«Le menti creative riescono a sopravvivere anche ai peggiori sistemi educativi»- Anna Freud
Se c'era qualcosa che odiavo era iniziare una giornata di studio incontrando per il corridoio quell'idiota di Yul. Se due persone si piacevano, si impegnavano a fondo per portare avanti il loro rapporto. Se quelle due persone invece si odiavano, ci avrebbero impiegato la stessa forza per detestarsi, come io facevo con lui.
Sapevo di non dovermi rovinare così presto la giornata, ma lui contravveniva ad ogni mia regola naturale per stravolgerla e peggiorarla. L'idiota era quattro anni più avanti a me, perciò aveva concluso i suoi studi di base presso gli insegnanti privati che Alaister ci aveva obbligato a frequentare finché saremmo stati sotto la sua protezione. Voleva degli assassini, non dei muli, diceva.
Ogni volta passare metà mattina davanti ad una scrivania a farmi riempire le orecchie di parole vuote e le pagine di inchiostro inutile era una sofferenza e il rosso non perdeva occasione, quando mi incontrava, per sbeffeggiarmi decantando la sua libertà dai doveri di studente, o la sua cultura aulica – ma dove? – in confronto a me, che ancora dovevo imparare. Una volta come oggi.
Lo incrociai mentre camminavo verso la saletta designata come luogo di studio fra me e il mio maestro di grammatica ed eloquenza, con indosso una camicia sudata semi-trasparente, ravvivandosi all'indietro i capelli umidi a causa dell'allenamento, da cui si era appena preso una pausa. Il solo guardare la sua faccia mi faceva venire voglia di prenderlo a pugni, ma fissare i suoi muscoli torniti evidenti attraverso il cotone era anche peggio. Il destino era sleale. Avevo quindici anni e lui diciannove: il distacco fra noi era chiarissimo.
«Tské.» brontolai, incurvando le labbra verso il basso, costretto ad incrociare il mio cammino col suo, visto che io venivo dal corridoio delle camere da letto e lui ci andava per rinfrescarsi. «Vederti di mattina così presto mi fa incominciare male la giornata.»
«Quella è la mia battuta!» esclamò, con un ghigno sarcastico e gli occhi pieni di divertimento, prima di continuare. «Ma non sarebbe la verità.» Alzò le spalle ampie piantandosi le mani sui fianchi. «Se riesco a prenderti in giro ogni mattina allora saprò che la giornata andrà magnificamente.»
Che bastardo. «Ti faccio vedere io come ti andrà la giornata!» sibilai a denti stretti, preparandomi a sferrargli un bel calcio rotante in mezzo ai denti, una tecnica che avevo appreso solo di recente e che, appunto, avevo bisogno di allenare il più possibile.
Per sua fortuna, il mio insegnante uscì dalla porticina della nostra zona di studio e ci richiamò all'attenzione, usando il cognome falso che conosceva. «Ellis! Pevensie! State litigando di nuovo?!» rimproverò, senza avere paura del fatto che fossimo due assassini e potessimo reagire. Tutti i contatti di Alaister, dai più innocenti ai più loschi, sembravano non preoccuparsi di chi fossimo. «Se volete causare problemi andate a picchiarvi nella sala allenamenti!» Non aveva tutti i torti. «Ma adesso è l'ora della lezione.» Il vecchio brizzolato mi fece un cenno.
«Ptf... In palestra schiaccerò la tua faccia sotto il mio stivale» borbottai, stringendo forte i libri al petto per andarmene, ma lui mi fermò appena in tempo afferrandomi per l'avambraccio: inclinato in avanti, mi schioccò un bacio sulla guancia, ben sapendo che avrebbe scatenato le mie furie.
«Buono studio.» sussurrò, vicino alla mia pelle arrossata dalla rabbia e dall'umiliazione. «E mi raccomando, non ti addormentare!» ghignò, prima di spingermi con un colpetto dentro alla stanza, chiudendo la porta.
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Le cronache dell'Assassino 2 - I Signori dell'Oltretomba | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |
FantasyCOMPLETATA (45/45) || BOYXBOY - R18 || [#2] SEQUEL de "Le cronache dell'Assassino - Sfavillo" Dalla storia: «A cosa stai pensando così intensamente?» sussurrò, la voce bassa e profonda esattamente come la ricordavo, capace di riempire una stanza, n...