Chapter seventeen

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LUCY

«Io dico che questa ragazza merita il serale» disse sicuro il professor Zerbi. Il pubblico esultò, come per confermare la sua affermazione.
Lo ringraziai con lo sguardo, sorridendo. Ci fu un accenno di disaccordo da parte di Di Francesco, ma, dato che nessuno ci aveva dato tanto caso, decisi di non farmelo pesare troppo.

«Lucy, rimani qui un attimo» mi disse Maria, facendomi rimanere al centro del palco, al posto che tornare seduta al mio banco.
La donna si alzò dalla sua sedia e andò verso di me. «Qualche giorno fa era il compleanno di qualcuno?». Davvero? Cercai di pensare a tutte le persone che conoscevo che erano nate prima dei venti di febbraio, ma non mi venne in mente nessuno.
«No... almeno credo» dissi.
Maria sorrise, quindi disse: «Ne sei sicura?»
Pensai meglio. Chi compiva gli anni in questo periodo? Tra i compagni del programma non c'era nessuno.
Ma certo!

«Una mia amica. Si chiama Marta»
Maria sorrise di nuovo. Aveva uno sguardo che non riuscivo proprio a decifrare.
Poi capii. Feci uno sguardo spiazzato, come per dire "non dormi che è qui".
«No, non è qui» rispose Maria, come se mi avesse letto nella mente.
Tirai un sospiro di sollievo. Non ero psicologicamente pronta a rivedere le mie amiche. Specialmente se era da tanti mesi che non le vedevo. Certo, sarebbe stato bello, ma ero abbastanza sicura che avrei pianto come una matta.
«Però abbiamo una lettera da parte sua. La vuoi sentire?». Avevo il cuore a mille.
«Sì» risposi con voce tremante. Non ero pronta a sentire cosa avrebbe detto la mia amica, mi sarei messa a piangere in mezzo allo studio. Ne ero certa.
Maria prese la lettera che le venne consegnata, la aprii e iniziò a leggere:

«Ciao, Lucy? Come stai? Come va lì ad Amici? Qui si sta bene, dai, anche se, a scuola, senza di te il prof di scienze umane non sa più cosa fare. Non ha più nessuno da soprannominare "Lulu". Ti ricordi quando continuava a chiamarti così? Che ridere, neanche fossi sua figlia. Ricordo che tu ti arrabbiavi sempre, e che tutte le volte che ti chiamava così diventavi sempre rossa. Facevi morire! Sai, qui manchi davvero tanto. È strano non uscire più senza di te il sabato, quando venivi a casa mia – nella mia maestosa villa reale – per studiare diritto, quando mia mamma veniva a controllarci e fingevamo di essere intente nello studio, ma poi la facevamo uscire dalla stanza, perché, in realtà, stavamo lì solo per cazzeggiare e parlare delle nostre stupidate o di quanto sia ciccione il tuo gatto. A proposito, mi manca tantissimo! Quando torni qui, mi raccomando, invitami a casa tua, che voglio rivedere quella palla di pelo cresciuta un po' troppo. Sappi che sto guardando tutte le puntante che ci sono il sabato e i daytime. Ma davvero tu e Irama state insieme? Quello di Tornerai da me? Che fortuna. Io sono sola come un cane. Ma almeno lui sa che tu la notte russi come una capra? Oppure lo sa già perché dormite insieme? Beh, mi dispiace per lui sopportati tutta la notte. Però mi manchi tanto, Lulu. Quando torni – oltre che vedere il tuo gatto – voglio passare una serata insieme a te e a Veronica. Ci guarderemo un film trash. So che ti piacciono tanto, solo perché sono orribili, e per questo fanno morire dal ridere. Ah, un'altra cosa! Qualche giorno fa ho festeggiato il mio compleanno – non te ne eri dimenticata, vero? – e ora ho diciannove anni! Ti rendi conto che tra un anno ne avrò venti e dovrò andare all'università? Beh, almeno non avrò più la prof di matematica – quell'arpia con un cespuglio in testa – che in seconda superiore mi aveva minacciata di bocciarmi con un cinque e mezzo. Quanti problemi ha quella donna? Comunque, ci manchi tanto! Però ti vogliamo vedere il più tardi possibile, va bene? E, mi raccomando, fai la brava con Irama. Ciao Lulu!»

Ero scoppiata a piangere. Mi misi le mani sul viso, mi vergognavo farmi vedere così, ma non ci potevo fare niente. Era bello sentire certe cose, sapere che mancavo alla gente. Era una strana sensazione. In quel momento avrei voluto ritornare a casa per riabbracciare tutti i miei amici.

Cosa resterà - IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora