Prologo

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Ho sempre avuto un po' paura del silenzio, del vuoto interiore che può provocare, dei pensieri che può scaturire.
Eppure, il silenzio è proprio la cosa che cerco di più ultimamente, chiudermi in camera ed assentarmi. Anche se affrontarlo è complicato, quasi estenuante, una lotta continua tra ciò che doveva essere e ciò che è stato. Quasi rimpiango il senso d'incompletezza che provavo qualche tempo fa, la voglia di sentirmi appagata che non riuscivo mai a trovare. Forse è questa la mia indole, cercare invano qualcosa che non arriverà mai.
Ho letto da qualche parte che parlare di ciò che si prova aiuta, ma cosa provo esattamente? Cosa mi scaturiscono le immagini fisse nella mia mente o le parole che rimbombano nelle mie orecchie? Paura, ansia, mancanza, rassegnazione o qualcosa di ancora più ignoto.
Ma soprattutto, chi potrebbe davvero capire quello di cui ho bisogno, se non io stessa?!
Io stessa. Io che resto rinchiusa tra quattro mura da settimane, settimane che mi hanno portata al silenzio, silenzio di cui ho iniziato ad avere bisogno esattamente in quel giorno.

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