"Ciò che è destinato a te
troverà il modo di raggiungerti."
Il viaggio verso casa è silenzioso.
Silenzioso nel senso che non si parla, non ci sono parole che risuonano ma gli sguardi non smettono di far rumore, non smettono di parlare, di cercarsi e di urlarsi una marea di cose che forse a parole sarebbe difficile spiegare.
Basta un niente perché i nostri sguardi si cerchino, un semaforo, uno stop, una macchina che rallenta davanti a noi ed è subito un occhi dentro occhi, nero dentro verde, cuore dentro cuore e poi mani che si cercano, che si trovano, si conoscono, si intrecciano e si tirano addosso l'altro e non importa se dietro c'è chi suona, se siamo dentro ad una macchina in moto, in mezzo ad una strada, non importa se ci vede qualcuno o se ci mandano al diavolo, non importa se ci mettiamo ore a tornare a casa, tutto quello che ci interessa è non perdere nemmeno un secondo di tempo senza sfiorarci, senza osservarci, senza studiarci, senza scoprirci e conoscerci.
"Mario, mio dio sembriamo due quindicenni." Mi dice allontanandosi da me e mettendosi le mani sulla faccia, imbarazzato.
In un primo momento trattengo a stento le risate, poi quando Claudio si leva le mani dalla faccia e mi guarda, scoppio a ridere, rido di cuore come mi capita di fare poche volte perché ci sono poche cose che mi fanno ridere davvero, ma ha ragione, sembriamo due quindicenni alla presa con la prima cotta ed è assurdo, è assurdo che tutto questo stia succedendo, è assurdo avere continuamente voglia di sfiorare la sua pelle, di baciare le sue labbra, di sentire sulla mia pelle il suo profumo, di sentirmelo addosso.
E' assurdo smettere di pensare, sentire la mente libera, come se lui fosse una droga, di quelle droghe belle forti che ti fanno viaggiare verso altri orizzonti, che ti fanno dimenticare qualsiasi cosa e ti fanno sentire leggero; si leggero.
E' così che mi sento quanto è accanto a me, leggero e di leggero nella mia vita c'è ben poco, io per primo non sono leggero, sono estremamente complicato, impegnativo, la mia testa è complicata, i miei pensieri sono impegnativi, sono pesante e lo sono le mie paure, ma quando Claudio è con me è come se tutte le cose della mia vita diventassero improvvisamente leggere, leggere come una piuma.
"Non ridere Mario, siamo due idioti, io sono un idiota. Non so cosa mi prenda, non so cosa tu mi faccia, non so cosa sto facendo e perché sto venendo con te, a casa tua, non so niente, so solo che mi sento estremamente idiota..."
E potrei dirglielo che anche io mi sento un idiota, un folle, uno stupido e che anche io non ho la men che minima idea di cosa stia facendo e del perché lo stia facendo, ma preferisco stare zitto e ridere di lui, ridere con lui e tenermi i miei pensieri, le mie paure per me, come sempre, perché la verità è che mi sento estremamente vulnerabile ed esposto ma nonostante questo, nonostante il mio istinto mi dica di correre al riparo, c'è qualcosa che mi spinge a non smettere, ad abbassare le difese, le barriere che ho da sempre, con tutti, almeno un po', quel tanto che basta per respirare un po' di spensieratezza, un po' di leggerezza che mi era mancata così tanto.
La verità è che non so dove questa cosa mi porterà, non so dove queste sensazioni ci porteranno, ma ho una terribile voglia di scoprirlo e di portarmi dietro lui, insieme a me, in questo viaggio.
"vieni qua e baciami Claudio." Gli dico senza smettere di sorridere come un idiota mentre lui mi guarda in cagnesco e dopo pochi secondi si scioglie davanti ai miei occhi e si tuffa sulle mie labbra, ancora e ancora, perché nonostante si senta un idiota, nonostante abbia una paura folle anche lui, nonostante non sappia niente, esattamente come me, sento la sua voglia di capirmi, di scoprirmi, sento la sua voglia di intraprendere questo viaggio con me, nonostante tutto, nonostante me, nonostante lui, nonostante noi.
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Il meglio per te
Fiksi PenggemarIniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo, ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi. Dopo Enough, iniziamo questa nuova avventura, questo nuovo cammino.