«La passione non è cieca, è visionaria»- Stendhal
Esistono due tipi di persone in questo mondo o in qualsiasi altro.
Quelli che scappano e quelli che combattono. La gente ha una moltitudine di termini per quest'ultimi: istinto omicida, furia assassina, palle d'acciaio. E non c'era da sorprendersi che di fronte all'arrivo delle guardie di Ender - gli stessi che mi avevano frustato, umiliato, ridotto alla fame e al freddo - e dei soldati di Darlan - gli stessi che mi avevano percosso sul patibolo, incarcerato, imprigionato - invece di restare paralizzato in un angolo della Casa di Sapienza, invece di filare a nascondermi negli armadi delle mie stanze come avevo fatto a sei anni, invece di fuggire da una finestra per darmi ad una disperata fuga in mezzo alla neve, mi limitai a correre.
Era una cosa che facevo spesso. Correre. Avevo corso sui tetti verde smeraldo di Skys Hollow il giorno in cui avevo comprato e ottenuto la prima casa, tutta mia, mentre sentivo di avere un futuro immenso davanti, il mondo nelle mie mani. Avevo corso poco prima dell'esecuzione di Yul verso una piazza gremita di nobili e popolani inferociti. Ma adesso correvo verso un amico o un nemico, un alleato o un diffidato compagno di sventure. Correvo, ma non per scappare: correvo per combattere. Perché se avessi trovato lo straeliano, insieme, avremmo potuto fare qualcosa.
Ezrael?! Dove sei? Dove ti sei cacciato? Rispondi!
Gridai nella mia testa e fra i miei pensieri, speranzoso che potessero raggiungerlo. Ma non ne avevo alcuna certezza, perciò continuai a fiondarmi fra la folla di studenti che si riversavano nei corridoi, allarmati dal suono delle campane e da ciò che sarebbe successo di lì a poco. Nemmeno ai ricchi viziati piaceva chi lavorava ad Ender. Erano spesso individui sudici e sporchi, viscidi e violenti, alcuni alcolizzati, che non mancavano di sgradevoli battutine mentre te le alitavano in faccia col loro fiato di whiskey rancido. Ed erano quel genere di individui a cui non importava da che famiglia provenissi: bastava una parola sbagliata per un pugno nello stomaco.
«Spostatevi... Levatevi maledizione!» sibilai a denti stretti, mentre mi facevo largo a spallate e bracciate, quasi nuotando nella fiumana recalcitrante, nessuno voleva allinearsi nella sala grande, all'ingresso, per l'ispezione. E io meno di tutti. Senza capire dove si fosse cacciato Ezrael, che chiaramente non poteva sapere dei soldati, era un gran problema. Mentre la gente scendeva le striminzite scale a chiocciola di pietra che portavano ai dormitori, io le salivo, facendomi stretto come una sardina contro alla parete.
Ezra per favore! Siamo in pericolo! Soldati di Ender!
Ma non arrivò alcuna risposta. Finalmente libero dall'ingorgo sulle scale, corsi fulmineo verso la porta delle nostre stanze, spalancando dopo due frettolosi giri di chiave. Dell'albino non c'era nemmeno l'ombra. Il suo letto era ancora ben fatto, come lo avevo lasciato quella mattina prima della lezione di scherma, segno che non aveva dormito lì quella notte. Erano giorni che non dormiva nelle mie stesse camere. Doveva aver trovato un alloggio alternativo di cui io non sapevo nulla, ma questo non giovava a nostro favore, anzi: adesso non sapevo dove diamine fosse e la minaccia dei soldati incombeva più che mai. Anche perché, la Casa di Sapienza era una trappola senza uscita: le finestre erano in stile gotico, affusolate e slanciate, senza possibilità di apertura. Anche rompendole, forse io sarei riuscito a passare, con un po' di fortuna e diversi graffi, ma mai il mio guardiano.
L'unica possibilità era... Accarezzai le perline nel braccialetto, mordendomi il labbro inferiore. Senza Ezra teletrasportarmi era un tuffo nel vuoto. Non sapevo come funzionava, non potevo nemmeno farlo da solo perché avremmo potuto perderci nell'immensità dei boschi del nord.
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Le cronache dell'Assassino 2 - I Signori dell'Oltretomba | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |
FantasiCOMPLETATA (45/45) || BOYXBOY - R18 || [#2] SEQUEL de "Le cronache dell'Assassino - Sfavillo" Dalla storia: «A cosa stai pensando così intensamente?» sussurrò, la voce bassa e profonda esattamente come la ricordavo, capace di riempire una stanza, n...