Crisi

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Dopo un’estenuante giornata di lavoro, sono seduto in cucina davanti ad un caffè, con una mano sulla faccia che tenta di tenere dritta la testa e lo sguardo perso verso il salotto dove Claudio e Leo stanno giocando con i cubi che mettono uno sopra l’altro per costruire una torre e lavorare sul concetto di turno.

Leo ogni tanto si arrabbia e si fa prendere dall’entusiasmo e cerca di fare il furbo e di posizionare tutti i cubi lui, senza rispettare il turno di Claudio che dal canto suo, senza perdere la pazienza ed il sorriso, lo ferma e si impone per fargli rispettare le regole del gioco.

Leo è testardo tanto quanto me, spesso si arrabbia e quando Claudio non gli fa fare ciò che vuole, scaraventa i cubi in giro per la stanza cercando di attirare la sua attenzione ma con scarso successo visto che il suo educatore sembra impassibile ed io davvero mi chiedo come riesca ad essere così calmo, così positivo anche se ormai ci sono cubi sparsi per tutta la stanza.

All’ennesimo attacco d’ira di Leo, uno dei cubi va a finire in testa al povero Cass che dormiva tranquillo e beato accanto a loro e che senza emettere nemmeno un verso, apre gli occhi, li guarda un secondo e viene da me, poggiando il suo grosso faccione sulle mie gambe e sbadigliando sonoramente.

“Ti hanno svegliato eh? Abbi pazienza Cass” gli dico poco convinto accarezzandolo, senza sapere esattamente se stia cercando di tranquillizzare lui o me stesso.

“Mario mi spieghi esattamente quando hai intenzione di bere quel caffè?” mi dice Vale raggiungendomi alle spalle.

“Eh?”

“Il caffè Mario. “

“Ah si, il caffè.”

“Stasera i bambini li porto da me” dice sedendosi accanto a me.

“Ma come? Non avevi quella cena per il compleanno della tua collega?”

“Si ma non mi va di uscire e poi tu hai decisamente bisogno di avere una serata per te” dice facendo cenno con la testa verso Claudio.

“Grazie” le dico con un sorriso.

“Vi tengo d’occhio Serpa”

“Lo so bene e sai quanto mi dispiace…”

“Lo so Mario, ma ora basta, sii meno dispiaciuto e cerca di goderti la vita.” Mi dice poggiandomi un altro caffè sul tavolo, “era freddo ormai quello, vedi di berlo subito senza incantarti a guardare il tuo fidanzato”

“Non è il mio fidanzato” puntualizzo.

In quel momento Leo inizia ad urlare ed a scaraventare una serie di cubi di legno sopra Claudio che abilmente li schiva e si ripara con le mani sulla testa.

“LEONARDO!!!!!!!!” gli urliamo d’istinto io e Vale insieme alzandoci in piedi e avvicinandoci a loro per verificare che Claudio stia bene.

Claudio ci fa cenno di rimanere fermi e di non avvicinarci e senza dire niente mette per terra i cubi che aveva in mano e va a sedersi sul divano mentre prende un giornale e inizia a leggere con le gambe incrociate. 

Leo che sta ancora urlando e si sta ancora agitando, segue ogni suo movimento, lo studia e quando vede che Claudio ha abbandonato il gioco, in un primo momento fa una faccia soddisfatta e va a sedersi davanti alla torre di cubi e continua a costruirla tutto da solo, battendo le mani ad ogni cubo posizionato, fino a che non diventa così alta e storta da cadere rovinosamente distrutta a terra.

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