History Project

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Alla fine, il giorno della presentazione del progetto di storia arrivò davvero. Per quell'occasione, Ottaviano e Rachel avevano dovuto sedersi vicini per tutta l'ora di storia, nervosi sia per la paura di fare brutta figura o di risultare ridicoli, sia per il timore di sembrare troppo in sintonia davanti all'intera classe. Facevano parte del gruppo più amato e di quello più odiato della scuola, non era raro che si spargessero pettegolezzi su di loro per ogni minima azione.

"Ti senti pronta?" sussurrò piano Ottaviano a Rachel, senza nemmeno girarsi verso di lei.

"Ho paura che la nostra mini recita sembri infantile e che qualcuno ci rida dietro."

"Io sono abituato alle persone di questa scuola che ridono dietro, se va male posso insegnarti come fregartene."

"Grazie mille, questo è molto rassicurante."

Entrambi ridacchiarono, guardando gli altri esporre i propri progetti. La preoccupazione passò non appena si resero conto che probabilmente il loro era davvero il miglior progetto della classe. A quanto pareva, il professor Dionisio aveva un 'talento' nel mettere in coppia persone che a malapena si sopportavano, o più probabilmente l'aveva fatto a posta solo per farsi qualche risata. Rachel e Ottaviano erano tra i pochi che erano riusciti a collaborare e a finire in tempo, anche se per due settimane erano stati fermi.

Quando arrivò il loro turno, presero un bel respiro, per poi alzarsi e andare verso la cattedra. Consegnarono la parte scritta al professore, che non fece nemmeno finta di leggerla, e iniziarono con la loro scenetta. Rachel doveva imitare la Pizia, l'antica sacerdotessa di Apollo che si diceva fosse posseduta dallo spirito di Delfi, mentre Ottaviano faceva la parte di un sacerdote che compiva un sacrificio per predire il futuro (alla fine, l'aveva avuta vinta la sua idea di squarciare un peluche.)

Sorprendentemente, il tutto fu molto apprezzato, soprattutto da Dionisio che addirittura concesse loro un paio di parole dicendo che avrebbero preso il massimo voto. Quando furono mandati a posto, Rachel scrisse un bigliettino veloce a Ottaviano:

Alla fine della lezione seguimi, ti porto in un posto.

Quando suonò la campanella, Rachel uscì subito dall'aula e qualche secondo dopo le andò dietro Ottaviano, che iniziò a seguirla facendo sembrare il tutto solo una casualità. Aveva fiducia nella sua ragazza, ma iniziò a preoccuparsi quando iniziarono a salire sempre più rampe di scale, in una parte della scuola dove lui non era mai stato. La scale erano polverose, tanto che rischiava di scivolare ogni due passi, i muri sporchi e rovinati dal tempo probabilmente non erano mai stati riverniciati e delle mattonelle erano saltate dal pavimento.

"Rachel, dove stiamo andando?" chiese, visto che ormai erano da soli.

"Lo vedrai. Fidati, ti piacerà."

Dopo qualche minuto, arrivorno in un punto cieco, al di sotto di una botola. Rachel l'aprì sicura, arrampicandosi al di sopra. Ottaviano fece lo stesso, per poi guardarsi intorno a bocca aperta. Erano in uno dei pochi posti della scuola proibito agli alunni: il tetto. La vista era mozzafiato, riuscivano a vedere quasi tutto il quartiere e intravedevano i ragazzi nel cortile giù. Rachel si appoggiò di schiena al parapetto, sorridendo.

"Ti piace? Non è bello come il posto in cui mi hai portato tu, ma..."

"E' perfetto. Come hai fatto a scoprirlo?"

"Uno dei primi giorni del primo anno mi persi e trovai quella botola. Solo i miei amici lo sanno, ma non credo che verranno, non sono mai saliti. Hanno paura di prendere qualche punizione, pensano che quelle che prendono a causa vostra già bastino."

"Oh certo, come se voi non ci faceste finire mai in punizione."

"Diciamo che siamo pari. A proposito, hai pensato a qualcosa per finire questa lite? Si sarà anche scatenata per una giusta causa, ma penso che due anni possano bastare."

I hate you, don't leave me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora