccole stanze in compagnia di pochi amici o del partner. Fuori dall'Asia la musica contemporanea giapponese è conosciuta quasi esclusivamente grazie alle colonne sonore e musiche di sottofondo di videogiochi e anime
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