«Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.»
- Jim Morrison
Assaggiai la carezza del vento fresco che mi sferzava i capelli, che mi toccava le guance; presi le briglie fra le mani e con un colpo fulmineo le sbattei sul manto del cavallo, incitandolo a correre ancora più veloce; strinsi i talloni sui fianchi del destriero più saldamente e assecondai il ritmo dei suoi salti a colpi di redini. Quando qualche metro più avanti sulla pista scorsi il bersaglio, trattenni la postura china e sfilai la mia arma dalle spalle. Raddrizzai la schiena, il cavallo rallentò, il bersaglio si avvicinò. Poi incoccai due frecce e tesi l'arco, il vento che muoveva le ciocche di capelli spostandole davanti agli occhi, il cavallo che perdeva velocità. Non appena il bersaglio mi fu di fronte, tirai.
Centro perfetto.
Strattonai le briglie e con l'aiuto della mia voce, il cavallo rallentò fino a fermarsi. Poi, con un movimento rapido delle gambe smontai dalla sella, il corpo indolenzito dal prolungato esercizio. Mi liberai dal peso dell'arco di legno e dalla faretra d'avorio, e li gettai con noncuranza nella rastrelliera delle armi situata all'ingresso della pista ippica. Poi mi sgranchii le spalle, fasciate da una fastidiosa camicia rossa di seta aderente. Scostai il colletto rigido che mi saliva fino a metà collo, slacciando i primi bottoncini di seta.
Non appena udii l'applauso secco di qualcuno, mi voltai verso le lucide scale rosse all'ingresso della pista. I miei occhi incontrarono due cavità scure attraverso una maschera di ceramica dipinta di un rosso fiammante. Iniziai a salire le scale, senza curarmi della ragazza che veniva verso di me. Quando mi fu di fronte, rimasi a fissare le zanne bianche che la smorfia della sua maschera mettevano in mostra.
«Ottimo come sempre, ragazzo.» esordì la donna, spostandosi la maschera ad un lato della faccia, rivelando i tratti marcatamente femminili. La ignorai, continuando a salire le scale per allontanarmi sempre di più da quella zona, ignorando un po' tutto quanto. Afferrata la maschera che mi ero lasciato appeso al collo, me la alzai sul volto, coprendolo come se non mi piacesse mostrare la mia faccia. E forse era vero, non mi piaceva. Tuttavia, la ragazza si frappose fra me e il prossimo scalino, piantandosi le mani sui fianchi. «Ehi, non ignorarmi!» si lamentò, afferrandosi i lembi del vestito di seta che gli arrivava a metà coscia.
«Ciao, Herminia.» la salutai, annoiato, girandole attorno pronto per superarla e continuare a salire. Quell'insistenza mi ricordava il passato, e quelle ragazze che un tempo non mi si scollavano di dosso nemmeno quando facevo chiaramente capire che non mi servivano le loro attenzioni. Che non m'interessavano.
«Ah, sei sempre il solito! E' questo il modo di parlare a colei che ti ha salvato da chissà quale destino?» disse, portandosi una mano al petto con un fare teatrale. Corse dietro di me, cercando di stare al passo. Superammo le grandi porte della pista d'allenamento, decorate da intagli d'oro e affreschi rosso scarlatto di dragoni e crisantemi, poi iniziammo a camminare sul ponte sopra il fossato che collegava le palestre alla pagoda principale. Sfiorai con una mano il parapetto laccato di rosso, godendomi la sensazione del fresco sulla pelle. Certe volte non mi capacitavo del calore di essa, o dei respiri nel petto. Mi sembrava tutto un sogno lunghissimo. Poi, mi fermai ad osservare il panorama.
«Allora, mi stavi cercando per qualche motivo in particolare, o solo per darmi fastidio?» esclamai, con un ghigno involontario sul viso. Poggiai i gomiti sulla ringhiera dipinta di rosso, studiando il paesaggio della città galleggiante.
Il cielo, un eterno tramonto rosso e dorato, spargeva la sua luce aranciata fra i canali che svettavano e circumnavigavano tutta la città, rendendoli simili a correnti di lava fresca, piuttosto che bollente. Pagode grandi, piccole e di tutte le dimensioni, di un carico color vermiglio, galleggiavano nell'acqua quasi senza peso, formando un reticolato fitto fra edifici rossi e canali dorati.
STAI LEGGENDO
Le cronache dell'Assassino 2 - I Signori dell'Oltretomba | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |
Viễn tưởngCOMPLETATA (45/45) || BOYXBOY - R18 || [#2] SEQUEL de "Le cronache dell'Assassino - Sfavillo" Dalla storia: «A cosa stai pensando così intensamente?» sussurrò, la voce bassa e profonda esattamente come la ricordavo, capace di riempire una stanza, n...