14. L'Assassino e il porto

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«Tutti i marinai di ogni sorta sono più o meno volubili e infidi: vivono tra il mutar degli elementi, e ne aspirano l'incostanza»

- Herman Melville

Buio.

Non quel genere di tenebra vorticante che t'assale poco prima di svenire, dopo un bel pugno ben piazzato sulla tempia. Non quel genere di oscurità che ti avvolge dietro alle palpebre poco prima di morire di asfissia. Ed io ne sapevo qualcosa, visto che un tempo un vampiro mi aveva quasi strangolato nelle profondità del suo castello, prima che lo impalettassi dritto nel cuore.

Era quel genere di buio claustrofobico che ti si abbarbica addosso anche se hai gli occhi aperti, cucendosi sul tuo viso quasi fosse una maschera senza fori. Assieme a quella sensazione di aria soffocante e nero negli occhi, c'erano le braccia di Ezrael, attorcigliate intorno al mio busto, il suo petto contro la mia schiena, il mento incassato nella curva del mio collo, le labbra che mi solleticavano i capelli, il suono del suo respiro. Poi, i gemiti.

«Aaah! Più forte! Fottimi! Porco schifoso...!»

Mi impietrii, sentendo una qualche donna urlare lascivamente, ovunque fosse, ovunque fossimo noi, in quell'istante di profonda confusione dopo il teletrasporto. Mi ci vollero cinque minuti buoni in cui la mia mente rimetteva insieme i pezzi degli istanti, anzi dei giorni, che avevo vissuto prima: dopo le caverne di Astrea, la neve, le valanghe, mi ero nascosto in una scuola per ricchi rampolli della nobiltà di Darlan, finché gli uomini del Re e le guardie di Ender non erano venuti a prenderci. Finché il mio incontro col capitano della Guardia Reale non aveva suscitato in me qualche ricordo di un imprecisato tempo mai vissuto. Finché Tracy, mio vecchio amico nella Gilda degli Assassini, non mi aveva passato un messaggio di cui avevo a malapena carpito il contenuto.

"Alaister in realtà è m..."

Qualsiasi cosa volesse dire, mi maledissi mentalmente per non essere riuscito a leggere tutto. Poteva voler dire qualsiasi cosa. Mio padre? Lo esclusi da subito - di rivelazioni famigliari ne avevo fin sopra i capelli e dubitavo che a Tracy importasse qualcosa di farmi sapere una sua parentela. Malato? Ecco, quella sarebbe stata sicuramente un'informazione interessante. Con la recente ondata di tisi forse anche il Re degli Assassini aveva fatto un passo falso infilando il suo prezioso quanto letale attrezzo nel posto sbagliato.

«Ancora! Sbattimi come...» continuò la voce, ovattata rispetto a dove ci trovavamo, riportandomi alla realtà.

«Andiamocene.» sussurrò Ezrael all'orecchio, spingendo le mani in avanti, solo per scoprire che a gettare le tenebre sul mondo intorno a noi erano un paio d'ante chiuse. Ci eravamo teletrasportati dentro ad un armadio vuoto, in una camera da letto priva di orpelli, lurida come un ostello della peggior specie. E proprio mentre un tizio palesemente orrendo e una donnetta vestita nei classici colori delle prostitute ci davano dentro su un letto cigolante e sporco di quella che sperai fosse birra, ma a giudicare dall'odore valutai fosse altro.

Non appena la donna si accorse di noi, si mise subito ad urlare. «Te l'ho detto mille volte! Per farlo in gruppo il prezzo è più alto! Sono stanca di te!» Un ceffone al viso del bruto e la cortigiana fu fuori prima di noi, subodorando qualche guaio finanziario che tutto sommato non c'era.

«Troia! Ti ho pagata per farmi venire! TORNA QUA!» Il tizio aveva già acciuffato una sciabola nascosta ai piedi del letto mentre si voltava verso di noi. Ma prontamente Ezrael mi aveva trascinato per un polso fuori dalla stanza.

Mi accorsi che mi ero sbagliato: nessun ostello. Dovevo capirlo prima, visto che il mondo oscillava leggermente. Mi trovavo nella stiva di una nave. L'albino mi trascinò lungo un corridoio tutto oblò, legno e cigolii. Gettando un'occhiata sfuggente oltre le finestre, mi accorsi che il porto era proprio lì fuori: un buon segno, la nave non era in mare aperto, ma ormeggiata ovunque fossimo arrivati. Allungammo frettolosamente il passo, avvertendo alle nostre spalle improperi, scontri e piccole zuffe, segno che forse il nostro inseguitore ci stava alle calcagna, oppure aveva già cambiato vittima. 

Le cronache dell'Assassino 2 - I Signori dell'Oltretomba | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora