Le onde del mare disturbano il mio sonno, apro piano gli occhi e il braccio che avvolge da dietro il mio addome mi porta subito alla mente le immagini della notte appena trascorsa. Respiro intensamente il suo odore prima di voltarmi verso per osservarlo. È sdraiato a pancia un giù, con le lenzuola che gli coprono appena il sedere, il volto rivolto verso di me e i capelli disordinati.
Se l'amore ha una forma, credo che debba essere più o meno questa
Lascio un bacio sulla punta del suo naso, apre piano gli occhi e sorride appena si accorge che lo sto fissando.
<<Buongiorno>> sussurro a bassa voce e lui mi stringe un po' di più. Non posso che rannicchiarmi al suo corpo e sperare che il tempo si fermi esattamente in questo istante.
Ma se l'amore ha una forma, il tempo ha sicuramente un nome: "Isa" che interrompe con una chiamata il mio idillio.
<<Pronto?>> rispondo con la voce assonnata e con Andrea che mi lascia dei baci sulla spalla destra.
<<Sarah! Oh mio Dio stai bene? E' da ieri sera che ti chiamo. Dove sei finita?>> pronuncia quelle parole tutte d'un fiato e provo subito a tranquillizzarla.
<<Sto bene, è tutto apposto. Sono con Andrea>> le dico mentre lui rincara con i baci iniziando a salire verso il collo.
<<Sei da ieri con Andrea? Oh mio Dio. Raccontami tutto>>
La curiosità di Isa accresce così come il desiderio del ragazzo accanto a me.
Scoppio a ridere prima di risponderle.
<<Vedi ora non è un buon momento. Ti richiamo dopo>> chiudo la telefo prima che lei possa prendere parola per uscire velocemente da quell' imbarazzante situazione. <<Maledizione>> affermo non appena noto l'ora sul cellulare <<Andrea aspetta, aspetta>> lo spingo via delicatamente.
<<Che c'è?>> chiede prima di riprendere a baciarmi.
<<Hey, no, no. E' tardi>> lo spingo ancora,stavolta con più forza.
<<Restiamo ancora un po'>> implora e per un attimo penso di cedere, ma torno lucida.
<<Sono le undici, devo assolutamente essere a casa per ora di pranzo e trovare una buona scusa con i miei per questa notte fuori>> mi scaravento letteralmente dal letto prima di cambiare idea.
<<E va bene, ti riaccompagno>> si infila rassegnato gli slip, poi viene verso di me facendo il giro del letto.
<<Ma prima abbiamo bisogno di una doccia, no?>> mi prende in braccio con un sorriso malizioso. <<Beh, sì. Direi proprio che ne abbiamo bisogno>> acconsento lasciandomi trascinare fino al bagno.-
Guardo fuori dal finestrino quando siamo ormai sulla via di casa, il sole timido si nasconde dietro qualche nuvola lasciando l'aria leggermente tiepida. Ho dovuto indossare di nuovo il vestito della scorsa sera, ormai completamente stropicciato, così come i miei capelli che sono un completo disastro. Approfitto di quei momenti per farmi strada nella vita del ragazzo che adesso sento un po' più mio.
<<Vorrei sapere di più di te>> affermo senza più timore di conoscere la sua storia mentre Andrea è fermo con gli occhi sulla strada e con la mano sulla mia gamba <<in fin dei conti conosco pochissimo, anche della tua famiglia, l'unica cosa che so è che hai una sorella>> rincaro sperando che stavolta riesca ad aprirsi con me.
<<Non c'è molto da sapere, i miei si sono separati quando avevo dieci anni>> il suo sguardo inizia ad incupirsi e io vorrei tanto entrare nei suoi pensieri.
<<Perché ieri non erano alla festa?>> accarezzo la sua mano e inizio a fissarlo con più insistenza.
<<Mia mamma è morta di cancro quattro anni fa>>
Mi gelo al suono di quelle parole e la voce inizia a tremarmi.
<<Mi dispiace, io.. io non ne avevo idea>>
<<Stai tranquilla, va tutto bene>> mi rassicura subito voltandosi un attimo solo per sorridermi. Torna a fissare davanti a sé ed io perdo il coraggio di fargli altre domande.
<<Non dirmi che hai già esaurito la curiosità>> resto sorpresa e inizio a guardarlo confusa <<sono restio a raccontarti le cose solo perché non c'è nulla di bello nella mia vita, a parte Viola>> il suo sguardo diventa più rilassato.
<<Tu sei una cosa bella>> gli accarezzo il viso e assume un'espressione contrariata prima di rispondermi.
<<Hai ragione, mi conosci poco>> torno ad essere confusa, il suo umore cambia di frase in frase e non so cosa pensare <<i miei genitori si sono separati perché mia madre non accettava le scelte di vita di mio padre. Andò via di casa e mi chiese di seguirla insieme a mia sorella, ma ero piccolo e veneravo mio padre per il rispetto, o forse il timore, che avevano tutti di lui. Non esitai nella mia scelta, rimasi con quell'uomo fino a quando mia mamma non è venuta a mancare>>
<<E poi?>> domando di getto.
<<Crescendo con mio padre non ho avuto molte scelte, mi sono adeguato al suo stile di vita, sono entrato nei suoi affari, se così si possono chiamare. Non ho mai finito le superiori, dopo gli anni di scuola d'obbligo e anche durante, mi sono dedicato in tutto e per tutto a lui. Mi ha insegnato a cavarmela da solo e ad essere forte davanti alle mancanze, ma d'altro canto mi ha privato dell'innocenza e dell'onestà>> non appena pronuncia quelle parole inizio a capire tutto. Le immagini della mattinata in spiaggia mi tornano alla mente, la telefonata, la fretta di andare via e la sua espressione seria. I sospetti sulla sua vita complicata diventano ormai una certezza.
<<Perché te ne sei andato?>>
<<Avevo perso tutto per mio padre, la mia vita, la mia libertà, te e infine anche mia madre. Non sono stato vicino a lei durante la malattia, l'ho lasciata sola, le ho lasciate sole, lei e Viola ad affrontare tutto senza me. Capisci perché non ti ho più cercato Sarah? Non ero stabile, non ero un bravo ragazzo, non ero giusto>> il suo tono di voce sale e gli occhi gli si riempiono di lacrime mentre preme il piede sull'acceleratore. La mia mente si allontana dal suo racconto quando mi rendo conto della velocità che sta percorrendo l'auto.
<<Andrea ti prego, rellenta>> lo imploro cercando di attirare la sua attenzione, ma non mi ascolta. Fissa la strada mentre le lacrime ormai gli rigano il volto.
<<Andrea>> prendo con le mani lo sterzo, ma i miei tentativi continuano ad essere vani <<Andrea, ti prego, ascoltami. Andrea>> grido piangendo e la mia disperazione sembra cogliere nel segno. Sterza l'auto bruscamente fermandosi nel pieno di una strada poco trafficata. Apro lo sportello e mi allontano a passo spedito quasi correndo in preda al panico. Mi fermo distante qualche decina di metri e provo a riprendere il controllo del respiro. Andrea è ancora lì immobile che fissa un punto fermo davanti a sé. Mi volto dall'altra parte portandomi una mano sul petto quasi cercando di rallentare il battito del mio cuore che sento esplodere, subito dopo mi raccolgo i capelli, sento il viso sudare. Mi guardo intorno e valuto la possibilità di tornare a casa a piedi, ovviamente siamo troppo lontani e su questa strada non c'è nemmeno un marciapiede. Sono circondata da un paesaggio rurale, solo campagne e palle di fieno, se fossi meno realistica crederei di essere in un film horror. Ruoto ancora una volta il corpo in direzione dell'auto e ormai spazientita mi dirigo verso Andrea. Si accorge di me, scende lentamente chiudendo lo sportello e stenta a guardarmi negli occhi. Ancora una volta scopro un nuovo lato di lui, fragile e insicuro.
<<Mi dispiace>> ha la voce rotta e guardandolo negli occhi svanisce tutta la mia rabbia. E' inerme davanti a me con lo sguardo basso.
<<Non fa nulla> mi avvicino un po' di più e lo abbraccio. Sembra che non aspettasse altro, mi solleva leggermente dal suolo e sono completamente incollata al suo corpo, sento il suo cuore pulsare veloce e i suoi occhi bagnare la mia spalla. Mi mette giù dopo qualche secondo e prendo il suo viso tra le mani per asciugargli le lacrime.
<<Tutti commettiamo degli errori, ma tu hai saputo riscattarti, ti sei preso cura di Viola e sei riuscito a cambiare vita. Non eri giusto, ma lo sei adesso>>
Mi fissa un po' prima di avvicinarsi ancora, stavolta per baciarmi. Mi solleva di nuovo e incrocia le braccia sotto il mio sedere, non posso fare a meno di scoppiare in una risata non appena capisco le sue intenzioni.
<<Andrea siamo in pieno giorno>> è già oltre col pensiero e mi appoggia sul cofano anteriore della BMW che ha affittato per il compleanno di Viola.
<<Siamo fuori dal mondo, chi vuoi che ci veda a parte qualche pecora>> infila le mani sotto il mio vestito così da poter accarezzare le mie cosce, rabbrividisco al contatto con la sua pelle gelata. Mi faccio convincere dall'idea e mi sento eccitata come una ragazzina attirata dal fascino del proibito. Allargo le gambe per permettergli di prendere il pieno controllo e mi precipito a sbottonare prima la sua cinta e poi i suoi pantaloni. Sorrido mentre mi accorgo della sua eccitazione e lui non indugia più, tira via i miei slip e dopo un attimo è già dentro di me, in ogni senso.Siamo passati da un'emozione ad un'altra senza nemmeno rendercene conto. Fino a pochi minuti fa avrei voluto prenderlo a calci per lo spavento, subito dopo avrei voluto dirgli mille cose giuste per tranquillizzarlo e adesso sono qui, sotto di lui, pronunciando gemiti di piacere.
<<Credo di amarti>> sussurra.
Lo guardo per un attimo provando a capire se quel ragazzo è lo stesso di cui mi sono innamorata un tempo e non ho dubbi, è lui in tutte le sue più intense e vere sfaccettature. <<Credo di non aver mai smesso>> replico mentre vedo nascere sul suo volto un sorriso che ha lo stesso sapore del mio. <<Andiamocene via>> mi guarda fisso negli occhi e io scoppio in una risata.
<<E dove vorresti andare?>> mi accingo a rimettermi apposto il vestito.
<<Non scherzare, sono serio>> è fermo e deciso e torna a parlare prima che io possa dargli peso <<andiamo via, solo io e te. Lontano da tutti. Possiamo andare a Barcellona, a Londra, alle Maldive>> è euforico probabilmente preso dalla felicità di questo momento.
<<Hey, hey.. torna da me>> sorrido e mi avvicino un po' di più frenando il suo entusiasmo <<sai non è male l'idea. Ma non possiamo lasciare tutto di punto in bianco, qui ho la mia vita e tu hai la tua, hai Viola>> vedo svanire lentamente il suo sorriso.
<<Hai ragione>> sbuffa
<<però mancano solo pochi mesi alle vacanze estive, potremmo partire insieme>>
Quel pensiero mi fa sorridere istintivamente.
<<Vuoi passare le vacanze insieme a me?>>
<<Sì, se non hai altri impegni>>
Gli salto al collo e gli riempio il viso di baci, mentre lo sento stringermi forte.
<<Dai signorina, la riaccompagno a casa>> dice lasciandomi delicatamente un bacio sulle labbra.
<<Santo Cielo, sì. E' tardissimo>> risalgo sull'auto seguita subito dopo da Andrea.Ci rimettiamo in viaggio e mi sento completamente invasa dall' emozioni. Non mi sembra possibile che tutto questo sia successo davvero. Se me l'avessero detto qualche mese fa non ci avrei mai creduto.
Io e Andrea stiamo di nuovo insieme
Certo, stavolta è diverso. Non siamo più due ragazzini e lui non è più un mistero per me. Mi ha raccontato della sua vita, mi ha spiegato i suoi comportamenti. Adesso lo sento mio per davvero, senza riserva, senza segreti, senza freno. Quando lo dirò a Isa e Monica impazziranno, è solo grazie a loro se sono qui adesso. Le chiamerò non appena arriverò a casa, ho bisogno di raccontare tutto, vorrei raccontarlo al mondo intero. Finalmente ho fatto chiarezza dentro di me una volta per tutte.
<<Eccoci>>
Esordisce Andrea mentre accosta la macchina di fronte casa mia. Mi rattristo non appena realizzo che devo allontanarmi da lui. <<Ti chiamo stasera>> mi porta i capelli dietro all'orecchio.
<<A stasera>> mi avvicino e gli lascio un bacio a stampo, ma non faccio in tempo ad allontanarmi che lui ha già preso a baciarmi con foga e le nostre lingue si ritrovano, ancora una volta, a giocare tra loro. Torno alla realtà con l'ansia che qualcuno potrebbe vedermi e mi stacco velocemente da lui.
<<Devo proprio andare>> Annuisce e scappo via prima di cambiare di nuovo idea.
Sento allontanare l'auto quando ormai sono sull'uscio della porta, respiro a fondo prima di tornare alla realtà.
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UN CUORE PER DUE
RomanceQuando il passato torna invadente ad occupare la nostra vita si hanno due possibilità: o lo si ignora, o lasciamo che si faccia spazio nel presente. Un susseguirsi di vicende, tra flashback e ritorni dal passato, ma anche un intenso, inaspettato e c...