Chapter twelve

1.6K 91 8
                                    

Nei libri leggevo sempre che il primo bacio era qualcosa di indimenticabile. A volte poteva essere la cosa più imbarazzante del mondo, altre volte la cosa più bella. Non me lo sarei mai aspettata di dare il mio primo bacio – in assoluto – la sera, sotto il chiarore delle stelle e della luna, con davanti a sé un panorama mozzafiato.
Ma, ancor di meno, mi sarei aspettata di darlo ad Irama. Due anni fa, quando lo guardavo dietro a un televisore, mai l'avrei pensato. E mai avrei pensato di conoscere una persona fantastica come lui.
Il bacio fu una cosa strana: come se fosse già stato scritto, come se, in quel momento, era quasi sicuro che sarebbe successo. Come se lo sapessimo entrambi, ma l'avevamo compreso solo in quel momento.
Quando ci baciammo, il mio stomaco – come sempre – era stato invaso da brividi; altro che farfalle, io avevo avuto gli elefanti nello stomaco. Ma era stata una cosa veramente indimenticabile. Avevo provato molte, troppe emozioni quella sera.

Il giorno seguente ero alquanto allegra, ma allo stesso tempo, piena di domande nella testa: cosa pensava Irama di me? Era stato significativo anche per lui quel bacio? Da quanto tempo voleva farmi quella sorpresa? Ma alla fine, realizzai che solamente il tempo avrebbe risposto a queste domande.

Quella mattina, io e Irama eravamo andati insieme in sala relax. Avevamo trascorso tutto il tragitto mano nella mano. Dato che, la sera prima, non avevamo potuto vedere Sanremo, parlammo con gli altri ragazzi di come era andata la puntata.
«Non sapete cosa è successo? Dopo la prima serata, Ermal e Fabrizio sono stati accusati di plagio. L'abbiamo scoperto solo ieri sera, dato che toccava loro cantare, ma erano stati sostituiti da un altro concorrente, così avrebbero avuto il tempo per giudicare se il loro fosse davvero plagio o no» disse Einar, in tono dispiaciuto.
«Cosa?» chiesi io, allibita. Loro non si permetterebbero mai di fare una cosa simile, pensai. Ma non volevo rovinarmi la giornata: stavo bene, ero con i miei amici e con Irama. Avrei "indagato" più avanti su ciò che era successo ad Ermal e Fabrizio. Anche se sotto sotto, mi auguravo che non fosse davvero un plagio. Perché i momenti più belli dovevano essere sempre rovinati da qualcosa?

«Allora, che canzone vuoi fare?» mi chiese la prof, quando andai a svolgere la lezione. Sfogliai le pagine in cui erano inseriti i fogli con i testi delle canzoni che mi erano state assegnate.
«Possiamo esercitarci su Dusk till down?». La prof acconsentii.

Quel giorno, mentre cantavo, avevo nella mia mente solo l'immagine di Irama. Del suo corpo, del suo viso, del suo sorriso, dei suoi occhi, e delle sue labbra.

***

Sabato era arrivato in men che non si dica. E la settimana era passata per il meglio: Ermal e Fabrizio erano rimasti in gara – alla fine non era un plagio – e mi ero informata talmente bene su ciò che era successo, che dovetti spiegare a tutti quelli che non avevano capito la situazione, cosa fosse successo veramente.

Con Irama andava tutto per il meglio. Mi svegliavo la mattina con un suo bacio e una carezza tra capelli – cosa che solo lui poteva farmi, se fosse stato qualcun altro l'avrei già ucciso.
La mattina andavamo sempre a fare colazione insieme, con Emma, Biondo e Einar, mentre ci raccontavano delle loro lezioni, oppure dei pareri dei giudici.

«Il serale si avvicina» disse Emma, mentre beveva il suo caffè latte.
«Emma, non mettermi ansia. Manca poco più di un mese» affermai. E ciò era vero. Avrebbero scelto i concorrenti del serale verso fine marzo, e noi eravamo solamente a metà febbraio.
«Secondo voi chi ci entra sicuramente?» chiese Biondo.
«Irama» rispondemmo io e Einar in coro. Ci guardammo e scoppiamo a ridere. Filippo disse di fretta: «Ragazzi, Lucy ha ragione, manca un mese e più, non fatemi venire alla testa false speranze» disse in tono serio e schietto, ma io e gli altri stavamo ancora ridendo.
«Bro ti preoccupi troppo. Stai sciallo. Sicuro che entri; poi tutti i professori ti amano. Guarda me. Persino i prof di danza non mi sopportano» disse Biondo, cercando di rassicurare Irama.
«Secondo me sei bravissimo» disse Emma. I due si guardarono, e Biondo passò una mano sulla guancia di Emma, come per ringraziarla per ciò che aveva detto.
«Sì, ma potrebbe arrivare qualcuno migliore di me e potrebbero rimpiazzarmi» disse Filippo.
«Non lo farebbero mai. Hai quattro , mentre io ne ho tre. Se dovessero scegliere chi rimpiazzare tra me e te, sceglierebbero me» dissi decisa.
Irama guardò il suo cappuccino e, giocandoci col cucchiaino, disse: «Rudi cercherebbe di farti rimanere dentro. E poi non rischierebbero una ragazza come te. Sei troppo forte» disse. Io sorrisi, guardando il mio cappuccino – la cui schiuma era stata bevuta prima da Filippo.

Cosa resterà - IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora