13 - Incontro al destino

11 2 0
                                    

<<Diciotto giorni di ritardo? Ma sei seria?>> Isa dall'altra parte del telefono è tutt'altro che confortante <<perché hai aspettato così tanto?>>
<<Con tutto quello che è successo in queste settimane, non ci ho capito nulla. Poi due giorni fa, quando siamo state in spiaggia, ho iniziato ad accusare nausee e vomiti e ho iniziato a farmi i conti>>
<<Nei hai parlato con Andrea?>>
<<Sei impazzita? No, Isa, no. Lo sai solo tu>>
<<Devi fare il test, Sarah>>
<<Ma magari è solo un po' di stress. Tra Andrea, Simone, i gemelli e Nico e Monica non mi sono fermata un attimo>>
<<Certo come no. Quarantotto giorni senza mestruazioni e trenta di sesso sfrenato. Vorresti farmi credere che non sei preoccupata?>>
<<Ma che sesso sfrenato>>
<<Certo come no. So bene com'è il primo mese da fidanzati e ho visto te e Andrea quando siete insieme. Se in pubblico siete così appiccicati, non oso immaginare in privato>>
<<Ok, ok, frena. Ho capito il concetto>>
<<Senti stamattina ho appuntamento dal parrucchiere, ma oggi pomeriggio passo prima in farmacia e poi vengo a prenderti a lavoro>>
<<Va bene. Un bacio>>
<<Ciao tesoro>>
Interrompo la chiamata e sprofondo nel letto. Ho passato la notte praticamente in bianco per la nausea, ma soprattutto per l'ansia. L'ultima volta che ho avuto le mie cose stavo ancora con Simone e non avevamo una vita sessuale particolarmente attiva nell'ultimo periodo. Squilla ancora una vota il cellulare e stavolta è un messaggio

Da Andrea:
"Hey.. che fine hai fatto? E' da ieri sera che provo a chiamarti, ma il cellulare è staccato. Stai bene?"

Subito dopo il mio sguardo si sofferma sull'ora, 8.37.

Cavolo, sono in ritardo

Mi preparo velocemente e scappo al lavoro passando per la porta sul retro. Non ho tempo di fare colazione e mia mamma non mi lascerebbe andare via a digiuno. Non ho ancora risposto al messaggio di Andrea, ma in realtà mi sento davvero in difficoltà a parlare con lui adesso. Preferisco sentirlo non appena sarà tutto risolto, o sarà tutto un incasinato?!

<<Ciao Sarah>>
Sento una voce provenire alle mie spalle e un'auto che accosta lentamente.
<<Paolo?!>> esclamo sorpresa <<ma che ci fai qui?>>
<<Come cosa ci faccio? Monica non vi ha detto che tornavo?>>
<<No>> vedo la delusione sul suo viso e tento di minimizzare <<ma sai, ultimamente ha avuto tante cose per la testa e ci siamo sentite poco>>
<<Dai sali, ti do un passaggio>> solo in quel momento faccio caso alla sua autovettura, una BMW x5 nera a dir poco incredibile.
<<Ma è tua l'auto?>> chiedo prendendo posto.
<<E' favolosa, vero? Un regalino della mia azienda per gli obiettivi raggiunti>>
<<Chiamalo regalino>> dico sarcastica.
<<Allora? Che mi racconti?>> mi chiede mentre mette in moto.
<<E cosa vuoi che ti racconti, tu piuttosto, sei stato quattro anni a New York e torni qui parlando dell'azienda in cui lavori e sfoggiando il suo regalino>>
<<Cosa vuoi che ti dica? Ho avuto fortuna! New York è piena di opportunità ed io ho saputo coglierle>>
<<Di cosa si occupa la tua azienda?>>
<<Import ed export. Io mi occupo di seguire i rapporti esteri con l'Italia>>
<<E' pazzesco, davvero>>
<<Tu invece? Che combini? Come va con Simone?>>

Ecco qua. Lo sapevo!

<<Anche tu non parli molto con Mony ultimamente mi sa eh?!>> provo a ridere della situazione <<io e Simone ci siamo lasciati da un po'>>
<<Oh Sarah, mi dispiace. Non ne sapevo nulla>> afferma dispiaciuto.
<<Tranquillo, è acqua passata>>
<<Continuo dritto?>>
<<Sì>>
<<Dai non voglio metterti tristezza. Come va il lavoro?>>
<<Come al solito. E' un'agenzia assicurativa, non succede nulla di particolarmente entusiasmante>>
<<Sei sprecata lì dentro, Sarah>> ribatte deciso.
<<E' solo un lavoro provvisorio, sto già cercando altro>> mento per l'imbarazzo <<eccoci, ferma qui, siamo arrivati>>
<<Quando Monica mi ha detto che ti eri ridotta ad un lavoretto ho pensato a tutte le qualità che dimostravi a scuola, con l'economia, il diritto. Non puoi davvero accontentarti di questo>> continua il suo discorso accostando a pochi metri dall'agenzia.
<<Beh, te l'ho detto, è solo provvisorio>> faccio spallucce.
<<Senti io un'idea ce l'avrei, nella mia azienda sono sempre alla ricerca di persone giovani e volenterose e poi, da quel che ricordo, parli anche bene l'inglese>>
<<Hey frena un attimo Paolo. Vorresti farmi trasferire a New York?>> scoppio a ridere sconcertata.
<<Senti facciamo così, tu pensaci. Il mio numero ce l'hai, tanto io riparto a fine mese>> sorride soddisfatto.
<<Okkey>> gli dico ricambiando il sorriso <<Dai, vado che sono in ritardo. Ciao Paolo>>
<<Hey Sarah>> mi volto a guardarlo <<Isa come sta?>>

UN CUORE PER DUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora