3 - Porto sicuro

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Esco dalla vasca dopo essere stata sommersa per un'ora dall'acqua e dai ricordi.
Ogni volta che quelle immagini ripercorrono la mia mente è come se rivivessi ogni singolo istante.
Mi vesto in fretta, ho bisogno di uscire e liberare la mente da tutta questa confusione. Vengo distratta dal cellulare che vibra probabilmente già da un po'.
Faccio per rispondere convinta che sia Isa, ma un altro nome spunta sul display e la cosa mi terrorizza:
Simone
Fisso il cellulare per un po', tentata dal non rispondere, ma non è giusto, non merita la mia indifferenza, anzi meriterebbe tutto ciò che non riesco a dargli. Faccio un respiro profondo e clicco sull'icona verde

<<Pronto>>
Lo sento respirare profondamente
<<Come stai?>>
Non so cosa dire, male o bene sarebbero entrambi una bugia
<<Sto..... Tu?>>
<<Confuso, agitato>>
<<Lo so>>

Vorrei dirgli che mi dispiace, che mi sento uno schifo, che non faccio altro che sentirmi in colpa, ma tutto ciò sarebbe riduttivo e vano.
So cosa vuole e so che non potrei riuscire nemmeno ad abbracciarlo senza sentirmi la persona peggiore del mondo, anche se il suo abbraccio è l'unica cosa che riesce a calmarmi, a farmi sentire a casa. Le sue braccia negli ultimi due anni sono sempre state la mia oasi di pace.

<<Ti va se ti passo a prendere? Solo un caffè>>
<<Sì>>
Non esito. Sapere che sta male e avere la consapevolezza di esserne la causa mi uccide.
<<Passo tra mezz'ora>>
Riaggancia ed io mi lascio cadere di peso sul letto.
In quella mezz'ora la mia testa passa dal "perché gli ho detto di sì?" a "dirgli di sì è stata la cosa più sensata che ho fatto negli ultimi giorni"

Poco dopo il mio cellulare vibra ancora per notificarmi un messaggio.

Da Simone:
Ti aspetto

Prendo la borsa e scendo quasi di corsa
<<Esci?>>
Chiede mamma mentre sale le scale.
<<Torno presto>>
<<Prendi le chiavi>>
Sa benissimo che "torno presto" significa "sono nella merda chissà che ora faccio", ma apprezzo la sua discrezione.
Esco di casa e la sua macchina è di fronte al portone, lui mi aspetta in piedi col cellulare tra le mani e lo sguardo perso.
E' bellissimo. I folti capelli castani si avvolgono in qualche riccioletto che gli cade sulla fronte, gli occhi sono di un miele intenso, più scuro rispetto al colore che assumono di giorno quando al sole rivelano delle sfumature verdi.

Si accorge di me quasi subito e mi viene incontro. Quando siamo ormai a pochi passi l'uno dall'altra, mi abbraccia e non posso fare a meno di ricambiare. Lo stringo forte e gli lascio un bacio sul collo. Il suo metro e ottanta di altezza mi fa sentire ancora più bassa. Mi godo per un attimo il profumo della sua pelle che mi ricorda quello del cioccolato bianco.
Mi guarda negli occhi e capisco le sue intenzioni, ma non posso. Nonostante la mia voglia irrefrenabile di baciarlo, non posso essere così egoista.
Distolgo lo sguardo ed entro in macchina, lui esita un po' prima di fare lo stesso.
Mette in moto e ci dirigiamo non so dove.
Simone ha gli occhi fissi sulla strada, ed io li ho fissi su di lui, ma non se ne accorge sembra in un altro mondo in questo momento, quasi come se io non fossi accanto a lui.
Ci fermiamo al solito bar nella piazzetta, sono passati pochi giorni dall'ultima volta che sono stata qui, ma nella mia vita sembra sia cambiato tutto.
Il locale è affollatissimo, non esattamente il luogo giusto dove discutere dei nostri problemi, avrei preferito un posto più intimo.
Ci accomodiamo al primo tavolo libero, di fianco alla vetrata.
Simone è intento ad attirare l'attenzione di qualche cameriere ed io scruto un po' intorno. In questo bar vengono ormai le stesse persone da anni, compresi noi. Ci sono sempre i soliti gruppi e le solite oche da quattro soldi. Ho sempre detestato i loro sguardi da piovre ogni volta che entravo qui con il mio ragazzo ed anche questa sera, non posso fare a meno di notarli. Sembra non aspettino altro che vederci litigare per piombare su di lui come degli avvoltoi.
<<Tu che prendi?>>
Simone cattura la mia attenzione con quella domanda e mi accorgo subito della presenza di un cameriere dinanzi a noi.
<<Un decaffeinato>>
Affermo velocemente.
Simone prende un amaro e non appena il cameriere si allontana, si appresta a sfilare una Marlboro dal pacchetto.
Scruto ogni suo movimento, ma in realtà vorrei entrare nella sua testa per scoprire i suoi pensieri.

Come se i miei non fossero già abbastanza contorti

Con questo pensiero mi scappa un sorriso e lui mi guarda interdetto.
<<Che ho fatto?>>
Mi dice mentre avvicina la sigaretta alle labbra.
Scuoto la testa e provo a cambiare discorso
<<Come va a lavoro?>>
<<Bene, tutto tranquillo>>
Mi risponde come se volesse chiudere in fretta i convenienti e passare ad altro.
E infatti quando ormai è più rilassato, cambia tono della voce e le sue parole diventano più calde, quasi come una lama rovente che mi conficca il cuore.
<<Non lo so quanto posso resistere ancora Sarah, ho bisogno di sapere perché, perché non possiamo riprovare, perché non possiamo darci un'altra possibilità>>

Cosa gli dico?
Che non lo amo più?
Ed è veramente così?

<<Non lo so, non so più cosa provo>>
Glielo dico a voce bassa e non ho il coraggio nemmeno di guardarlo.
Mi prende il viso con le mani e mi dice senza più esitare
<<Dimmi che non mi ami più e giuro che sparisco, ma lo devo sapere>>
<<Non te lo posso dire, perché non so qual è la verità>>
Gli rispondo fredda quasi infastidita dal non essere capita.
Toglie le mani dal mio viso e la sua espressione cambia, chiude i pugni sul tavolo come se volesse esplodere, il tono della sua è pieno di rabbia, come se volesse gridarlo al mondo.
<<C'è un altro Sarah? Hai scopato con qualcun altro?>>

Scopato? Ma quando mai ho scopato in vita mia? Io ho sempre e solo fatto l'amore, solo con LUI e lo sa bene!

<<No! Ma come puoi pensare che possa farti una cosa del genere?
Pensi davvero che potrei arrivare a fare così schifo?>>
Quasi grido dalla rabbia, se il locale non fosse stato pieno di gente probabilmente sarei scoppiata.
Si calma, ma non sembra convinto delle mie parole.
<<Mi dispiace, ho esagerato>>
<<Voglio tornare a casa>>
Gli rispondo presa ormai dall'ansia e dal pensiero che sia stato un errore incontrarlo
<<Per favore, mi dispiace>>
Continua quasi a supplicarmi di restare
<<È tutto sbagliato Simo, non dovevo nemmeno essere qui.. non so nemmeno perché ci sono venuta>>
Mi alzo e mi allontano velocemente uscendo dal bar. Noto gli sguardi di alcuni conoscenti su di me, la notizia della rottura tra me e Simone deve essersi diffusa velocemente, in fin dei conti viviamo in un piccolo paesino.
Mi raggiunge poco dopo, probabilmente dopo aver pagato il conto. Si ferma a due passi da me, sono di spalle ma riesco a sentire benissimo la sua presenza
<<Vuoi andare davvero?>>
<<Sì>>
Stavolta non ribatte, si avvicina alla macchina e io lo seguo. Come un deja-vù, si ripete la stessa scena di poco fa, lui fisso con gli occhi sulla strada ed io che lo guardo quasi ipnotizzata.
Casa mia dista pochi chilometri, ma quei minuti sembrano interminabili. Una volta arrivati, Simone mi stringe la mano guardandomi fisso negli occhi probabilmente cercando un mio riscontro. Attende qualche secondo prima di avvicinarsi per lasciarmi un bacio sulla guancia, quasi non vorrei più andare via. <<Buonanotte>> gli dico allontanandomi.
<<Io ti aspetto>>
Mi risponde prima di lasciarmi andare.

È una promessa?

"Home sweet home"
Mi butto finalmente sul letto,senza nemmeno spogliarmi. Sto cercando di elaborare tutto quello che è successo.
Simone è il mio porto sicuro, il mio rifugio. Mi è stato vicino negli ultimi tre anni, ha sopperito le mie mancanze, ha sopportato i miei sbalzi d'umore, si è preso il meglio di me e, soprattutto, il peggio.
Non si è mai lamentato, mi amava così e io amavo lui.
Nell'ultimo periodo però qualcosa stava cambiando, lui sempre super impegnato con il lavoro e io ci stavo ormai facendo l'abitudine a vederlo una volta a settimana.
Fare l'amore era un avvenimento più unico che raro e il rapporto si era completamente appiattito.
E poi, giusto per non farci mancare nulla, è arrivato, anzi è tornato "l'uragano Andrea".
Non poteva scegliere momento più sbagliato.. o forse più giusto?!

UN CUORE PER DUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora