Pagina 5 - Una lauta ricompensa

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Ormai il loro lavoro era finito. Le ombre slanciate dei presidenti che uscivano dall'aula quasi buia si stagliavano sul corpo inerme e privo di sensi di Akutagawa, il bullo ribelle ora accasciato al suolo in una posizione poco consona ad una signorina.

«Ah, vorrei stuzzicarlo ancora un po'...».

«Dazai! Hai fatto anche troppo... e ti ricordo che i soliti balordi ci stanno aspettando di sotto».

«Già, robetta da niente. Prendi la mazza da baseball come ieri, tanto piangeranno solo a vederla».

Quella notte ci sarebbe stata una bellissima luna in cielo, ne era certo. Appesa al firmamento sopra ai tetti biancheggianti, li accompagnava con le sue prime luci mentre scendevano le scale fianco a fianco, curiosa di sapere dove fossero diretti. Arrivati agli armadietti all'entrata già avvolti dal buio, Dazai aveva stretto con forza la mano di Chuuya per non lasciarselo sfuggire.

«Resta qui dietro. Voglio divertirmi un po'». Non riusciva a vederlo, ma bastavano le sue dita affusolate dopo quel che era successo a fargli un certo effetto. E anche a per perdersi in tanti, troppi pensieri.

«D-Dazai... Non puoi aspettare a-ancora un attimo?».

«E' quello che ti sto dicendo, Chuuya. Farsi vedere subito ammazza la suspence nel vederli morire di paura alla nostra presenza, no?».

«Mi stai prendendo per il culo?».

«No, per mano».

Si era messo a ridere.

Chuuya era rimasto senza parole.

«Giuro che ti ammazzo».

A quel punto, mentre rideva come un idiota alla sua stessa battuta squallida, lui si era sbloccato scappando con la mazza verso l'uscita e lanciando maledizioni incomprensibili, senza rendersi conto se gli insulti rivolti a Dazai fossero davvero delle parole di senso compiuto. Però aveva solo sprecato fiato: i nemici erano solo tre tizi tremanti, appollaiati dietro il muretto di cemento del viale, che appena erano riusciti a sentire quella voce ossessa e a scorgere i capelli rossi legati in un codino, si erano dileguati come piccoli pulcini urlando ad una voce:

«Sono i Soukoku! Scappiamo!».

«Tornate qui, schifosi! Fatevi vedere in faccia!». Arrabbiato, Chuuya aveva scagliato a terra l'arma, che sotto il peso della sua furia aveva lasciato trasalire il legno vecchio e consumato alle estremità.

Dazai nel frattempo lo aveva raggiunto e ora lo abbracciava da dietro, appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Peccato, ci divertiremo di più la prossima volta. Ti va di andare al bowling?».

Chuuya non riusciva a rispondere, sentiva il calore bruciargli all'improvviso le tempie e la voglia di ricambiare il gesto galloppare nelle vene. Le prime stelle cominciavano a spuntare sopra le loro teste, ed essere ammirate fin dal loro debutto lo stava aiutando a superare l'imbarazzo della sua scontata risposta.

«Ce-certo, Dazai...».



E' stata la cena più imbarazzante della mia vita.

E pensare che ci ha pure portato il katsudon  più buono della zona.

«Vedete di mangiare e saziarvi a dovere, domani non so se potrò passare».

Ho disperatamente provato a evitare che i nostri sguardi si incrociassero, ma Higuchi è rimasta  seduta a tavola davanti a noi bevendo una birra. E soprattutto senza smettere di guardarmi ogni due minuti. Credo che anche Aku se ne sia accorto, ma sono rimasta sorpresa da come non abbia detto nulla a riguardo come fa di solito. "Roba da donne" avrà pensato.

Chissà se un suggerimento può rendere colpevoli. Sicuramente partecipi però .

E chissà che questo diario in fondo non sia solo mio...

Stavolta non ho fatto altro che ascoltarla.



Il lunedì sera al bowling non ci andava mai nessuno.

«Si può sapere perché devo indossare queste scarpe ridicole! Guardale sono orribili, con quel rosso laccato schifoso, mi fanno sembrare una papera!». Frustrato, Chuuya le mostrava insistente a ginocchia divaricate, come se fosse una ballerina intenta in un difficile plié.

«Beh, forse hai ragione. Devo ammettere che hai sempre avuto buon gusto per le scarpe». Dazai si lasciava andare sul sedile accanto alle bocce. Indossava quelle blu.

«Dici davvero?». Chuuya si era raddrizzato pensieroso.

«Pff. Sembri anche più basso del solito».

La vendetta era subito pronta. Sarebbe bastato corrergli addosso.

«Brutto bastardo! Ora ti faccio vedere i-».

In un attimo, mentre Chuuya non ci vedeva più dal nervoso , Dazai gli aveva piantato uno sgambetto. Ma invece che ritrovarselo tra le sue braccia come pianificato, ora aveva la sua espressione scioccata addosso. E anche lui stesso era rimasto a bocca aperta: si stava perdendo nei grandi occhi azzurri della sua preda, che tremava stringendolo a sè e anticipava le sue mosse. Gli aveva preso il mento e ora sussurrava il suo nome come se non aspettasse altro che un suo scherzo per approfittare della sua sicurezza. Non capiva chi fosse quello fregato tra i due.

«Chuuya... ».

Percorse la schiena sotto la camicia in disordine e fuori dai pantaloni della divisa, mentre si leccava impaziente le labbra. Ma l'altro, forse non ancora pronto per la sua stessa audacia, gli dispensava tanti baci sul collo anche a costo di scontrarsi con il colletto. Mentre Chuuya gli scioglieva la cravatta, Dazai lasciava affondare le sue dita tra i capelli carota, che si slegavano dolcemente sulle spalle. Non riusciva più ad aspettare.

Abbandonando la schiena e scendendo per i fianchi, si avvicinava alla cintura.

"No, non qui..." sembrava implorare lo sguardo di Chuuya sopra alla figura persa del presidente.

"Allora baciami" rispondevano i suoi occhi.

«La sala sta per chiudere tra dieci minuti. Ripeto, la sala chiude tra dieci minuti. Grazie per l'attenzione».

«Forse sarà meglio tornare a casa, eh?».

«...».

«...».

«Merda».


SPAZIO AUTRICE

Questo è un piccolo ringraziamento per le 1000 letture su Yokohama! Spero vi piaccia (e se volete il continuo sappiate che sarete presto accontentati)! Grazie di cuore!

Ho cambiato un po' le carte in tavola stavolta, voglio provare a sbizzarrirmi con le idee e vedere se qui se funzionano con la nostra Gin ^_^

Vado che è tardissimo T_T

Buonanotte e grazie ancora a tutti!

Buonanotte e grazie ancora a tutti!

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-Madotsuki

Gikki! - Il diario segreto di Gin AkutagawaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora