34. 𝑵𝒐𝒏 𝒕𝒊 𝒔𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒓 𝒅𝒊 𝒎𝒆

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«Amor vincit omnia -
L'amore vince tutto.»
- Virgilio



Si dice che l'attesa del piacere sia esso stesso il piacere.

Ed io mi gustai il tempo che mi separava dall'uccisione di Alaister, senza alcuna fretta, sapendo quale goduria avrei provato a bagnarmi le mani col suo sangue. No, non ero impaziente, nessuno mi avrebbe portato via quella vendetta. Il nostro era un appuntamento ineluttabile: era il nostro destino a volerlo. Eravamo uniti dal sangue e col sangue sarebbe finita.

Senza fiatare, ancora grondante di fluidi scarlatti, permisi alle guardie-samurai di portarmi via. Con la coda dell'occhio lanciai un ultimo sguardo d'intesa verso Ezra e Lyle, rivolgendo loro un rassicurante cenno del capo. Come promesso ad entrambi, avevo sfidato il labirinto del Feng Du e avevo vinto. Ma il mio trionfo era stato possibile anche grazie a loro.

Il prossimo passo, però, spettava solo e soltanto a me. Avrei lasciato fuori da quella storia tutti e due. Né avrei usato gli ultimi poteri rimasti. Dovevo ammazzare il Re degli Assassini con le mie mani e le mie forze.

Guardai le gocce di sangue picchiettare il pavimento ad ogni mio passo, mentre le guardie armate mi scortavano sulle maestose gradinate. I sudditi mascherati mi osservavano con ammirazione, stima ma anche invidia, sapendo che mi sarei avvicinato così tanto al loro amato Imperatore Rosso. Oltre le scale e il trono, lasciai che mi conducessero nel corridoio adiacente, superando lussuose colonnate tempestate di rubini.

Nessuno mi stava mettendo le mani addosso o trascinando con la forza, ma avevo la sensazione di essere un prigioniero di quei samurai, e se mi fossi ribellato alle loro istruzioni, mi avrebbero placcato nel giro di pochi minuti. Infatti, non feci nulla: mi mostrai accomodante e tranquillo. In fondo ero un vincitore. Davanti a me si sarebbe dispiegato un brillante destino da Cavaliere dell'Imperatore Rosso, se solo non fossi stato così determinato ad ammazzarlo... Che peccato.

Dopo una serie di porte scorrevoli di lucido legno rosso e carta di riso raffinatamente dipinta, raggiungemmo quello che sembrava un terrazzo con un bagno termale. La vasca d'acqua calda, circondata da sassi muschiosi e alberi di ciliegio in fiore, brillava d'oro sotto la luce diretta del tramonto, sollevando nuvole di vapore.

In brevi attimi mi misero le mani addosso, incuranti che fossi sozzo di sangue, alla ricerca di armi. Mi tolsero tutto ciò che avevo. Meno un paio di forbicine nascoste tatticamente fra la pianta del piede e la suola di una babbuccia. Ezra le aveva criticate tanto, invece quelle forbici si rivelarono assolutamente necessarie. Non mi serviva altro che piantarle nella giugulare di Alaister.

«Hai poco tempo per mostrarti presentabile in vista dell'udienza col nostro Imperatore. Non sprecarlo.» mi avvisarono, lasciandomi un changshan lungo con spacchi laterali, di seta rosso sangue, tutto pieno di bottoncini sul petto. Abbinato ad esso, un paio di pantaloni neri semplicissimi e sandali di legno. Poi si allontanarono, chiudendo le porte scorrevoli alle loro spalle, appostandosi fuori: riuscivo a vedere le loro ombre attraverso la parete di carta di riso.

Ansioso di levarmi di dosso la patina incrostata di sangue e i vermi, mi spogliai e calai velocemente nell'acqua. Mi immersi fino alla testa, strofinandomi la pelle come un ossesso, facendo ampio uso degli oli da bagno situati, in vasetti a forma di carpa, proprio al lato della sorgente. L'acqua bollente, dopo tutte le sfide estenuanti che avevo superato, era meravigliosa. Mi aiutò a sciogliere i muscoli e a far guarire meglio le ferite. Non osai rilassarmi, però. Ero ancora in pericolo.

Trovate un posto sicuro dove nascondervi per un po', potrebbe volerci del tempo. Se riuscirò nella missione, diventerà tutto molto pericoloso. State pronti.

Le cronache dell'Assassino 2 - I Signori dell'Oltretomba | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora