Chapter twenty-four

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L'empatia non è un'emozione.
L'empatia non è qualcosa di momentaneo, sul colpo, che qualcuno ti fa provare. L'empatia non è nemmeno uno stato d'animo, perché non la puoi provare per più di una giornata. L'empatia è un sentimento. È qualcosa di forte, che devi sentirti proprio dentro, non devi provarla solo nel cervello l'empatia, ma anche nel cuore, nel battito che influenza le tue vene, le tue parole e il modo in cui le usi e ti escono dalla bocca.

L'empatia è il modo con cui una persona cerca di provare le stesse emozioni di un'altra, cercando di mettersi nei suoi panni. Detta così può sembrare una cosa semplice, ma non lo è. Provare le emozioni di un altro essere umano che non sei tu, non è facile. Devi tenere conto delle circostanze, di ciò che è successo, che sta succedendo e che succederà.
L'empatia non è un'emozione con cui si nasce, come la felicità o la tristezza. È un sentimento che si deve imparare ad usare, anzi, a provare e sentire. Non si è obbligati a comprendere come si sente una persona.
L'empatia è un sentimento che puoi provare per una persona in tre casi: uno, quando anche tu hai vissuto la stessa esperienza: sai come ci si sente, cosa si prova, le varie emozioni che ti colpiscono, ed è quello che risulta il più naturale comprendere. Due, il più complesso, perché tu non hai vissuto ciò che la persona sta provando, e devi cercare di immedesimarti in lei. Infine, il tre. Quello più raro, quello che non sei tu a deciderlo di provarlo, ma nemmeno decidi di smettere di provarlo. Quando né hai vissuto la stessa esperienza di una persona, né vuoi cercare di viverla.
È il sentimento più strano, il più difficile da capire perché lo stai provando, che si sente solo con determinate persone. Osservi qualcuno e, in quel preciso istante – senza bisogno di ricercare la stessa esperienza vissuta o di riuscire a comprendere le sue emozioni – capisci subito come si sente.

Quel tipo di persona lo ero io in questo momento.

Filippo era pronto a cantare, sperando che riuscisse ad ottenere un posto per il serale.
Due persone si erano già esibite prima di lui, ma ottenendo solo due .
In questa puntata si dovevano ottenere almeno tre per riuscire ad entrare al serale.

Ed ecco che entrava in gioco quell'empatia.
Prima che Filippo cantasse, sentivo una strana energia nel mio corpo. Era una di quelle che ti faceva rimanere a terra, ferma immobile, che non riuscivi più a muoverti, né ha parlare. Un'energia che si sbatteva addosso a te come una valanga, che ti impiantava i piedi a terra.

Sentivo la stessa emozione che Filippo stava provando in quel momento: ansia. Ma io non stavo cercando di sentirla, era venuta da sola, come un'aquila che puntava dritta alla sua preda. Quell'ansia che prende possesso di tutto il tuo sistema nervoso e ti impedisce di muoverti e parlare.
La stessa emozione che meno di mezz'ora prima stava quasi mangiando Irama.

L'ansia stava innondando tutto il mio corpo: la sentivo pulsare nella testa, e mi teneva inchiodata sulla panchina su cui ero seduta. L'unico movimento che facevo era quello del sbattere le ciglia e respirare.

Ma quando il ragazzo venne chiamato a esibirsi, tutto cambiò in un istante.

Filippo, lì sul palco, mentre cantava Un respiro, se la stava mangiando lui l'ansia, e non viceversa.

Quando cantava, ti trasportava in un mondo tutto suo, fatto di immaginazione e immagini. Tutto ciò che lui componeva, aveva così senso. I suoi testi avevano tutti quel filo logico che li collegava e non ti faceva perdere il segno. La tua mente rimaneva sempre lì, attaccata alla sua voce e alle sue parole. Alla sua musica. Ti faceva chiudere gli occhi e rivivere tutti i momenti che le sue canzoni ti ricordavano.

Finita l'esibizione, lo studio si riempì di applausi, tra cui il mio.

Durante lo svolgimento della puntata, non fui al mio solito posto, il banco al centro nella terza fila. Io, Einar, Emma, Lauren, Bryan, Lauren e Sephora, tutti noi già al serale, eravamo seduti su una panchina davanti ai banchi, dando la schiena agli altri concorrenti. Le panchine erano due, ma solo una era vuota. Quest'ultima era pronta ad essere occupata dai altri futuri componenti del serale.

Cosa resterà - IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora