Il loro piano andò in fumo. Troppa stanchezza, troppi controlli e gli amici che invasero quasi immediatamente le loro stanze. I giorni di riposo in ospedale furono più confusionari di quanto pensassero. Infermieri, parenti e amici che andavano e venivano, regali lasciati sul comodino, le notti passate da soli. Rachel fu rilasciata dopo tre giorni, Ottaviano dovette aspettare una settimana. E proprio quando poterono uscire dall'ospedale, il ragazzo si fece portare a casa di Rachel, per passare un giorno di tranquillità insieme prima di ritornare alla semplice vita di tutti i giorni.
"Dovremmo farlo." disse Ottaviano all'improvviso, mentre era steso sul letto di lei, per non affaticare la gamba. Doveva ancora finire la riabilitazione, e in più aveva anche il braccio rotto. Ma almeno la ferita alla testa era guarita.
"Che cosa?" chiese Rachel allacciandosi il reggiseno. Avevano finalmente anche rifatto l'amore dopo tutto il tempo che era passato.
"Dire ai nostri amici di noi. Volevamo già farlo, no? Poi mi hanno trascinato via per alcuni controlli... e alla fine non ne abbiamo avuto più l'occasione."
"Perchè non aspettiamo che tu ti rimetta completamente in sesto? Il tuo braccio, e la tua gamba..."
"Perchè magari ridotto così non mi picchiano." rispose ridendo Ottaviano. Rachel in un primo momento lo guardò male, ma poi sorrise anche lei. Le erano mancati questi momenti di puro gioco e scherzo. Anche se non stava ancora bene, anche se aveva ancora gli incubi e non aveva ripreso a mangiare regolarmente, almeno sentivo che il suo cuore stava iniziando a riscaldarsi un po'. Proprio in quel momento il cellulare di Ottaviano squillò, mostrando il nome di Silena. Il ragazzo rispose, confuso dall'improvvisa chiamata.
"Pronto?"
"Ottaviano, dove sei?"
"Sono... da alcuni parenti."
"Dobbiamo parlare, urgentemente."
"Perchè?"
"Dobbiamo incontrarci faccia a faccia, e fidati deve essere subito."
"Ma non sono a casa."
"Ottaviano -questa volta era la voce di Drew a parlare, autoritaria come non l'aveva mai sentita- noi... lo sappiamo dove sei. Non chiedermi come. Possiamo venire tra poco?"
Ottaviano rimase immobile con il telefono poggiato all'orecchio, senza dire una parola. I pensieri si accavallavano nella sua mente senza riuscire a trovare una soluzione decente. Cosa diavolo era successo mentre era in coma? Spostò lo sguardo su Rachel, impanicato.
"Che succede?" chiese lei preoccupata. Lui coprì il microfono del telefono, quasi tremando.
"Drew e Silena sanno dove sono, non so come. Vogliono venire..."
Rachel si sentì come se le avessero buttato un secchio di acqua gelata addosso. Come era stato possibile? Forse erano stati poco attenti, forse qualcuno li aveva visti da qualche parte, magari quella volta sul tetto della scuola o quando andarono a casa di Clarisse.
E se invece fosse successo tutto quel maledetto giorno in cui lei aveva bevuto troppo?
"Ormai... ormai non possiamo farci niente -rispose lei senza nemmeno rendersi conto di quel che diceva- è fatta. Falle venire."
Ottaviano si morse il labbro, annuendo, per poi ritornare alla chiamata.
"Si, venite."
Aspettarono l'arrivo delle sorelle per cinque minuti, che sembrarono essere cinque interminabili ore. Quando sentirono il campanello, entrambi sobbalzarono. Quando poi sentirono bussare alla porta di Rachel, entrambi si guardarono, come se nessuno dei due avesse il coraggio di andare ad aprire. Alla fine Rachel si alzò, aprendo la porta, e in un attimo realizzò che tutto era reale. Guardò avanti, dove stavano Drew e Silena ancora sull'uscio, e indietro, dove Ottaviano sedeva sul letto. Essere con loro, nella sua stanza, era la prova che ormai non si poteva rimandare più niente.
"Oh, finalmente -esclamò Drew, entrando senza nemmeno aspettare il permesso e sedendosi direttamente sulla scrivania di Rachel- credevo di dover sfondare di nuovo la porta."
Nel momento stesso in cui lo disse, ricevette un'occhiata gelida da Silena, prima di sorridere gentilmente a Rachel e andarsi a sedere vicino a Drew, ma su una sedia. Rachel guardò la ragazza a bocca spalancata.
"Sei stata tu?! Ma come..." disse, ricordandosi delle condizioni in cui aveva ritrovato la sua stanza.
"Possiamo spiegare." la interruppe Silena, facendo poi segno alla sorella di starsene zitta. Questa, anche se sbuffò, annuì.
"E allora fatelo, perchè mi sembra ancora tutto surreale." disse Ottaviano con lo sguardo ancora stupito.
"E' iniziato tutto una mattina, di quelle in cui Ottaviano era ancora in coma. Quel pomeriggio non saremmo potute andare con tutti gli altri, quindi avevamo deciso di passare verso le dieci. Un'infermiera... ci ha informate che c'era già un'altra ragazza."
Silena aspettò un pò prima di continuare, il tempo che i due assimilassero la notizia.
"E' stato... un caso -disse Rachel dopo qualche secondo- andavo sempre la mattina, perchè sapevo che voi non c'eravate. Anche perchè io non andavo più a scuola."
"Esatto. Ti abbiamo vista, e ti giuro, abbiamo faticato a riconoscerti. Eri così pallida e magra, non sembravi nemmeno tu..."
Il tono dolce con cui parlava, colpì tutti in quella stanza. Non aveva mai parlato davvero con Rachel, o meglio, non aveva mai parlato con nessuno di quel gruppo, se non con Piper. Ma a quel punto Drew la bloccò, quasi a voler dire che toccava a lei raccontare.
"Abbiamo pensato che tu potessi star male, quindi siamo venute qui. Rachel, siamo state noi a trovarti quando sei stata male. Io ho sfondato la porta, Silena ha chiamato l'ambulanza. Chrystal ha capito cosa veramente era successo solo quando ci ha visti tutti nella sala d'attesa dell'ospedale, per questo non ti ha detto niente."
"Mi avete salvato la vita."
Silena e Drew si guardarono, per poi sorridere a Rachel. Non l'avevano mai considerata in questo modo, si erano solo trovate al posto giusto al momento giusto.
Drew scese dalla scrivania, avvicinandosi a Ottaviano con le mani posate sui fianchi. Lo squadrò per qualche secondo, poi gli diedi uno schiaffo su una guancia. Il ragazzo si portò la mano sul punto dolorante, guardando l'amica meravigliato.
"Perchè?!"
"COME HAI POTUTO NON DIRCI NULLA? TI SEI RINCRETINITO? CAPISCO NON DIRLO AI RAGAZZI, MA NOI DI CERTO NON TI AVREMMO UCCISO."
Silena si avvicinò a Rachel, ridendo e sussurrando:
"Voleva fargli questa ramanzina da giorni."
Rachel scoppiò a ridere, osservando la scena di Ottaviano che sembrava farsi piccolo davanti alle urla di Drew.
"Va bene, ho capito! Dai Drew, non hai un pò di pietà per me?"
"Certo, ho sempre avuto pietà per gli idioti."
"Va bene, mi arrendo."
E detto questo, Ottaviano si stese completamente sul letto, sospirando. Dopo qualche secondo di risate, Silena si sedette vicino a Rachel, porgendole la mano, ma l'unica risposta che ricevette fu uno sguardo confuso.
"Ma come, non ti ricordi? -iniziò a dire la maggiore della McLean- ufficialmente, non ci siamo mai presentate. Abbiamo mangiato solo una volta allo stesso tavolo, tre anni fa. Piacere, sono Silena McLean."
E solo in quel momento Rachel si rese conto di non sapere nulla, anzi, peggio, di aver sempre fatto finta di sapere tutto. Cosa sapeva effettivamente di quella ragazza che si trovava di fronte a lei e le porgeva la mano sorridendo? Che era amica di Ottaviano, che era sorella di Piper, che era fidanzata con Beckendorf. E poi? Conosceva per caso la sua data di compleanni, le sue passioni, il suo colore preferito, cosa le piaceva fare? No, niente. La verità era che Rahcel aveva odiato per anni persone che nemmeno conosceva.
Ed era per questo che si sentì fiera di sè stessa quando strinse la mano di Silena, esclamando raggiante:
"Piacere mio, sono Rachel Elisabeth Dare."
ANGOLO AUTRICE
Penso di aver scritto uno dei miei capitoli preferiti di questa storia. In particolare, l'ultima scena, la stretta di mano tra Silena e Rachel, era una cosa che mi ero prefissata dall'inizio.
Ma ovviamente aspetto i vostri pareri! :D
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I hate you, don't leave me.
Random[OttavianoxRachel] [AU|Highschool] [Accenni: Percabeth, Jasper, Frazel, Solangelo, Tratie, ClarissexChris, Charlena, Thaluke, Caleo] Tutta la scuola sa che ci sono due gruppi che si disprezzano. Il primo è formato dai classici amici che amano ridere...