A Te La Scelta

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Ho passato delle ore a cercare il ristorante per il mio appuntamento con Mario di questa sera, ma nessuno era abbastanza perfetto per l’occasione. In realtà nessuno aveva niente che non andasse, semplicemente nessuno mi convinceva al 100% perché sono psicopatico, complicato e troppo esigente, così dopo aver lanciato il telefono sul divano ed esser sprofondato con la faccia sui cuscini mi arrendo alla triste realtà : non sono più abituato ad organizzare delle serate romantiche o se la dobbiamo dire tutta, non sono più abituato a provare interesse per qualcuno e a doverci uscire ed averci a che fare.

Ho la faccia tra i cuscini quando sento lo squillo del mio cellulare e trovo un messaggio da Claudio che mi chiede di informarlo sull’orario per questa sera.

“Fanculo” dico, tornando a sprofondare nello sconforto e sul divano, poi apro gli occhi e mi guardo attorno e improvvisamente tutto si fa più chiaro, non è importante il posto, non è importante che io lo porti in un bel ristorante e che io mi vesta bene, l’importante è poter passare finalmente del tempo insieme, da soli, per poterci scoprire e conoscere, parlare e baciare senza nessun tipo di interruzione, senza i bambini, senza distrazioni e senza paranoie, quindi afferro il cellulare e scrivo.

“Vieni alle 21 da me, non farti aspettare troppo.”

*******

Sto sistemando le ultime cose quando sento il campanello suonare ed il mio cuore fa una capriola e quasi rischia di uscirmi dalla gola, deglutisco, faccio un respiro profondo, mi guardo un’ultima volta allo specchio e vado a rispondere al citofono.

“Chi è?” chiedo, già sapendo benissimo di chi si tratta.

“Io…cioè Claudio” dice correggendosi impacciato e mi viene da ridere, mi fa sorridere quell’io detto così spontaneamente, esattamente conforme alla sua personalità così sincera, così di pancia.

Faccio scattare il cancello per farlo entrare e apro il portone di casa e lo aspetto sull’uscio della porta per qualche secondo finchè non lo vedo arrivare con Cass alle spalle che lo segue saltellando felice e lui che ogni tanto si volta a controllare che non gli venga in mente di saltargli addosso perché per quanto ormai abbia imparato a conoscerlo, ancora ne è un po’ spaventato, così come lo è da me. Lo so, so bene che è così.

Claudio sta controllando Cass dietro di lui, quando alza la testa all’improvviso ed i suoi occhi incrociano i miei, che già lo guardavano, che già non vedevano nient’altro, nessun'altro. Sul suo viso spunta un sorriso, spontaneo e timido allo stesso tempo, un po’ imbarazzato di quelli che ti costringono ad abbassare un po’ la testa per non far vedere che stai arrossendo, per non dare immediatamente la conferma di quanto tu sia felice di vedere la persona che ti è davanti.

E’ bellissimo, lo è sempre ma oggi un po’ di più e non mi spiego come sia possibile ma evidentemente si è impegnato, ci scommetto l’anima; me lo immagino mentre tira fuori dall’armadio mille camicie e mille pantaloni senza saper decidere quale sia l’abbinamento migliore, me lo immagino davanti allo specchio che cerca in ogni modo di domare quel suo ciuffo ribelle e che alla fine non sta mai come dovrebbe ma che in fin dei conti è bello così, disordinato, ribelle, incasinato, esattamente come lui.

Ha una camicia azzurra con le maniche girate fino a tre quarti, un paio di jeans scuri strappati sulle ginocchia che gli calzano a pennello e lo segnano nei punti giusti, lasciando decisamente poco spazio all’immaginazione.

“Ciao” gli dico, accogliendolo con un sorriso senza smettere di guardarlo anche se non appena i miei occhi incrociano i suoi, tutta la mia sicurezza e sfacciataggine, iniziano ad andare a farsi benedire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 01, 2018 ⏰

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