Ammissioni

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"La tua visione  diventa chiara

solo quando guardi

dentro il tuo cuore."



Vedo un filo di luce che penetra dalla tapparella della finestra e cade direttamente sul mio viso, tento di ignorarlo voltandomi dall'altra parte ma non appena lo faccio, sento la testa pesante e faccio una fatica immane a non vomitare perché non appena apro gli occhi la stanza inizia a girare.

Chiudo gli occhi immediatamente e resto sdraiato a pancia in su per qualche minuto, cercando di fermare la sensazione di vertigini e lo stomaco che sembra essersi attorcigliato su se stesso.

Maledizione a me, maledizione a Valentina e alle sue dannate sorprese, maledizione a tutti quelli che mi hanno fatto bere ieri sera, maledizione ad ogni bicchiere che ho bevuto, maledizione a tutto ciò che è successo ieri, a tutto ciò che ho fatto ieri.

Tutto ciò che è successo ieri e che ho fatto ieri...

Improvvisamente la mia mente viene invasa da due occhi verdi come smeraldi, due occhi verdi bellissimi ma così vicini, vicinissimi, troppo vicini, due occhi verdi magnetici e due labbra carnose, morbide e perfette che si scontrano con le mie, una lingua che scopre curiosa la mia per la prima volta, un profumo forte, che sa di buono che si mischia al mio.

Spalanco gli occhi nuovamente e mi metto a sedere sul letto con il fiato corto, fregandomene della testa che gira e della nausea che prepotente mi infastidisce, me ne frego di tutto perché mi torna alla mente tutto, mi torna alla mente lui.

Mi torna in mente lui, il suo essere sfrontato, il suo ignorarmi, la mia rabbia, il fastidio e poi quel bacio, le sue labbra sulle mie, le nostre lingue che si rincorrono, le sue mani su di me, le mie sul suo corpo caldo, il suo respiro sul mio collo, il suo corpo attaccato al mio e poi buio.

Lui che scappa, che si incazza, che mi urla contro ed io, io che non riesco a parlare, a spiegare, a giustificare il mio comportamento.

La testa mi gira sempre di più, però la ignoro, mi volto verso il comodino e afferro il cellulare, apro la lista delle ultime chiamate e vedo il suo nome la, in cima, ci clicco sopra e dopo aver fatto un respiro profondo per cercare di calmarmi, faccio partire la chiamata.

Il telefono squilla e squilla, squilla ancora e nessuno dall'altra parte risponde, squilla ancora e ancora ed io mi sento sempre più piccolo, sempre più stupido, sempre più una merda, perché pian piano capisco che non risponderà, ne oggi ne mai e io devo fare qualcosa.

Devo chiarirmi le idee, devo fare pace con il mio cervello e devo parlare con lui, devo spiegargli, devo guardarlo negli occhi e sperare che mi lasci parlare e non so perché questa cosa mi stia così a cuore, non so perché senta il respiro mancare solo al pensiero di incrociare di nuovo i suoi occhi, non so perché questo ragazzo mi incasini la mente così tanto, non lo so, non so niente, so solo che dopo ieri sento il bisogno fisico di trovarlo.

Mi alzo dal letto e spalanco la porta della camera, deciso di raggiungere il bagno, sperando che una doccia mi liberi la mente e faccia smettere la mia testa di girare senza sosta, ma non appena svolto l'angolo sono costretto a correre per non rischiare di vomitare esattamente la, dove mi trovo.

Abbraccio il water, maledicendomi in ogni modo, quando sento due braccia cingermi le spalle e afferrarmi la testa, non ho nemmeno il bisogno di voltarmi perché il profumo di Vale mi avvolge, come mi avvolgono le sue braccia ed io mi sento al sicuro, a casa e con il cuore un pelo più leggero.

"Sei uno straccio." mi dice senza smettere di accarezzarmi le spalle.

"Mi sento un dodicenne che si è ubriacato con il bacardi" le dico voltandomi per guardarla.

Il meglio per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora