17 - Sorpresa

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<<Non fu certo un bacio lungo come quelli che si vedono nei film, ma a modo suo fu meraviglioso e tutto quello che rammento di quell'attimo fu che, quando le nostre labbra si toccarono per la prima volta, seppi che ne avrei serbato per sempre il ricordo>>
Monica fa una smorfia mentre legge e si interrompe di getto appena conclude la frase <<Sarah, ti prego, dimmi che per oggi ne hai abbastanza. Non ti possono davvero piacere così tanto questi drammi amorosi, ho la nausea>>
<<Non puoi disprezzare in questo modo "i passi dell'amore">> replico <<Nicholas Sparks è il mio spirito guida>> sorrido mentre mangio una barretta di cioccolato al latte con le nocciole.
<<E' per questo che sei sempre depressa>> sbotta richiudendo il libro sulle gambe.
<<Dovrei offendermi?>> domando ironica << dai se mi leggi un altro capitolo, ti lascio un po' di cioccolato. Vorrei farlo da sola, ma il dottore dice di non sforzare la vista>> rincaro con la mia aria da ruffiana e lo sguardo da cane bastonato.
<<Solo uno>> mi avvisa puntandomi il dito.
<<Sei la migliore>> esulto.
<<E' vero, ma non dirlo ad Isa>> ironizza sulla suscettibilità della mia migliore amica ed io faccio segno di cucirmi la bocca.
Riprende la lettura ed io mi godo quel momento. Adoro il suo modo di leggere, l'intensità che mette in ogni singola parola. La osservo, mentre penso a quanto sono fortunata ad avere lei ed Isa nella mia vita. Monica ha raccolto i capelli in una treccia spettinata che le copre il lato destro del collo, ha indosso un vestito verde chiaro che le arriva al ginocchio e che lascia scoperte del tutto le braccia. E' seduta sulla solita sedia accanto al mio letto con le gambe accavallate e l'aria di chi sta subendo una tortura. Lei ed Isa si sono date il cambio nel primo pomeriggio, la prima è stata con me l'intera mattinata, mentre Monica è arrivata da qualche ora.
Dei colpi alla porta interrompono la lettura della ragazza, che sembra quasi ringraziare il Cielo.

Dovrebbe essere mamma

Fissiamo entrambe la porta che si apre e, non appena mettiamo a fuoco, Monica si alza di getto dalla sedia lasciando cadere il libro ai suoi piedi.
<<Vuoi che lo cacci fuori a calci?>> si rivolge a me mettendosi con passo deciso davanti al letto come per proteggermi da Simone.
<<Va tutto bene, Mony>> pronuncio dopo qualche istante di silenzio <<davvero>> continuo sotto il suo sguardo severo <<lasciaci, tranquilla>> sorrido dolcemente per non scatenare la sua ira che trattiene solo perché sono bloccata in un letto d'ospedale. I suoi occhi fanno trasparire tutta la voglia che ha di rimproverarmi.
Esce dalla camera, non prima di dare una spallata a Simone che è immobile sull'uscio della porta e mi guarda con gli occhi sgranati.
<<Sono sempre le tue preferite?>> chiede guardando il mazzo di rose rosse che tiene tra le mani e che noto solo in questo momento.
Annuisco.
Simone si fa coraggio e si avvicina <<posso?>> indica la sedia, annuisco ancora.
Dà prima un'occhiata al tavolino, già pieno di fiori, poi si guarda intorno e si dirige verso la finestra alla mia sinistra e appoggia le rose sul davanzale. Torna vicino a me e si siede senza indugiare.
<<Come stai?>> osserva la benda sulla mia testa.
<<Meglio>> deglutisco <<dovrebbero dimettermi domani>> 
<<Ti hanno dato una bella camera>> divaga guardandosi intorno, ha l'aria stanca, sembra aver dormito poco.
<<Non è male>>
Mi osserva un po', poi avvicina lentamente la sedia al letto ed io mi irrigidisco. Ho le braccia conserte, quasi imbarazzata dal mio pigiamino rosa e lui non ci mette molto a notarlo.
<<Bel pigiama>> sorride.
<<Mia mamma>> faccio per coprirmi di più con le braccia.
<<Guarda che la conosco tutta la tua collezione di pigiamini>> mi prende in giro facendomi nascere un sorriso timido, poi torna serio. Il suoi occhi sembrano più chiari quando è bel tempo e mi perdo un po' a guardarne le sfumature.
<<Sarah volevo chiederti scusa, è tutta colpa mia. Eri già così stravolta, mi sono comportato da vero idiota. Avrei dovuto calmarti e rasserenarti, invece non ho fatto che aumentare la tua agitazione>> ha l'aria triste, vorrei abbracciarlo, ma non mi faccio prendere dalla mia empatia e resto ferma.
<<Non è colpa tua>> lo guardo sincera.
<<Sì invece>> scuote la testa frustrato.
<<Non dire sciocchezze>>
<<No Sarah, davvero, non sai quanto mi sento in colpa>>
<<Ehi Simo, guardami>> gli prendo il volto tra le mani e lo fisso provando a convincerlo con tutta me stessa <<non è colpa tua. Sono stata un'irresponsabile e ne ho pagato il prezzo, ma ti prego smettila di sentirti in colpa perché mi fai solo stare peggio>> siamo troppo vicini e dalla sua espressione capisco che potrebbe succedere qualcosa di cui potrei pentirmi, mi allontano piano riprendendo il controllo di me stessa.
<<Sarah mi manchi>> si alza dalla sedia per sedersi accanto a me sul letto ed io gli faccio spazio istintivamente
<<Simo, io..>>
<<Aspetta fammi finire>> mi interrompe <<ci ho provato in tutti i modi Sarah, ti ho lasciato libera, ho provato a distrarmi, a frequentare altre persone e per un po' sono riuscito ad allontanarti dalla mia testa>> prede una pausa e abbassa lo sguardo prima di continuare <<ma quando ti ho rivista, io.. io non non ce la faccio più a continuare la mia vita senza te>> 
I miei timori sono diventati realtà. Abbasso anche io lo sguardo cercando una via di fuga da questa situazione.
<<Non devi darmi una risposta adesso>> riprende la parola alzando gli occhi su di me ed io faccio lo stesso <<so che non è il momento, che adesso sei confusa e che non sei pronta. Ma volevo farti sapere che io ci sono, ci sono sempre stato>> si avvicina chinandomi su di me. Resto immobile, sono pietrificata dalle sue parole, dal suo modo di amarmi ancora, nonostante tutto, e dalla sua presenza che mi fa sentire sempre così al sicuro. E' vicino, troppo vicino, dovrei voltare il viso, ma continuo a guardarlo negli occhi. E' fermo a dieci centimetri da me, sembra timoroso di un rifiuto, un attimo dopo le sue labbra morbide lasciano un tocco timido sulle mie. Non faccio in tempo ad assaporarle, si allontana subito e mi lascia così, insoddisfatta.

UN CUORE PER DUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora